Attualità
Fontane di Piazza Navona restaurate, ma rimaste al buio: nessuno ha pensato alle luci

La società Areti ha annunciato che le fontane di piazza Navona, dopo il recente restauro, saranno illuminate con un impianto provvisorio a partire dalla serata di oggi. Questo intervento è in attesa della realizzazione dell’illuminazione definitiva.
Diverse settimane fa si sono conclusi i lavori di restauro delle fontane, ma non era stata prevista l’illuminazione. “Commercianti e cittadini ci segnalano che la sera sono ancora al buio,” ha dichiarato la consigliera di Fratelli d’Italia, Mariacristina Masi, sottolineando le ripercussioni evidenti sul commercio e sulla sicurezza della zona. Gli interventi di riqualificazione, finanziati con fondi del Pnrr, non includevano il rifacimento dei sistemi di illuminazione e, nonostante i contatti con la società Areti, l’illuminazione non è stata ancora ripristinata.
Areti ha comunicato che i lavori per la nuova illuminazione inizieranno lunedì 24 marzo e dureranno circa tre o quattro settimane. La società ha affermato che “nell’ambito dei progetti Pnrr di rifacimento delle fontane storiche non erano previsti interventi sugli impianti di illuminazione delle fontane”. È stato richiesto a fine novembre un intervento straordinario per il rifacimento totale dei sistemi elettrici, un lavoro non previsto dai finanziamenti e che implica tempi di realizzazione lunghi, data la necessità di personalizzare gli impianti per i singoli monumenti tutelati da vincoli storico-architettonici.
Attualità
Colleferro riporta un altro ragazzo massacrato di botte nella piazza della movida

Nella piazza di Colleferro, teatro dell’omicidio di Willy Monteiro avvenuto il 5 settembre 2020, un nuovo episodio di violenza ha scosso la comunità. Un 38enne è stato aggredito da un gruppo di ragazzi, che lo hanno picchiato con calci e pugni. Il fatto è accaduto a pochi giorni dalle sentenze di condanna per i killer di Monteiro.
La vittima, trasportata in ospedale, ha ricevuto una prognosi di 25 giorni. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Colleferro. Il sindaco, Pierluigi Sanna, ha commentato: “Sabato siamo precipitati di nuovo nel vortice, nostro malgrado. Dalle ricostruzioni sembrerebbe che dei giovanissimi abbiano picchiato un mio coetaneo per futili motivi… Io faccio appello pubblico affinché chi ha assistito personalmente ai fatti si rechi senza indugio presso le forze dell’ordine per raccontare e denunciare l’accaduto.”
Sanna ha inoltre espresso la sua preoccupazione per le condizioni della vittima, aggiungendo: “Con augurio di pronta guarigione”. Ha anche sottolineato la sua volontà di intervenire: “Sebbene io non abbia nessun potere di ordine pubblico… ho ritenuto egualmente di chiedere udienza al Prefetto di Roma… Chiederò che alle locali forze dell’ordine vengano inviati rinforzi in uomini e mezzi”.
Attualità
Una 14enne veniva obbligata dai genitori a indossare il burqa: “Mi volevano sposata e infelice”

Una ragazza di 14 anni residente a Ostia ha denunciato di essere stata picchiata, maltrattata e obbligata dai genitori a indossare il burqa e a studiare il corano. Mamma e patrigno sono stati condannati oggi a due anni di reclusione.
Denuncia e testimonianze
La giovane ha contattato i carabinieri nel 2000, raccontando di maltrattamenti e picchi di violenza da parte dei genitori, che utilizzavano un bastone lungo circa 60 centimetri. Un’amica di classe ha confermato le accuse, dicendo: “Mi ha parlato di botte, maltrattamenti e violenza psicologica. La tenevano chiusa in casa e non la facevano uscire con le amiche.” In un tema, la ragazza ha scritto: “Voglio fare la chirurga, invece sono costretta ad andare in Bangladesh e sposarmi”.
Durante un’audizione protetta, ha dichiarato: “Non potevo mandare messaggi o chattare con le mie amiche se non con un parente alle mie spalle, che controllava tutto quello che scrivevo. E non ho mai potuto usare il telecomando per guardare la televisione: potevo vederla solo insieme con la mia famiglia e solo i programmi che decidevano i miei genitori. Se protestavo, erano schiaffi e insulti.”
Le parole dei genitori
In merito alla situazione, l’avvocata Lucia Gasperini, legale dei genitori, ha affermato: “Sono venuti in Italia per farla studiare. Mai le hanno imposto il burqa. L’hanno educata secondo le loro tradizioni, perché così sono cresciuti. Soffrono nel non vederla da mesi, ma se la ragazza vuole seguire altre regole, non la bloccheranno: altrimenti non sarebbero venuti in Italia.”
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