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Il barista che fu fra gli ultimi a vedere Mirella è stato riascoltato dalla Commissione Orlandi Gregori dopo 8 mesi

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Il barista che fu fra gli ultimi a vedere Mirella è stato riascoltato dalla Commissione Orlandi Gregori dopo 8 mesi

Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Il 6 marzo si terrà una nuova audizione presso la commissione bicamerale di inchiesta dedicata ai casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. In sostanza, è stato convocato Giuseppe Calì, il barista che ha lavorato nel locale dei genitori di Sonia De Vito, migliore amica di Mirella Gregori. La sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori, ritiene che Calì possa avere informazioni più dettagliate sui fatti di quel periodo. Questo non è il primo incontro; Calì era già stato ascoltato dalla commissione nel luglio scorso.

Il barista dei De Vito in commissione: cosa aveva detto nella prima audizione

Durante la sua audizione di luglio, Calì aveva riferito di lavorare al bar dal 1978 e di avere un legame di amicizia con la famiglia Gregori. Ha ricordato una vacanza trascorsa insieme con Mirella e ha confermato che era una presenza abituale nel bar. Calì ha inoltre menzionato la presenza di Fabio, il fidanzato di Mirella, che non influenzò il loro rapporto. Un episodio singolare citato da Calì risale a una settimana prima della scomparsa, quando un cliente aveva chiesto di Mirella senza mai essere identificato.

Cosa è successo la sera del 7 maggio, prima della scomparsa di Mirella Gregori

Calì ha descritto la sua ultima interazione con Mirella il 7 maggio 1983, poco prima della sua scomparsa. Ha detto che Mirella e Sonia si erano recate in bagno e che, dopo qualche tempo, Mirella era uscita indossando una maglietta di Sonia. L’ultima volta che Calì ha visto Mirella, le ha dato una pacca sulla spalla e l’ha vista uscire, dirigendosi a destra verso il monumento al Bersagliere, mentre Sonia doveva rimanere al bar su richiesta del padre. Calì ha ricordato la preoccupazione di sua madre e di sua sorella riguardo al mancato ritorno di Mirella e il fatto che i De Vito si erano estraniati dalla situazione dopo la scomparsa.

Nel corso dell’intervista, Calì ha anche chiarito di non essere stato licenziato dopo la sparizione di Mirella, bensì di aver lasciato il bar nel 1985, cambiando lavoro e riferendo che la sua relazione con i De Vito era diventata più distaccata.

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Derby Lazio-Roma: scontri tra tifosi fuori dall’Olimpico, lancio di oggetti contro la polizia

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Derby Lazio-Roma: scontri tra tifosi fuori dall’Olimpico, lancio di oggetti contro la polizia

Una serata incandescente a Roma: scontri tra tifosi prima del derby Lazio-Roma. Fuori dall’Olimpico, i supporter si sono fronteggiati con "il lancio di oggetti contro la polizia". Le tensioni si sono infiammate, mostrando ancora una volta come lo sport possa diventare terreno di scontro politico. #Roma #Derby #Scontri #Politica

Durante il tanto atteso derby tra Lazio e Roma, la tensione è esplosa fuori dallo stadio Olimpico. I tifosi delle due squadre, mai realmente amichevoli, hanno trasformato la serata in un campo di battaglia urbano. Il lancio di oggetti contro la polizia ha segnato uno dei momenti più critici della serata, dimostrando come il calcio, in Italia, sia spesso più di un semplice gioco.

Scontri fuori dall’Olimpico

I disordini sono iniziati quando gruppi di tifosi, armati di bottiglie, pietre e altro, hanno deciso di sfidare non solo i rivali sportivi ma anche le forze dell’ordine. La polizia, già pronta per gestire le consuete tensioni di un derby, si è trovata a fronteggiare una situazione di vera e propria guerriglia urbana. Le immagini dei tafferugli hanno rapidamente fatto il giro del web, mostrando un paese dove il calcio è ancora una metafora della divisione sociale e politica.

La risposta delle autorità

Le autorità hanno prontamente risposto con cariche di alleggerimento e l’uso di lacrimogeni per disperdere la folla. Nonostante gli sforzi, la situazione è rimasta tesa per buona parte della serata, con alcuni agenti leggermente feriti e diversi tifosi fermati. La questione solleva inevitabilmente un dibattito sulla gestione della sicurezza durante eventi sportivi di massa e sul ruolo che il calcio gioca nella società italiana.

Sport e Politica: un binomio inevitabile

Il calcio in Italia non è solo un gioco, ma un riflesso delle dinamiche sociali e politiche. Gli scontri di ieri sera non sono solo una questione di rivalità sportiva, ma anche di identità e appartenenza politica. La frase il lancio di oggetti contro la polizia diventa, in questo contesto, un simbolo di una frustrazione più profonda, che va oltre il semplice risultato di una partita.

Le immagini e i video degli scontri, diffusi rapidamente sui social media, hanno mostrato ancora una volta come il calcio possa essere un terreno fertile per tensioni sociali, con i tifosi che spesso portano avanti battaglie che vanno oltre i confini del campo da gioco.

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Roma, uomo trova ladri in camera da letto: imbraccia il fucile e spara ai malviventi

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Roma, uomo trova ladri in camera da letto: imbraccia il fucile e spara ai malviventi

#Roma #Cronaca #Ladri Un cittadino romano trova dei ladri che rovistano nella sua camera da letto, prende il fucile e spara. L’incredibile vicenda ha scatenato un acceso dibattito sulla legittima difesa. Ecco i dettagli dell’accaduto.

Un cittadino di Roma ha vissuto momenti di puro terrore quando ha sorpreso dei ladri mentre rovistavano nella sua camera da letto. La risposta dell’uomo è stata immediata: ha imbracciato il fucile e sparato contro i malviventi. L’episodio, che ricorda sempre più una scena da film western, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni sulla legittima difesa.

L’incidente è avvenuto in un contesto di crescente insicurezza percepita dai cittadini, che si sentono sempre meno protetti dalle forze dell’ordine. La reazione dell’uomo è stata definita da alcuni come un atto di legittima difesa, mentre altri criticano la violenza della risposta. La questione è stata ulteriormente alimentata da commenti come quello di un vicino che ha dichiarato: "Meglio un ladro morto che un cittadino derubato", commento che, seppur politicamente scorretto, riflette un sentimento diffuso di frustrazione e paura.

Le autorità stanno indagando sull’accaduto per capire se ci siano gli estremi per l’applicazione della legittima difesa o se si sia trattato di un eccesso di difesa. Intanto, il dibattito pubblico continua a infiammare i social, con opinioni che vanno da chi sostiene che "la giustizia deve fare il suo corso" a chi pensa che "la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto".

L’episodio solleva questioni importanti su come la società e le leggi debbano bilanciare il diritto alla sicurezza personale con la prevenzione della giustizia fai-da-te.

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