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Cronaca

Il futuro dello Stadio Flaminio

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Il futuro dello Stadio Flaminio

Come da programma, i festeggiamenti per il 125° compleanno della S.S. Lazio continuano. Oggi si è tenuto un evento presso la Regione Lazio, allestito nella Sala Tirreno. Hanno partecipato il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il Presidente della Commissione Cultura, Sport e Turismo, Mario Luciano Crea, il Presidente Generale della Società Sportiva Lazio, Antonio Buccioni, e il Presidente della S.S. Lazio, Claudio Lotito. Durante il suo discorso, Lotito ha posto particolare attenzione sullo Stadio Flaminio e sulla possibilità che diventi il nuovo impianto della prima squadra maschile.

Le parole di Claudio Lotito

Lotito ha dichiarato: «Noi oggi abbiamo l’opportunità di diventare protagonisti, veri e propri punti di riferimento, attraverso iniziative che rappresenteranno l’orgoglio di essere laziali. Mi riferisco in particolare all’ipotesi dello stadio Flaminio, perché noi vogliamo avere la nostra casa, la casa storica, quella che ci appartiene. L’apporto delle istituzioni è cruciale». Si è anche dichiarato ottimista circa il progetto: «Sono convinto che lo Stadio Flaminio verrà realizzato dalla Lazio e consentirà di avere ai tifosi l’orgoglio di dire: “Questa è la nostra casa”».

Difesa dei colori biancocelesti

Lotito ha concluso il suo intervento affermando che la Lazio difenderà i propri colori, sia in campo che nei confronti degli stranieri, citando il motto: “Il Piave mormorò: ‘Non passa lo straniero!’”, suscitando l’applauso dei presenti.

In un’altra nota, sul tema della recente partita Bologna-Lazio, Zaccagni ha commentato: «Prestazione bruttissima. Stanchezza? Inutile cercare alibi. La Nazionale è un orgoglio».

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Consulente imbroglione condannato per bancarotta

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Consulente imbroglione condannato per bancarotta

Gianfranco Lande, il “Madoff dei Parioli”, ha incassato un’altra batosta: condannato a 5 anni per bancarotta distrattiva, dopo aver fatto sparire 24 milioni di euro dai portafogli di 247 ingenui investitori. Questo tizio ha truffato VIP come Sabina Guzzanti e calciatori, e ora si becca pure una ex compagna nei guai. Che genio, eh? #TruffeItaliane #MadoffParioli #FinanzaSporca

La Nuova Condanna

L’ex re dei Parioli, Gianfranco Lande, è stato sbattuto in tribunale per l’ennesima volta e condannato a 5 anni per bancarotta distrattiva legata al crack della Dharma Holdings, con sede a Lussemburgo. I suoi trucchi hanno fatto evaporare 24 milioni di euro, soldi affidati da 247 investitori che ora si staranno pentendo di aver creduto a un tizio che sembra uscito da un film di truffatori. Insieme a lui, la sua ex compagna Raffaella Raspi ha preso 4 anni per la stessa accusa. Franco Pedrotti e Nicola Serlenga? Liberi come l’aria, assolti. Ma dai, chi se lo aspettava?

Le Accuse

Questi quattro erano accusati di aver distratto una montagna di soldi – parliamo di almeno 24 milioni di euro – senza un motivo economico valido. Lande, da presidente della Dharma Holdings tra il 2001 e il 2011, e Raspi come amministratrice, hanno spostato fondi a destra e a manca: oltre 11 milioni finiti a investitori che non c’entravano niente con la società, quasi 700mila euro a entità fantasma legate a Lande, e pure 215mila euro dritti nelle sue tasche. Insomma, un bel banchetto a spese degli altri, con Pedrotti e Serlenga che se la sono cavata come “preposti” alla sede italiana. Patetico, no? E il fratello di Raspi? Ha patteggiato solo sette mesi – che affare!

L’Assoluzione

Per fortuna (o sfortuna), tutti e quattro sono stati assolti dall’accusa di bancarotta fraudolenta documentale, perché pare che i documenti fossero lì, belli visibili, e non così nascosti come sosteneva l’accusa. L’avvocato di Lande, Federico Sciullo, gongola e blabla sulla “verità” che emergerà in Appello, dicendo che il suo cliente non è mai scappato e ha sempre collaborato. Ma dai, come no? Con 300 milioni già spariti in passato, questo tizio è un maestro nel rigirare la frittata. Chissà se in Appello cambierà qualcosa o se continuerà a farla franca.

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Così è nato il casino del derby

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Così è nato il casino del derby

I tifosi di Roma e Lazio hanno trasformato il derby in un caos totale, con spacciatori in curva e pestaggi per strada – la vera miccia? Droga e vecchi rancori. #DerbyDelCaos #TifosiFuoriControllo #RomaLazioClash

LO SCONTRO

Domenica scorsa, gli ultras hanno dato spettacolo a Ponte Milvio, ma non per il calcio: striscioni provocatori dei laziali hanno acceso la miccia, mentre dietro le quinte c’era un giro di cocaina nei bagni della Curva Sud. Non stiamo parlando di erba da quattro soldi, ma roba seria, gestita da tifosi romanisti. Risultato? Scontri che hanno bloccato due quartieri, ferito 24 agenti e fatto marciare indietro i biancocelesti verso l’Olimpico. La polizia si è messa in mezzo come al solito, separando le bande, ma i laziali hanno preferito attaccare gli sbirri invece dei rivali.

I BIANCOCELESTI

Tra gli arrestati, spuntano nomi noti come Diego Mattei, un tifoso laziale con un Daspo vecchio come il cucco, beccato mentre rubava un casco a un poliziotto. Poi c’è Luca Abramo, figlio di “Pluto” – un pezzo grosso del crimine legato agli Irriducibili – che si è fatto le ossa nei disordini del 2024. Questi tizi non giocano a calcio, giocano a fare i duri, e la Digos li ha pizzicati in flagranza differita.

IL FIGLIO

Luca Abramo non è solo un ultras: è il rampollo di Ettore “Pluto”, arrestato nel 2019 per traffici loschi con Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik. Parliamo di un’era in cui i tifosi erano più banditi che appassionati, con legami a stupefacenti che ora escono fuori nei processi. Gli arresti sono stati convalidati, e le indagini continuano a stanare altri idioti del giro.

LE MISURE

Dopo il pandemonio, il Viminale ha perso la pazienza: stop ai derby serali e divieto di trasferte per il resto della stagione. I giallorossi e biancocelesti dovranno starsene a casa per sei partite ciascuno, tra cui Lazio-Genoa e Roma-Inter. Magari così imparano che il calcio non è un ring per criminali.

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