Attualità
Il marito dell’amica di Mirella Gregori è stato ascoltato dalla commissione: “Interrogato solo 30 anni dopo”

Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori continua a suscitare interrogativi e polemiche. Durante l’ultima audizione della commissione bicamerale d’inchiesta, Fabio De Rosa, marito di Sonia De Vito, ha espresso forti critiche sulle indagini iniziali, affermando: “Non indagarono abbastanza”. Le sue dichiarazioni sono emerse in un contesto già complesso, caratterizzato da incongruenze rispetto ai resoconti forniti in passato.
Le dichiarazioni di Fabio De Rosa
De Rosa ha affermato: “Mai stato ascoltato dal giudice Martella”, in riferimento alla sua mancata convocazione durante le indagini originali. Ha lamentato di essere stato contattato solo trenta anni dopo da altri giudici. Ha sollevato dubbi sull’assenza di indagini nel condominio in cui viveva Mirella, esprimendo: “Potrebbe essere successo qualcosa nel condominio”, senza trovare spiegazioni sul perché non siano state condotte ricerche in quel contesto.
Incongruenze nelle testimonianze
Il marito di Sonia ha raccontato di essere andato a prendere Sonia al bar la sera della scomparsa di Mirella, digitalizzando i dettagli di quell’episodio. Tuttavia, la sua versione sembra contraddire quanto dichiarato in un’intervista nel 1986, dove affermava di essere passato dal bar intorno alle 15. Il presidente della commissione ha fatto notare questa discrepanza alla quale De Rosa ha risposto negando di essere stato interrogato dal giudice Martella.
Riflessioni sulla figura di Sonia De Vito
Il dibattito su Sonia De Vito, amica di Mirella, si è intensificato, con Maria Antonietta Gregori che ha affermato: “Sa più di quanto dice”, suggerendo che De Vito non ha rivelato tutta la verità riguardo alla scomparsa. Un cameriere del bar è stato allontanato dal lavoro per non aver seguito la versione concordata con i De Vito, confermando che Mirella era uscita dal bar andando verso destra.
Il giudice Ilario Martella è stato precedentemente convocato dalla commissione, dove ha discusso teorie inerenti a “ragioni di Stato” e possibili legami con eventi storici come l’attentato a Papa Giovanni Paolo II. La commissione continua a lavorare per fare chiarezza su un caso che rimane avvolto nel mistero e nella controversia.
Attualità
50enne arrestato per spaccio a bordo di un’auto di lusso con cocaina, sequestrata anche la macchina

Un uomo di cinquant’anni è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Tivoli con l’accusa di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”. Durante un controllo, i militari lo hanno sorpreso in macchina con diverse dosi di cocaina. Una perquisizione domiciliare ha rivelato la presenza di 600 grammi di cocaina, divisa in 339 dosi, e 6mila euro in contanti.
L’arresto
L’episodio è avvenuto la scorsa mattina a Villanova, frazione del comune di Guidonia Montecelio. I carabinieri della Sezione Operativa hanno fermato l’uomo, che ha tentato di disfarsi di quattordici dosi di cocaina lanciandole dal finestrino della sua auto al momento dell’intervento delle forze dell’ordine.
Scoperte in casa
La perquisizione dell’abitazione ha portato alla luce non solo la cocaina e il denaro contante, ma anche materiale specifico utilizzato per “tagliare, pesare e confezionare la sostanza”. Gli accertamenti hanno anche rivelato un’auto di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’uomo, il quale ora si trova agli arresti domiciliari.
Attualità
Denuncia di una finta dottoressa per l’attività promossa sui social con Botox e filler a prezzi stracciati

Una donna è stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica dopo aver iniettato botox e filler senza alcun titolo, offrendo i servizi a prezzi molto bassi e comportando seri rischi per la salute dei pazienti.
Senza avere alcuna abilitazione medica, la donna gestiva un centro estetico a Latina, svolgendo valutazioni cliniche e diagnosi, oltre all’iniezione di sostanze. I carabinieri del Nas hanno avviato le indagini, portando alla denuncia e al sequestro preventivo della struttura, il cui valore è stimato intorno ai 500mila euro.
Durante gli accertamenti, è emerso che la donna operava come un professionista del settore, richiedendo ai pazienti di compilare schede sanitarie per raccogliere informazioni su patologie, allergie e farmaci in uso, pratiche riservate esclusivamente a professionisti sanitari. Pubblicizzando l’attività sui social network, attirava clienti con prezzi vantaggiosi, ignari del fatto che si stavano mettendo nelle mani di un’improvvisata, il che comportava rischi significativi dovuti a possibili condizioni avverse associate all’iniezione di sostanze. “Le autorità – fanno sapere i carabinieri in una nota – esortano chiunque si sia sottoposto a trattamenti presso la struttura a segnalare eventuali problemi riscontrati e a verificare sempre le qualifiche dei professionisti a cui si affidano per interventi di natura medica”.
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