Attualità
La celere interviene per sfrattare un finanziere, ma il Comune di Roma aveva richiesto lo stop

Un finanziere è stato sfrattato questa mattina dal suo appartamento a Collina delle Muse a Roma, colpendo la sua famiglia. La situazione è paradossale, poiché una legge era stata emanata per bloccare gli sfratti per gli appartenenti alle forze dell’ordine che vivevano in immobili assegnati tramite un bando della prefettura per alloggi a canone calmierato. Nonostante questo, lo sfratto è stato eseguito in seguito alla decisa volontà della società Boccea immobiliare di vendere gli appartamenti a prezzo di mercato, nonostante abbia ricevuto contributi pubblici per la loro costruzione.
Attualmente, circa cinquanta famiglie di forze dell’ordine, tra cui carabinieri e poliziotti, sono sotto sfratto negli alloggi popolari di Montespaccato. La situazione è conosciuta dalle istituzioni locali e nazionali, ma questa mattina un ingente dispiegamento di forze dell’ordine è intervenuto per effettuare lo sfratto, causando malore nel finanziere all’udire dei mezzi presenti. I residenti, increduli, hanno inizialmente pensato a un arresto.
” Sono arrivati in forze alle 7.00 di mattina per eseguire lo sfratto per finita locazione di uno degli inquilini del piano di zona di Boccea appartenente alle forze dell’ordine”, ha dichiarato Asia Usb. La nota prosegue denunciando come la società abbia violato leggi sull’edilizia pubblica agevolata e applicato canoni più alti, ignorando la proposta di revoca della concessione presentata in consiglio comunale. Inoltre, Asia Usb ha criticato l’indifferenza degli Uffici dell’urbanistica di Roma, del Ministero delle Infrastrutture e della Prefettura, evidenziando che l’interesse per la rendita prevale anche sull’edilizia pubblica e denunciando la complicità delle istituzioni che permettono la speculazione e la sofferenza delle famiglie sfrattate.
Attualità
Genitori sotto processo per aver costretto un bambino di due anni a rovistare nell’immondizia per nutrirsi

Un uomo di 47 anni e una donna di 33 anni sono stati accusati di maltrattamenti su un minore e dovranno affrontare un processo, stabilito dal gup del Tribunale di Roma, Gaspare Sturzo. I due genitori, di origine rom, avrebbero costretto il loro bambino di poco più di due anni a cercare cibo tra i rifiuti, costringendolo a digiunare quando non trovava nulla di commestibile.
Secondo le indagini, la situazione è degenerata a tal punto che, dopo aver scoperto che il loro figlio soffriva di un ritardo cognitivo, hanno deciso di abbandonarlo davanti agli uffici dei servizi sociali del I Municipio. Il bambino, che oggi è stato sottratto definitivamente alla custodia genitoriale, era in condizioni igienico-sanitarie precarie al momento dell’abbandono e già denutrito.
La vicenda, risalente all’inizio del 2018, sta ora approdando in tribunale. Gli inquirenti temevano che il comportamento dei genitori potesse esporre il bambino a rischi potenzialmente fatali. Tuttavia, la difesa sostiene che le prove contro il padre e la madre, sebbene ammettano le condizioni difficili in cui vivevano, non sarebbero sufficienti a documentare le gravi condotte contestate dall’accusa.
Attualità
Bruciato un fantoccio di Giorgia Meloni durante il Carnevale Liberato di Poggio Mirteto

Si è svolto a Poggio Mirteto, in Sabina, il Carnevale Liberato, durante il quale è stato bruciato un fantoccio di Giorgia Meloni. La premier è stata raffigurata come una Barbie “fascio di luce”, mentre eseguiva il saluto romano.
Il Carnevale, che ha avuto luogo in Piazza Martiri della Libertà, ha visto la tradizionale cremazione del pupazzo alla fine di una giornata di festeggiamenti. Anche l’anno precedente era stato bruciato un fantoccio della stessa Meloni, evidenziando la volontà degli organizzatori di mantenere vivo lo spirito del carnevale, che mira a dissacrare il potere e a ridere dei leader di turno. In passato, tra i pupazzi bruciati figurano anche quelli di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.
Il Carnevale di Poggio Mirteto, noto anche come Carnevalone Liberato, ha origine nell’Ottocento risorgimentale e celebra la storica rivolta popolare del 24 febbraio 1861, che portò alla liberazione dalla Stato Pontificio e all’annessione al Regno d’Italia. La festa, caratterizzata da un sapore anticlericale, si svolge come un anti-carnevale nella prima domenica di Quaresima.
Dopo che i Patti Lateranensi del 1929 avevano vietato il carnevale, la tradizione è stata ripristinata nel 1977 grazie all’iniziativa di un gruppo di giovani del luogo, che ha rinnovato e mantenuto viva questa celebrazione fino ad oggi.
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