Il gestore di un locale notturno di Roma, l’Elite 2 di via dell’Umiltà, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il processo di Alessandro Di Stefano inizierà a fine maggio, mentre i suoi soci sono coinvolti in diversi modi: uno è deceduto e l’altro non ha ancora affrontato il giudice.
LE INDAGINI
Le indagini sono partite da un controllo amministrativo effettuato a ottobre 2023. Durante questo controllo, una dipendente aveva dichiarato che alcune ragazze effettuavano prestazioni sessuali a pagamento, con tariffe variabili tra i 100 e i 300 euro. Registrazioni ambientali hanno confermato solo in parte il racconto iniziale, evidenziando direttive di Di Stefano che consigliava alle ragazze di non menzionare il locale durante eventuali controlli. Le indagini, culminate con l’arresto dei tre e il sequestro del locale, hanno rivelato che le ragazze, conosciute da nomi d’arte come Chloe e Giada, non ricevevano i guadagni, ma i gestori del club. I dettagli delle prestazioni venivano negoziati dal cassiere prima dell’accesso ai privè.
RACCOMANDAZIONI
Negli spazi riservati con nomi esotici come Giappone e Thailandia, avvenivano atti sessuali. Le ballerine venivano reclutate tramite annunci che promettevano un “lavoro serio e professionale”. Di Stefano ha sempre negato di essere coinvolto, sostenendo di non sapere nulla di quanto avvenisse nei privè. Il suo difensore ha commentato che in sede di dibattimento sarà dimostrata “l’assoluta inconsapevolezza del mio assistito” rispetto alle azioni delle ballerine.