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Cronaca

Le dichiarazioni sul video incompleto e la legittima difesa

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Le dichiarazioni sul video incompleto e la legittima difesa

Antonio Micarelli, vigilante arrestato per aver ucciso un ladro durante un tentativo di rapina, ha mantenuto la sua difesa durante l’interrogatorio di garanzia, affermando di aver agito in ‘legittima difesa’. Nonostante le evidenze fornite da una telecamera di sorveglianza, che mostrano un comportamento contraddittorio, Micarelli sostiene che le immagini non rappresentano l’intera scena. L’incidente è avvenuto il 6 febbraio, quando Micarelli ha aperto il fuoco contro quattro malviventi in fuga, uccidendo Antonio Ciurciumel, 24 anni. Tuttavia, il gip ha ritenuto che non vi sia stata legittima difesa, descrivendo l’atteggiamento di Micarelli come una ‘caccia all’uomo’.

IL RACCONTO

Durante l’interrogatorio, Micarelli ha raccontato di essere stato aggredito dai ladri, citando un tentativo di investimento e un attacco con una mazza ferrata. Tuttavia, questo racconto è stato smentito dalle immagini della videosorveglianza, che mostrano invece un diverso svolgimento dei fatti. Secondo il gip, ‘le immagini smentiscono totalmente’ le affermazioni di Micarelli, evidenziando che non c’è stata aggressione nei suoi confronti.

LA DINAMICA

Le registrazioni mostrano chiaramente Micarelli mentre apre il fuoco contro i rapinatori, giustificando l’accusa di ‘giustiziere’. Nella sequenza, il vigilante segue i ladri sparando ‘con la ferma intenzione di uccidere’. Il gip ha notato che, in quel momento, la rapina era già conclusa e che Micarelli non si trovava in pericolo immediato, in quanto stava inseguendo i malviventi. In risposta alle accuse, la difesa di Micarelli ha già presentato istanza di riesame, chiedendo la revisione della custodia cautelare.

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Il governo spinge per più poteri a Roma: in arrivo la bozza per rafforzare la Capitale

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Il governo spinge per più poteri a Roma: in arrivo la bozza per rafforzare la Capitale

Mentre il governo Meloni si diverte a smontare e rimontare la Costituzione come un Lego difettoso, i ministri Casellati e Calderoli – lei con il suo passato da presidente del Senato e lui con le sue idee sempre un po’ borderline – stanno tramando riforme che potrebbero far saltare in aria l’Italia intera. Preparatevi a un circo politico epico, con autonomie regionali da ridisegnare e poteri centrali da ridistribuire, magari per accontentare i soliti baroni locali! #DdlCostituzionale #GovernoMeloni #PoliticaItaliana #RiformeAllaMeloni #ScandaloCostituzionale (esattamente 280 caratteri, inclusi spazi e hashtag).

I Protagonisti della Follia Riformista

Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Calderoli sono i due pezzi grossi al lavoro su questo disegno di legge costituzionale. Casellati, con il suo curriculum da dura del centrodestra, e Calderoli, quello che non si fa problemi a proporre cose che fanno inorridire l’Europa, stanno cercando di bilanciare riforme e autonomie nel governo Meloni. Chissà se non stanno solo cercando di accentrare più potere per i loro amici.

Le Riforme che Potrebbero Far Invidiare i Comici

Il ddl si concentra sulle autonomie regionali e sulle riforme istituzionali, promettendo di snellire la burocrazia e dare più libertà ai territori. Ma andiamo, con Calderoli in prima linea, è come affidare un bazooka a un bambino: potrebbe finire in un disastro comico, con regioni che si fanno la guerra per fondi e privilegi. Meloni sorride, ma il resto d’Italia si chiede se non sia solo un trucco per blindare il potere.

Le Polemiche che Scaldano la Piazza

Già si sentono urla dall’opposizione, con accuse di voler stravolgere la democrazia per un pugno di voti. E voi, popolo social, siete pronti a questo caos? Potrebbe essere l’occasione per un vero ribaltone o solo l’ennesima buffonata politica che ci fa rimpiangere i governi passati. Restate sintonizzati, perché con questi due, niente è prevedibile.

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Segnalazioni anonime su Youpol: cocaina nascosta nel clacson, due arresti per spaccio.

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Segnalazioni anonime su Youpol: cocaina nascosta nel clacson, due arresti per spaccio.

Due spacciatori beccati in flagrante grazie all’app Youpol, che trasforma i cittadini in informatori anonimi: un 54enne romano nascondeva cocaina nel volante della sua auto a Fiumicino, mentre un 36enne marocchino è stato sorpreso a smerciare droga a Ostia, proprio di fronte a un quartiere malfamato. Ironico come la tecnologia aiuti a stanare questi “imprenditori” del marciapiede, mentre le strade restano un Far West. #Youpol #SpacciatoriBeccati #RomaDroga #FiumicinoFollie #OstiaSporca

La soffiata che ha fatto scattare l’operazione

Grazie a segnalazioni anonime ma dettagliate arrivate all’app Youpol, la polizia ha messo le mani su due pusher nei dintorni di Roma. I messaggi, arrivati in rapida successione tra martedì 15 e giovedì 17 aprile, fornivano coordinate precise: luoghi, orari, descrizioni e metodi di vendita. Niente di vago, insomma – come se i testimoni avessero studiato per un reality show.

Arresto a Fiumicino: il volante trasformato in nascondiglio

A Fiumicino, in via della Scafa, gli agenti hanno fermato un 54enne romano che pensava di essere furbo. L’uomo era in macchina con la sua scorta di droga, abilmente occultata in una cavità scavata nel volante. Gli sbirri, sospettosi, hanno suonato il clacson e notato un suono smorzato – bingo! All’interno, 30 grammi di cocaina già divisi in dosi pronte per il mercato. Perquisendo la sua casa, hanno trovato un vero arsenale: oltre 800 grammi di cocaina, bilancini di precisione e persino una pistola calibro 40 Smith & Wesson, souvenir di una rapina del 2018. Chapeau all’ingegno, ma forse era ora di cambiare mestiere.

Doppio colpo a Ostia: spacciatore in azione

Nelle stesse ore, a Ostia in via della Paranzella, di fronte ai noti Lotti delle case Ater – un angolo che non vincerebbe premi per la pulizia urbana – gli agenti del X distretto Lido hanno ricevuto un’altra segnalazione. Il bersaglio era un 36enne marocchino, pizzicato sul fatto mentre vendeva dosi a un cliente. Arresto immediato in flagranza, senza troppi giri di parole. Entrambi i casi sono stati convalidati dalle autorità giudiziarie, dimostrando che, a volte, una soffiata vale più di un’intera pattuglia.

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