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Le letterine dei piccoli pazienti del Bambino Gesù a Papa Francesco ricevute: “Da qui si vede casa tua”

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Le letterine dei piccoli pazienti del Bambino Gesù a Papa Francesco ricevute: “Da qui si vede casa tua”

Un gesto di affetto significativo è stato inviato a papa Francesco dai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Da qui c’è un bel panorama, si vede anche casa tua”, è uno dei messaggi rivolti al pontefice.

I bambini, consapevoli della difficile situazione che il Santo Padre ha affrontato recentemente, hanno deciso di sostenere papa Francesco con disegni, messaggi, poesie e consigli. Tra i disegni, spicca quello di Giulia, che illustra la cupola di San Pietro: “Caro Francesco, fatto ricoverare con noi – guarda che bel panorama, c’è anche casa tua”.

Messaggi e consigli dai piccoli pazienti

I disegni che ritraggono papa Francesco in ospedale insieme ai bambini includono diversi suggerimenti e preghiere per la sua salute. “Caro Papa ti consiglio di leggere tanti libri”, scrive Eugenio, mentre Alex suggerisce di farsi regalare una playstation. “Vieni a farti ricoverare da noi”, invitano i piccoli, ricordando la vista della cupola di San Pietro dall’ospedale.

Gioco e preghiera per una pronta guarigione

I giovani pazienti esprimono anche i loro auguri di pronta guarigione. “Caro papa Francesco, preghiamo per te affinché il tuo ricovero sia più lieve”, scrivono mamma Olga e Alessandro, accompagnando il messaggio con un disegno di bambini in preghiera. Inoltre, un gruppo di bambini ha composto una filastrocca, in cui mostrano la loro preoccupazione per la salute del papa, affermando: “Il papa in ospedale, ci fa stare tutti male… forza Francesco per te preghiamo”.

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Ultima sentenza sul destino della famiglia Mottola riguardo all’omicidio di Serena Mollicone

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Ultima sentenza sul destino della famiglia Mottola riguardo all’omicidio di Serena Mollicone

La Cassazione è chiamata oggi a decidere sull’omicidio di Serena Mollicone, chiudendo così un capitolo processuale durato quasi 24 anni. La sentenza potrebbe confermare l’assoluzione della famiglia Mottola, composta da Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, dal figlio Marco e dalla moglie Annamaria, oppure potrebbe portare a un nuovo processo.

La richiesta dell’accusa

I sostituti procuratori generali Francesco Piantoni e Deborah Landolfi hanno chiesto pene significative per gli imputati, richieste che prevedevano 24 anni di carcere per Franco Mottola, 22 anni per Annamaria e 21 anni per Marco. Per l’imputato Suprano, che aveva rinunciato alla prescrizione, era stata richiesta una pena di quattro anni, mentre era stata chiesta l’assoluzione per Quatrale, per la mancanza di prove. Dopo due sentenze di assoluzione, il caso ha visto un ricorso della Procura Generale.

Le dichiarazioni di speranza

“Oggi è il giorno della speranza. Ci auguriamo, nonostante tutto, che ci sia anche spazio per tornare a sperare nella verità”, ha dichiarato Consuelo, sorella di Serena. Accanto a lei, lo zio Antonio ha sottolineato: “Abbiamo sempre aspettato con fiducia e speranza, non possiamo che essere sereni e speranzosi”. Anche il legale della famiglia Mottola, Mauro Marsella, ha espresso fiducia nella Corte di Cassazione.

La vicenda di Serena Mollicone

Serena, 18enne, è scomparsa il 1 giugno 2001 ad Arce, con il suo corpo ritrovato due giorni dopo nel bosco di Fonte Cupa, con mani e piedi legati e un sacchetto di plastica in testa. L’accusa sostiene che il giorno della scomparsa, Serena sarebbe entrata nella caserma di Arce per parlare con Marco Mottola, in un contesto che avrebbe portato a una colluttazione e successivamente al soffocamento della giovane. Tuttavia, i giudici di primo e secondo grado hanno assolto tutti gli imputati.

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Individuato il mandante dell’aggressore che ha massacrato a bastonate il provveditore Vittorio Rapisarda

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Individuato il mandante dell’aggressore che ha massacrato a bastonate il provveditore Vittorio Rapisarda

Massacrato a bastonate nell’androne di casa sua, in pieno centro a Roma: è stato individuato il mandante dell’aggressione al provveditore Vittorio Rapisarda. L’aggressione, avvenuta lo scorso 4 ottobre a pochi passi da piazza di Spagna, potrebbe essere legata a una vendetta. Le indagini hanno portato all’individuazione dell’aggressore, Giancarlo Santagati, accusato di tentato omicidio. Si sospetta che Santagati, un collaboratore stretto di un manager del provveditore, possa essere coinvolto per un incarico non assegnato.

L’interrogatorio davanti al gip

Oggi si tiene l’interrogatorio davanti al gip di Santagati, il presunto mandante dell’aggressione. Ricevuto in videoconferenza, non si esclude che possa avvalersi della facoltà di non rispondere, come riportato da il Corriere della Sera.

La pista del manager vicino a Rapisarda

Gli inquirenti stanno seguendo la pista di un manager vicino a Rapisarda, ritenuto l’ideatore dell’aggressione per vendetta, probabilmente dovuta a un mancato incarico. Santagati, con precedenti penali e arrestato recentemente a Vetralla, è considerato molto vicino a un collaboratore di Rapisarda, che potrebbe aver organizzato il pestaggio. Documenti forniti dallo stesso Rapisarda potrebbero attestare questa vicinanza. In passato, il movente più accreditato riguardava invece l’opposizione del provveditore all’apertura di un bed and breakfast da parte di un vicino condominio.

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