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Cronaca

Nove laziali condannati per aggressione a un carabiniere durante la caccia ai tifosi dell’Eintracht Francoforte

Due anni e tre mesi di condanna per Riccardo Rinaldi, detto “il gigante”, uno degli Irriducibili della Lazio, a capo prima di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, ucciso il 7 agosto 2019. Nove mesi di pena per altri otto ultras biancocelesti coinvolti nella “caccia al tifoso tedesco” il 13 dicembre 2018, dopo la partita di Europa League tra Lazio e Eintracht Francoforte, culminata con l’aggressione a un carabiniere. Le condanne sono state inflitte due giorni fa dalla seconda sezione penale di piazzale Clodio.

LE ACCUSE

Rinaldi è stato accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre a violazione del Daspo. Il capo di imputazione sottolinea come egli, “in concorso con altre 40 persone”, abbia usato violenza nei confronti del militare, minacciandolo di lanciargli oggetti contundenti. Rinaldi aveva effettivamente lanciato un bidone dell’immondizia contro il carabiniere. Gli altri otto ultras, invece, sono stati accusati solo di violazione del Daspo, poiché “pur tutti gravati da specifici provvedimenti facevano accesso all’area inibita” durante il match.

Tra gli incriminati, troviamo lo speaker radiofonico Riccardo Rastelli, Luca Ciano, il Banda di Lotta Studentesca e il 48enne Franco Costantino, precedentemente indagato per la questione degli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma. Altri nomi includono Leopoldo Cobianchi, indagato per spaccio, Simone De Castro, Alessio Angelè, Guerino Cesarano e Vincenzo Nardulli, figlio di un esponente di Avanguardia Nazionale.

I FATTI

Durante l’incursione, il 13 dicembre 2018, tre stranieri furono aggrediti e uno di questi rapinato. L’appuntato in servizio estrasse la pistola in risposta e attese che gli ultras si allontanassero. La Digos aveva già filmato i supporter nel pub di via Tiepolo, notando il loro “evidente atteggiamento di attesa”. Si erano avvicinati a Ponte Milvio “tutti vestiti di scuro”. Le indagini, che includevano riprese e tabulati telefonici, hanno portato a confermare Rinaldi come l’autore del lancio del bidone. Il processo ha quindi portato alle condanne per tutti i nove imputati, assistiti da vari avvocati.