Attualità
Nuovo pronto soccorso con culla per la vita inaugurato all’Isola Tiberina con un intervento da 4 milioni di euro

È stato inaugurato oggi un nuovo pronto soccorso all’ospedale Isola Tiberina – Gemelli, esteso per 700 metri quadrati e progettato per rispondere alle esigenze dei pazienti. Presenti all’inaugurazione anche il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Nuove caratteristiche e funzionalità
Il pronto soccorso offre percorsi dedicati alle diverse tipologie di emergenza, con particolare attenzione all’area ostetrica – ginecologica, considerati i numerosi parti effettuati nella struttura. È stata inoltre inaugurata una ‘culla per la vita‘, che consente alle donne di lasciare i neonati in modo anonimo. Il personale sanitario è in grado di attivare la culla e prendersi carico dei bambini in meno di un minuto.
Investimenti e innovazioni
Il progetto ha comportato un investimento totale di quattro milioni di euro, che hanno incluso il rinnovamento degli spazi per la diagnostica radiologica e l’acquisto di macchinari all’avanguardia. Gli accessi per le ambulanze sono stati riorganizzati per garantire un ingresso veloce e sicuro al pronto soccorso.
Durante l’inaugurazione, il sindaco Gualtieri ha dichiarato: “Questo ospedale è amatissimo dalle romane e dai romani e il rinnovamento del pronto soccorso offre un presidio fondamentale nell’anno del Giubileo per tutta Roma”. Il presidente Rocca ha definito l’evento “una bella giornata di sanità pubblica”, esprimendo gratitudine anche al Papa e alla famiglia Del Vecchio per il supporto ricevuto. Ha aggiunto: “Quando si parla di sanità cattolica fa male sentire che sia qualcosa di lontano da noi. Invece è qualcosa di vicino alla comunità, e questa percezione comunitaria prevale, e lo fa anche in termini sanitari”.
Attualità
Un ragazzo di 21 anni viene massacrato di botte e subisce la frattura della mascella, indagini in corso

Un ragazzo di 21 anni è rimasto gravemente ferito in un pestaggio avvenuto nella notte fra sabato 15 e domenica 16 marzo 2025, a Roma, nella zona del Casaletto. Il giovane, colpito da un gruppo di persone, ha subito una doppia frattura della mandibola ed è stato trasportato d’urgenza al San Camillo.
Il pestaggio al pub
Secondo quanto riportato dall’AdnKronos, il giovane si trovava in un pub di via del Casaletto, al civico 257, insieme a un’amica quando è scoppiata una lite con alcune persone sconosciute. La discussione, inizialmente per motivi futili, si è trasformata in violenza, portando il gruppo a fuoriuscire dal locale e a scatenarsi un vero e proprio pestaggio contro il ventunenne.
Indagini in corso
Il giovane è stato aggredito con calci e pugni, mentre gli aggressori sono fuggiti a bordo di un’automobile. Dopo l’allerta, gli operatori del pronto soccorso del 118 e la polizia sono arrivati sul posto e hanno avviato indagini per identificare i responsabili dell’accaduto. Il ragazzo, giunto al pronto soccorso, è stato valutato con un codice rosso e, sebbene non sia in pericolo di vita, la ferita è grave. È stato ricoverato nel reparto maxillofacciale ed è previsto un intervento di riparazione della mandibola.
Attualità
Condanna a 20 anni di carcere per un 23enne dopo l’uccisione di Kasem Kasmi nella sparatoria a Frosinone

Mikea Zaka, 23 anni, è stato condannato a vent’anni di carcere per l’omicidio di Kasem Kasmi, avvenuto a marzo 2024 allo Shake Bar di Frosinone. La sentenza è stata pronunciata oggi dal giudice per l’udienza preliminare Antonello Bracaglia Morante, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero, riconoscendo le attenuanti generiche. Zaka era accusato di omicidio e ricettazione dell’arma con cui ha sparato al 27enne, deceduto quasi immediatamente a causa di un colpo al collo.
La dinamica dell’omicidio
I fatti si sono svolti nello stesso mese in cui Zaka si trovava al bar con amici, quando il gruppo di Kasem Kasmi si è avvicinato. In seguito a una discussione, Zaka ha estratto un’arma, esplodendo sette colpi, colpendo mortamente Kasem. Dopo l’omicidio, il gruppo di Zaka è fuggito, ma è stato fermato dalla Squadra Mobile di Frosinone.
Le dichiarazioni di Zaka
Mikea Zaka si è poi costituito, dichiarando di aver agito per difendersi, affermando di essere stato in passato vittima di aggressioni da parte del gruppo di Kasmi a causa della sua relazione con l’ex della vittima. La polizia ha avviato indagini anche nel contesto dello spaccio di droga, in seguito al suo precedente arresto per possesso di sostanze stupefacenti, per cercare di chiarire il movente del delitto.
I familiari di Kasem Kasmi e i suoi amici, che sono rimasti feriti durante l’incidente, si sono costituiti parte civile nel processo.
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