Cronaca
Omicidio Cerciello, richiesta della pg Cassazione per Appello-ter a favore di Hjorth
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La procura generale della Cassazione ha richiesto un nuovo processo di Appello, il terzo, per Gabriele Natale Hjorth, riguardo all’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, accoltellato a Roma nel luglio 2019. La richiesta, contenuta nella requisitoria dell’avvocato generale Gabriele Mazzotta, è stata depositata in vista dell’udienza fissata per il 12 marzo. Il pg di Cassazione ha chiesto l’accoglimento dei ricorsi presentati dalla Procura Generale della Corte di Appello di Roma e dalle parti civili, annullando i motivi di ricorso della difesa di Natale Hjorth.
Problemi di credibilità
Il rappresentante della procura generale della Suprema Corte ha evidenziato la necessità di un nuovo giudizio sulla credibilità del carabiniere Andrea Varriale, sottolineando difetti di motivazione nella sentenza precedente riguardo alla sua attendibilità sulla colluttazione con gli americani. La Procura Generale della Corte di Appello di Roma ha impugnato la sentenza per l’esclusione del dolo pieno di Natale nell’omicidio e l’aggravante del delitto commesso a danno di un pubblico ufficiale. Anche le parti civili hanno contestato l’esclusione della consapevolezza di Elder riguardo alla presenza di un pubblico ufficiale.
La posizione di Elder Finnegan Lee
Per l’altro americano, Elder Finnegan Lee, condannato a 15 anni con sentenza già definitiva, la sua posizione è ormai passata in giudicato ai fini penali e potrebbe essere rivista soltanto riguardo alle conseguenze civili. L’avvocato generale della Cassazione ha affermato che potrebbero emergere diverse interpretazioni sui parametri di giudizio, influenzando la percezione dell’elemento psicologico del concorso di Hjorth nell’omicidio.
La Cassazione, durante l’udienza del 12 marzo, potrebbe porre fine alla complessa vicenda giudiziaria legata all’omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega o disporre un nuovo processo.
Cronaca
Commemorazione di Miki Mantakas a piazza Risorgimento
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Ancora una volta, si sono svolti saluti romani e l’invocazione del «presente» nella Capitale per commemorare il 50esimo anniversario della morte di Miki Mantakas. Questa sera, come ogni anno, militanti di estrema destra si sono riuniti in piazza Risorgimento a Roma, angolo con via Ottaviano, per ricordare lo studente universitario e attivista della Lega nazionale degli studenti greci in Italia, ucciso il 28 febbraio 1975 da due proiettili davanti alla sezione del MSI di via Ottaviano.
Oltre al tradizionale saluto romano, durante la manifestazione è stato esposto uno striscione con la scritta ‘lui vive lui combatte’, mentre da una finestra è stato udito un chiaro urlo: «viva l’Italia antifascista».
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
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