Cronaca
Ostia, inaugurazione del Centro regionale per il contrasto agli abusi e maltrattamenti ai minori

Giovedì 6 marzo alle 10.30, in via Tagaste 131 a Ostia Ponente, verrà inaugurato il nuovo Centro regionale per il contrasto agli abusi e maltrattamenti ai minori. Questo centro, situato nell’ex centro comunitario “Asilo Savoia”, è il secondo del suo genere a Roma, dopo il Fregosi di via dei Sabelli a San Lorenzo. Alla cerimonia parteciperanno diverse autorità, tra cui il Direttore Generale dell’Asilo Savoia Luigi Bussi e il Presidente del X municipio Mario Falconi.
Dettagli sul Centro
Il Centro fornirà supporto ai minori di età compresa tra 0 e 18 anni che presentano segnalazioni di abuso e maltrattamento, lavorando in collaborazione con i servizi sociali municipali e dell’Asl. “Lavoreremo affiancando le famiglie con un’equipe composta da un’assistente sociale, due psicoterapeute, due educatori professionali” è stato comunicato dal Savoia. Inoltre, sono previste collaborazioni con professionisti come neuropsicologi e avvocati, a seconda delle necessità dei casi trattati. Gli orari di apertura attuali sono lunedì, giovedì e sabato mattina.
Servizi Offerti
Il Centro accoglierà minori vittime di “tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, di trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento commerciale” che possano compromettere la loro salute, sviluppo e dignità. La gestione degli accessi avverrà anche tramite segnalazioni dei servizi sociali del X Municipio.
Con questa iniziativa, il territorio del X municipio si dota di un ulteriore strumento per affrontare il delicato tema degli abusi sui minori, impegnandosi a garantire un ambiente più sicuro e supportivo per i ragazzi e le loro famiglie.
Cronaca
Inizio delle attività il 5 marzo: mappa delle vie interessate

Diserbo e pulizia straordinaria a Sacco Pastore
Il Municipio III, in collaborazione con Ama, avvierà una sperimentazione di pulizia straordinaria delle strade nel territorio di Montesacro, partendo dal quartiere Sacco Pastore. L’iniziativa si svolgerà mercoledì 5 e venerdì 7 marzo, dalle 7 alle 12.30. Durante queste ore, sarà necessario liberare le aree interessate per il passaggio dei mezzi.
Quali sono le vie coinvolte
Nella giornata del 5 marzo, gli interventi riguarderanno via Valdarno, via Valpolicella, via Valsugana, via Capo Miseno e via di Sacco Pastore. Venerdì 7 marzo, invece, saranno interessate via Val di Fassa, via Val Chisone, via Val di Fiemme, via dei Campi Flegrei, via Valdinievole (da via Val Chisone a via Val Trompia) e via Nomentana (da via Campi Flegrei a via Val Trompia).
L’iniziativa prevede un intervento più approfondito rispetto alla normale pulizia, con l’obiettivo di migliorare la vivibilità dei quartieri. Per garantire l’efficacia dell’operazione, sarà necessaria la temporanea interdizione della sosta. «Consapevoli delle difficoltà che potrebbe comportare l’intervento, abbiamo lavorato per ridurle al minimo insieme ad Ama e alla Polizia Locale», dichiarano in una nota congiunta il presidente del Municipio III, Paolo Emilio Marchionne, e l’Assessore alle Politiche Ambientali, Matteo Zocchi. «Certi che la collaborazione di tutti i cittadini e le cittadine sia fondamentale per prenderci cura del nostro territorio e garantire una città più pulita e decorosa – concludono Marchionne e Zocchi – ringraziamo Ama per la collaborazione e invitiamo tutti i residenti a contribuire al successo di questa iniziativa».
Cronaca
Il metodo del pusher per ricevere gli ordini delle dosi

Aveva trasformato una piazza di spaccio reale trasferendola sui social e, quindi, rischiando molto meno, agiva con le varie messaggistiche istantanee attraverso le quali riceveva le ordinazioni. Ad inventarsi l’ingegnoso sistema è stato un albanese di 35 anni che, sebbene avesse l’assegno di disoccupazione, ha centuplicato i guadagni diventando spacciatore su Internet. Lo straniero aveva assoldato vari corrieri romani che avevano l’obbligo di portare la droga a domicilio dell’acquirente per lo più alla Garbatella.
Droga social, la storia
“Una pizza bianca” voleva dire una dose di cocaina. Infatti, andando sulle sue messaggerie ci si imbatteva in una sorta di menù culinario dove i pasti indicavano i vari tipi di stupefacente. “Una capricciosa” significava una dose di crack. Sono stati gli agenti del commissariato Colombo ad investigare, inizialmente trovando dei problemi a fare luce sul caso proprio per l’accortezza dell’albanese che appena avuta l’ordinazione sui social la faceva sparire in pochi secondi. L’anello debole è stato il rapporto dell’albanese con i suoi corrieri. Gli agenti si sono messi a pedinare il sospettato diverse ore al giorno. Così è capitato che l’uomo si è fermato davanti a un supermercato e ha fatto salire quello che poi si è rivelato essere uno dei suoi corrieri. I due hanno discusso e poi gli agenti hanno notato una busta di plastica passare dalle mani dell’albanese a quelle del corriere che gli ha dato dei soldi. Sono subito intervenuti: nella busta c’erano un centinaio di dosi già pronte per essere spacciate fra cocaina e crack.
Il capo ha cercato di riprendere la busta e nasconderla nel giaccone ma ormai i poliziotti si erano accorti dello scambio. Ecco che per i due sono scattate le manette con l’accusa di spaccio di droga. Ma lo spessore del giro di droga gli investigatori l’hanno avuto una volta scoperta la base operativa che si trovava in via Agugliano a Corcolle. I poliziotti hanno dovuto sfondare la porta perché l’albanese ha detto di non avere le chiavi. Una volta all’interno sono state trovate tracce evidenti dello spaccio: parecchi bilancini di precisione, 600 grammi fra cocaina e crack. Non solo, sono stati sequestrati contanti per un valore di 40.000 euro nascosti in alcune bustine per il sottovuoto. Gli agenti hanno individuato il computer usato dall’albanese per avere le ordinazioni della droga ed alcuni messaggi non erano stati cancellati, quindi, sono la prova del sistema usato dall’arrestato. È stato trovato anche un quaderno che potrebbe essere molto utile per ampliare l’inchiesta. Ci sono annotati nominativi e quantitativi di droga. Gli investigatori useranno proprio il quaderno per individuare complici fra fornitori e corrieri. Quindi, l’indagine sarebbe solo all’inizio; una volta arrestato il capo, bisognerà risalire a quelle persone che si sono prestate al suo disegno criminale.
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