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Pena ridotta per il camionista nella morte di Alessia Sbal: “Non è stata omessa alcuna soccorso, è morta sul colpo”

La Procura Generale ha accolto la richiesta di assoluzione per Flavio Focassati, il camionista condannato lo scorso giugno a 8 anni di carcere per omissione di soccorso dopo aver investito e ucciso Alessia Sbal sul Grande Raccordo Anulare. La famiglia di Alessia esprime la propria indignazione dichiarando di sentirsi “traditi dallo Stato”.

### Un possibile cambio di pena in appello

La difesa di Focassati sostiene che, poiché la vittima è morta sul colpo, non c’era alcuna possibilità di soccorso utile, il che potrebbe portare a una riduzione della pena in appello a sei anni per il solo reato di omicidio stradale. Il procuratore generale Marina Ingoglia ha sottolineato che, dalla lettura degli atti, il decesso di Alessia Sbal è stato istantaneo, il che rendeva “insussistente” la necessità di assistenza.

### La reazione della famiglia

La famiglia di Alessia Sbal ha reagito con rabbia a questa evoluzione del caso. Ilaria Sbal ha affermato: “La mia famiglia sta continuando a ricevere offese alla memoria e alla dignità di mia sorella… Noi condannate all’ergastolo, Focassati a casa con la sua famiglia…” La sua testimonianza esprime la profonda sofferenza e l’impressione di un’ingiustizia subita.

### I fatti dell’incidente

L’incidente tragico è avvenuto il 4 dicembre 2022, quando Alessia Sbal, mentre era al telefono, è stata urtata da un tir che l’ha costretta a cercare di attirare l’attenzione del camionista. Focassati, invece di controllare, ha continuato la sua marcia, investendo e uccidendo Alessia. “Non mi sono accorto di nulla”, avrebbe dichiarato dopo l’arresto, malgrado le circostanze che hanno portato alla sua condanna.

La situazione rimane tesa e la questione della giustizia per Alessia Sbal è al centro di un acceso dibattito pubblico e giuridico.

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