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Quarticciolo: la polizia affronta nuovamente spacciatori, minacce a un agente con un machete

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Quarticciolo: la polizia affronta nuovamente spacciatori, minacce a un agente con un machete

Ancora un grave episodio di violenza contro le forze dell’ordine al Quarticciolo, un quartiere della periferia Est di Roma, già noto per i problemi legati allo spaccio. Nella serata di ieri, due agenti di polizia sono stati minacciati con un machete da un gruppo di spacciatori. Uno degli agenti ha riportato diverse contusioni con una prognosi di quattro giorni.

Il Corso degli Eventi

Le tensioni sono esplose poco prima della mezzanotte, quando due volanti hanno intercettato un gruppo di circa dieci persone impegnate in attività sospette. I giovani hanno reagito in modo violento alla richiesta di identificazione, con uno di loro che ha tentato di fuggire in direzione di via Cerignola, facilitando la fuga di un altro soggetto durante il controllo.

Intervento della Polizia

Rincorso, il primo fuggitivo ha afferrato un machete nascosto in un cespuglio, minacciando i poliziotti. Tuttavia, un agente è riuscito a disarmarlo senza difficoltà. L’altro giovane è stato fermato poco dopo in via Manfredonia, dove una volante lo ha bloccato senza lasciargli via di fuga.

“I due ragazzi, accomodati non senza difficoltà a bordo delle auto di servizio, sono stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso. Il più giovane dei due, 19enne tunisino, dovrà rispondere anche di porto di oggetti atti ad offendere”, si legge in un comunicato della Questura di Roma.

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Pignatone secondo Pietro Orlandi: “Si sosteneva che fosse stato trasferito per occuparsi del caso di Emanuela”

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Pignatone secondo Pietro Orlandi: “Si sosteneva che fosse stato trasferito per occuparsi del caso di Emanuela”

Pietro Orlandi torna a parlare di Giuseppe Pignatone, rivelando che, secondo due magistrati, “sarebbe stato spostato alla procura a Roma per risolvere un paio di faccende”, tra cui “chiudere il caso di Emanuela”. Orlandi ha dichiarato che tale informazione è emersa durante un incontro la settimana scorsa, sottolineando l’importanza della ricerca della verità riguardo alla scomparsa della sorella.

L’arrivo di Pignatone in Procura a Roma

In un comunicato sociale, Orlandi ha descritto un incontro avvenuto tre anni fa, in cui erano presenti una giornalista, un collaboratore dell’AISE e due noti ex magistrati. “Secondo quanto mi è stato riferito, è stato detto che qualcuno, nel 1992, non volle far installare un noto sistema di sicurezza sulle auto di Falcone e Borsellino”, ha riferito Orlandi. La discussione è poi scivolata sulle motivazioni del trasferimento di Pignatone, che ha avuto il compito di affrontare “il caso di Emanuela Orlandi da archiviare e il caso di mafia capitale”.

Le indagini archiviate con l’arrivo di Pignatone

Orlandi ha spiegato che i magistrati non parlavano di supposizioni, ma di “fatti dei quali erano a conoscenza”. Infatti, all’atto del suo insediamento, Pignatone ha preso in carico il caso di Emanuela e successivamente il caso di mafia capitale. “I due magistrati” hanno richiamato alla memoria le ragioni del trasferimento di Pignatone, affermando “Qualcuno ha voluto assolutamente Pignatone a Roma affinché risolvesse due situazioni”.

In aggiunta, Orlandi ha messo in evidenza che la commissione bicamerale d’inchiesta ha recentemente convocato Pignatone, definendo quel passaggio “necessario per fare chiarezza”. Tuttavia, Pietro Orlandi ha espresso disappunto, dichiarando che “forse è stata un’occasione persa” e accusando Pignatone di aver trattato l’argomento con disinteresse.

Pietro Orlandi: “Lo dico e mi metto a disposizione per le indagini”

Infine, Orlandi ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare con le indagini, evidenziando che “sono passati troppi anni da quel 22 giugno”. Ha chiesto che “tutte le persone che sanno qualcosa si decidano a parlare”, sottolineando l’urgenza e la necessità di fare progressi nelle inchieste riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi.

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Aggressore arrestato dopo il massacro a bastonate di Vittorio Rapisarda, in corso la caccia ai mandanti

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Aggressore arrestato dopo il massacro a bastonate di Vittorio Rapisarda, in corso la caccia ai mandanti

Lo scorso 4 ottobre, Vittorio Rapisarda, Provveditore per le opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, è stato aggredito nell’androne della sua abitazione in via delle Carrozze, a pochi passi da Piazza di Spagna, nel centro di Roma.

Arresto dell’aggressore

Le forze dell’ordine hanno già arrestato l’aggressore e stanno attualmente indagando su possibili mandanti dietro l’episodio violento.

Gli inquirenti seguono diverse piste per chiarire i motivi dell’attacco e la possibile connessione con altre persone.

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