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Resti precedentemente segnalati

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Resti precedentemente segnalati

È stato inviato ieri in mattinata l’antropologo incaricato di sciogliere il mistero delle "ossa" umane ritrovate in un pozzo a "Castel Sant’Angelo". L’esperto, inviato dalla Soprintendenza speciale di Roma, ha condotto un primo sopralluogo, che proseguirà anche oggi, per stabilire l’antichità dei resti. Successivamente, verranno rimossi per analisi del Dna, che potrebbero rivelare se appartengano a un uomo o a una donna. Interessante è emerso che già in passato, durante uno scavo precedente, si era segnalata la scoperta di resti umani, ma non vennero effettuate indagini. La situazione è cambiata lo scorso 25 febbraio, quando una squadra di operai intervenendo a causa di un’infiltrazione ha fatto scattare l’allerta. I carabinieri, che stanno indagando, hanno sottolineato che si tratta di "ossa di interesse storico e archeologico e sono necessari accertamenti di carattere antropologico". Un primo esame esterno suggerisce che i resti non appartengano a un’epoca recente. L’area del mausoleo rimarrà sotto sequestro fino al termine delle indagini.

LE INDAGINI

I carabinieri della compagnia Roma San Pietro sono stati incaricati del caso, delimitando l’area e informando la procura per avviare gli accertamenti. L’area è stata subito sequestrata e i militari attendono l’inizio delle procedure di recupero per eseguire ulteriori accertamenti e rilievi.

LA STORIA

Il pozzo in cui sono state trovate le ossa sarebbe stato utilizzato come prigione: un cunicolo della fortezza del mausoleo chiuso almeno dagli anni ’70 del secolo scorso. "Castel Sant’Angelo" è noto per la sua storica funzione di prigione, con celle accessibili tramite stretti cunicoli, simili a quello sequestrato dagli investigatori. Si ipotizza che le ossa ritrovate possano appartenere a detenuti imprigionati all’interno del castello, un luogo noto per la detenzione di cospiratori e prigionieri illustri come Benvenuto Cellini e Giordano Bruno. Solo la perizia dell’antropologo potrà sciogliere il mistero attorno all’ultimo rinvenimento nei sotterranei di "Castel Sant’Angelo".

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Cronaca

Modifiche al Regolamento sui Tavolini di Bar e Ristoranti a Roma

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Modifiche al Regolamento sui Tavolini di Bar e Ristoranti a Roma

La regolarizzazione dei tavolini all’aperto a Roma sta per cambiare in modo significativo l’assetto degli spazi pubblici della capitale. La nuova normativa, che dovrebbe essere votata nei prossimi giorni, promette di abolire il precedente sistema basato sul “fronte vetrina”, in vigore da oltre un decennio. Entro il 31 dicembre, scadrà anche la lunga proroga dei “dehors” stabilita per sostenere le attività di ristorazione durante la pandemia Covid.

Roma, Regolamento per i tavolini di bar e ristoranti: ecco cosa cambia

Questo Regolamento è il risultato di oltre un anno di discussioni e mira a riportare qualità e decoro nelle strade, spesso sature di tavolini e ombrelloni privi di un’armonia architettonica. La nuova regola cambierà il metodo di calcolo per l’occupazione del suolo pubblico, che ora sarà proporzionale alla superficie interna dei locali, escludendo i magazzini. La città sarà divisa in tre macro aree, e anche gli alberghi al piano terra potranno avere plateatici.

Il texto del Regolamento è stato oggetto di intense discussioni, come dimostrano i 160 emendamenti presentati in Assemblea Capitolina. Una modifica significativa prevede che nelle aree pedonali UNESCO l’occupazione di suolo pubblico possa richiedere fino al 40% degli spazi, rispetto al 50% inizialmente previsto.

Roma, le concessioni Osp e il catalogo degli arredi

Accolto con favore anche la creazione di un “Catalogo degli arredi”, sviluppato in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina. Questo elenco stabilisce i materiali e i colori per tavoli e sedie, a cui tutti i ristoratori dovranno attenersi, con la possibilità di deroghe per progetti collettivi. La necessità di regole più chiare è stata sottolineata anche dal presidente di Fipe, Sergio Paolantoni, che ha evidenziato quanto sia essenziale per i visitatori sperimentare la “cucina romana” in un contesto decoroso.

L’assessore Monica Lucarelli ha ribadito l’importanza di fornire regole chiare, mentre Giordano Rapaccioni della Cna Roma ha chiesto maggiore attenzione anche per altri settori, come panifici e gelaterie, evidenziando la volontà di esercitare anche con strutture amovibili.

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Il caos in strada richiede un riordino urgente

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Il caos in strada richiede un riordino urgente

Il nuovo regolamento sulle concessioni per i tavolini all’aperto, in discussione nell’Aula Giulio Cesare, è accolto con favore da molti ristoratori, tra cui Giorgio Catalano, operante da dieci anni in piazza Cola di Rienzo. Catalano sottolinea che “un regolamento è sempre positivo” perché fornisce norme chiare e stimola la partecipazione. Prima dell’introduzione di questa disciplina, la situazione era caratterizzata da “un coacervo di cavilli e lacci burocratici complicati” che creavano ambiguità e danneggiavano gli operatori.

Critiche agli abusivi

Catalano esprime chiaramente la sua posizione: “Gli abusivi sbagliano e danneggiano noi e la città”. Riguardo alla partecipazione alla stesura del regolamento, afferma di aver avuto dialoghi con l’assessorato alle Attività produttive e riconosce le preoccupazioni dei residenti. Il ristoratore evidenzia la necessità di considerare la città nel suo complesso, specialmente in quartieri delicati come Monti, dove “in alcuni punti le strade sono senza marciapiedi”.

Una visione positiva per la città

Sottolinea l’importanza di una “città viva” che attragga turisti, ponendo la domanda: “Si vuole una città morta?”. Catalano crede che il nuovo regolamento, sebbene potrebbe comportare una perdita economica per la sua attività, sia necessario per migliorare l’ospitalità di Roma e riordinare le concessioni.

Infine, chiarisce che esiste un criterio oggettivo per la gestione delle concessioni basato sul valore commerciale dei locali e del pagamento degli affitti, considerato un aspetto fondamentale per il calcolo dell’area destinata ai tavolini esterni.

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