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Ritrovata a Roma una ragazza scomparsa di 13 anni, rintracciata tramite i social.

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Ritrovata a Roma una ragazza scomparsa di 13 anni, rintracciata tramite i social.

È stata ritrovata sana e salva la 13enne scomparsa a Roma il 12 marzo. La polizia ha ricostruito la sua posizione grazie ai social network e ha rintracciato la giovane insieme a un’altra ragazza.

Il ritrovamento e le ricerche

Il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi Odv ha confermato il ritrovamento della tredicenne. Non era la prima volta che si allontanava volontariamente dall’abitazione dei suoi genitori. Le ricerche, scattate dopo la denuncia dei genitori, si erano concentrate sulla periferia Est della Capitale, nelle stazioni ferroviarie, metropolitane e degli autobus.

Dettagli dell’allontanamento

Quando è uscita di casa, la ragazza non aveva con sé il telefonino e i genitori non sapevano com’era vestita al momento della scomparsa. Aveva portato con sé uno zainetto contenente diversi abiti, suggerendo che avesse pianificato la fuga. Fortunatamente, la polizia è riuscita a trovarla e a riportarla a casa.

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A Rebibbia la sanità di prossimità è immaginata dai cittadini, “Ci prendiamo cura di tutti”

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A Rebibbia la sanità di prossimità è immaginata dai cittadini, “Ci prendiamo cura di tutti”

Un microdistretto sanitario è al centro di una proposta avanzata da associazioni, cittadini e realtà sociali per i quartieri di Rebibbia, Ponte Mammolo e Casal dei Pazzi, in vista della riapertura di Villa Tiburtina. Questo progetto pilota mira a coinvolgere 25.000-30.000 persone, seguendo il modello già adottato in città come Trieste e Salerno. “A Maggio 2025 è fissata la ‘fine lavori’ per la ristrutturazione edilizia di Villa Tiburtina – spiegano gli attivisti – Crediamo sia arrivato il momento di allargare questo esperimento e renderlo un modello”.

La Riapertura di Villa Tiburtina

La proposta di creare un microdistretto sanitario parte dalla riapertura di Villa Tiburtina, una struttura finora abbandonata. L’iniziativa è frutto dell’impegno di associazioni e residenti, che dal 2021 hanno visto un supporto significativo dallo Sportello Sanitario Mammut, il quale ha assistito oltre 300 persone con difficoltà nell’accesso al Servizio sanitario nazionale. L’istituzione di una Casa di comunità rappresenterebbe un modo per alleggerire il peso sul Ssn e semplificare le procedure per i cittadini, che spesso rinunciano a curarsi a causa di lungaggini burocratiche.

Cambiamento Necessario

Le associazioni sottolineano la necessità di un “profondo cambiamento nell’approccio delle istituzioni (ASL, Distretti, Comuni e Municipi) nei confronti del territorio.” È fondamentale garantire servizi accessibili e umanizzati, superando rigidità burocratiche e promuovendo un dialogo continuo con la popolazione. Tuttavia, il dialogo con la Regione Lazio e le istituzioni locali è stato limitato, ostacolando l’avanzamento del progetto.

Richiesta di Collaborazione

Il documento riguardante il microdistretto è stato presentato in un’assemblea pubblica a Rebibbia, dove le associazioni hanno anche contattato il presidente della Asl Roma 2 Francesco Amato per richiedere un incontro. “Ci sono parecchi punti di domanda – spiegano gli attivisti – Vorremmo sapere quali servizi saranno attivati, in che tempi, e chi ci lavorerà visto che i fondi del PNRR finanziano solo le strutture.” Il progetto si propone di attuare la riforma del SSN nel contesto urbano, ridefinendo l’assetto amministrativo secondo il principio di sussidiarietà, e rendendo il microdistretto una funzione centrale del Sistema Sanitario Nazionale.

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La moglie è stata picchiata e violentata due volte a settimana: “Lo dice l’Islam”

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La moglie è stata picchiata e violentata due volte a settimana: “Lo dice l’Islam”

Un uomo di quarant’anni è stato portato a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, accusato di abusi sulla moglie e sul figlio di 17 anni, sottoponendoli a continui atti di umiliazione e violenza fisica.

Le accuse di violenza

Secondo quanto emerso, la donna veniva picchiata due volte a settimana “perché lo dice l’Islam”, come le urlava il marito. In diverse occasioni, sarebbe stata violentata dal 40enne, costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. Entrambi, madre e figlio, erano terrorizzati dalla convivenza con lui, poiché bastava il minimo movimento per farlo scattare in ira.

Un contesto difficile

Le violenze avrebbero avuto luogo tra il 2018 e il 2019. La famiglia, originaria dell’Iran, è arrivata in Italia nel 2016. L’uomo, che in patria insegnava ginnastica artistica, ha avuto difficoltà a trovare lavoro in Italia. Impediva alla moglie di uscire e costringeva il figlio a partecipare a sessioni di allenamento estenuanti, anche in caso di malattia, dicendogli che non valeva niente e picchiandolo. Entrambi potevano uscire solo per andare a scuola, mentre la situazione, nonostante l’intervento dei servizi sociali, continuava a peggiorare.

La decisione di denunciare

Finalmente, dopo anni di soprusi, la donna e il figlio hanno scelto di denunciare il 40enne, che ora è sottoposto a un divieto di avvicinamento e non potrà né tentare di incontrarli né contattarli. Attualmente, l’uomo è in attesa di giudizio e, in caso di condanna, rischia una pena molto severa.

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