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Scoperta eccezionale a Ostia Antica di un straordinario bagno rituale ebraico

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Scoperta eccezionale a Ostia Antica di un straordinario bagno rituale ebraico

Un’importante scoperta archeologica è stata effettuata a Ostia Antica: un mikveh, un bagno rituale purificatorio ebraico, che testimonia la presenza della comunità ebraica nel cuore della Roma antica. Gli scavi condotti nei mesi di giugno e agosto 2024 hanno rivelato un vano semi-ipogeo con un pozzo sottostante.

Dettagli del Mikveh

Il mikveh, destinato alle immersioni per la purificazione di persone e oggetti, è caratterizzato da requisiti specifici, come la connessione a una sorgente d’acqua e la capacità di accogliere almeno 500 litri d’acqua. Gli archeologi hanno sottolineato che “requisiti essenziali di un mikveh sono l’alimentazione mediante acqua piovana o sorgiva, in quantità non inferiore a 40 se’ah (circa 500 l), e la profondità, tale da permettere la completa immersione del corpo di un uomo di media statura”.

Rilevanza Storica

La scoperta del mikveh al parco archeologico di Ostia Antica conferma la storicità del luogo come crocevia di culture, come affermato dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli: “La scoperta di un antico bagno rituale ebraico […] rappresenta un unicum nell’area mediterranea di età romana al di fuori della Terra di Israele”. Inoltre, Alessandro D’Alessio, Direttore del Parco archeologico, ha descritto la scoperta come “assolutamente straordinaria”, evidenziando l’importanza della comunità ebraica a Ostia nel corso della sua storia.

Questo ritrovamento è parte del progetto OPS – Ostia Post Scriptum, realizzato grazie a una collaborazione tra diverse istituzioni accademiche e il Parco archeologico di Ostia Antica, mirando a comprendere meglio lo sviluppo dell’antico centro urbano romano.

Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei, ha commentato sull’importanza di finanziamenti del Ministero della Cultura che hanno permesso interventi significativi nel campo della ricerca archeologica, sottolineando come la scoperta del mikveh apra nuove prospettive per la comprensione della multiculturalità dell’antica città portuale.

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Mollichetta, salvata dagli agenti, trova una nuova mamma dopo l’incendio che ha portato alla morte della padrona

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Mollichetta, salvata dagli agenti, trova una nuova mamma dopo l’incendio che ha portato alla morte della padrona

Una storia di coraggio e affetto arriva da Roma, dove una cagnolona bianca di nome Mollichetta ha dimostrato un attaccamento straordinario alla sua padrona, deceduta durante un incendio. I soccorritori, tra cui poliziotti e vigili del fuoco, sono riusciti a mettere in salvo la cagnolina e altre persone coinvolte nell’incidente.

Il drammatico incendio

Il tragico evento si è verificato il 6 marzo in un palazzo di via del Colli Portuensi. Dopo l’allerta, i soccorritori sono giunti sul posto trovando l’edificio avvolto da fumi tossici e fiamme. Durante le operazioni di soccorso, un’anziana ha perso la vita, mentre la sua cagnolina Mollichetta è rimasta al suo fianco fino all’ultimo respiro, ignorando il pericolo delle fiamme.

Il salvataggio

In un clima di grande paura, i vigili del fuoco e gli agenti della polizia hanno evacuato i piani superiori, recuperando una coppia di anziani prima che fosse troppo tardi. Dopo aver spento le fiamme, i soccorritori hanno sentito urla e sono risaliti, riuscendo a portare in salvo una donna, ma trovando un’altra vitima, l’anziana padrona di Mollichetta, deceduta nella sua camera. Proprio accanto al corpo, è stata trovata la cagnolina, fedele fino alla fine.

Una nuova vita per Mollichetta

Dopo essere stata tratta in salvo, Mollichetta ha ricevuto affetto e coccole dai condomini presenti. Ora, la cagnolona ha una nuova casa e una nuova mamma, la badante della sua padrona che l’ha adottata. Sebbene la perdita sia grande, Mollichetta ha trovato un nuovo porto sicuro accanto a chi si prenderà cura di lei.

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Sentenza per l’omicidio di Thomas Bricca: ergastolo per Roberto Toson e 24 anni per il figlio Mattia

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Sentenza per l’omicidio di Thomas Bricca: ergastolo per Roberto Toson e 24 anni per il figlio Mattia

La Corte d’assise di Frosinone ha emesso una sentenza riguardante l’omicidio di Thomas Bricca, il 19enne ucciso il 30 gennaio 2023 ad Alatri. Roberto Toson è stato condannato all’ergastolo, mentre il figlio Mattia ha ricevuto una pena di 24 anni. Durante l’udienza finale, i pubblici ministeri avevano richiesto l’ergastolo per entrambi gli imputati.

La sera dell’omicidio

Secondo le indagini, la sera del 30 gennaio, Roberto e Mattia Toson si sono recati in centro ad Alatri su uno scooter. Mattia ha sparato con l’intenzione di colpire Omar Haoudi, amico di Bricca, ma ha invece colpito Thomas. I Toson intendevano effettuare una spedizione punitiva in risposta a risse avvenute nei giorni precedenti, a cui Bricca non aveva partecipato. Il colpo, sparato da Mattia, ha raggiunto Thomas alla testa, portando alla sua morte dopo ore di lotta in ospedale.

Gli indizi e la testimonianza

Diversi indizi, tra cui cellulari spinti, un falso alibi e la testimonianza dell’ex fidanzata di Mattia, hanno portato all’arresto dei Toson. Quest’ultima ha riconosciuto il casco bianco indossato dai killer. La testimonianza di Omar è stata cruciale: “Ho sentito il colpo sfiorarmi. Poi ho visto Thomas cadere a terra… era indirizzato a me”. Omar ha anche descritto i dettagli dell’identificazione dei due, conclusi dalla conferma che Mattia è mancino e che possedeva una pistola. Si sospetta che i Toson abbiano tentato di nascondere evidenze compromettenti nel Lago di Canterno o nel bosco delle Fraschette.

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