«Mia sorella non è morta sul colpo, così passa il messaggio che chiunque è libero di investire le persone e scappare». Ilaria Sbal ha espresso la sua indignazione durante il processo in appello per la richiesta di concordato presentata dalla difesa del camionista Flavio Focassati, condannato a 8 anni per l’omicidio stradale aggravato. Alessia Sbal è stata investita e lasciata a terra sul Grande Raccordo Anulare nel dicembre 2022. La condanna iniziale è stata accompagnata dalla richiesta del pg di assolvere il camionista dall’accusa di omissione di soccorso, basandosi sulla valutazione che la 42enne fosse morta sul colpo. Tuttavia, per i familiari, questa posizione è inaccettabile.
LA DISCUSSIONE
Al termine dell’udienza, la sorella di Alessia, insieme agli avvocati, ha ascoltato le argomentazioni del procuratore generale, che ha sostenuto che la morte fosse stata istantanea, quindi non configurabile l’omissione di soccorso. Ilaria Sbal ha contestato questa affermazione: «Non c’è nessun risarcimento e mia sorella non è morta sul colpo, conosco gli atti a memoria». Il suo sfogo ha portato alla sospensione dell’udienza, ma successivamente ha presentato le sue scuse ai giudici, sottolineando il dolore e la difficoltà di affrontare la situazione.
LA DINAMICA
La tragica vicenda è avvenuta quando Alessia Sbal è stata travolta dal tir di Focassati, dopo una collisione tra i rispettivi veicoli. Quando la vittima ha contattato il numero di emergenza per segnalare il tir, il camionista ha ripreso il viaggio travolgendola e fuggendo dalla scena. È stato fermato a una lunga distanza dalla Polstrada, dopo aver tentato di spaventare i testimoni oculari che lo inseguivano.