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Cronaca

Un chip nel cranio: ipotesi sul mandante

Alessandro Marchili, 24enne arrestato per gli incendi in sette stabilimenti balneari a Ostia, ha descritto una realtà intrisa di paranoia, affermando di sentirsi braccato e di essere controllato da un microchip. Le autorità stanno valutando la necessità di una perizia psichiatrica per determinare se il suo comportamento derivi da un grave disturbo mentale o se rappresenti un alibi per possibili mandanti. Secondo la sua versione, gli attacchi sono stati motivati da un delirio perseguitorio, mentre gli incendi sono avvenuti proprio dopo la sentenza del Consiglio di Stato riguardante le concessioni.

L’INTERROGATORIO

Marchili ha dichiarato di avere un microchip militare nella testa e di sentirsi seguito. Durante l’interrogatorio con la polizia, ha mostrato segni di fragilità psicologica e ha ammesso di aver agito da solo, accendendo fuochi con un accendino e una bomboletta spray. Gli incendi hanno provocato danni limitati ma hanno suscitato notevole attenzione mediatica e comportato l’istituzione di un Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. La pista mafiosa è stata esclusa, ma ci si interroga se il giovane avesse intenzioni di screditare Ostia.

LA CONFESSIONE

Marchili si è riconosciuto nelle riprese delle telecamere di sicurezza, confermando di aver agito in solitaria. È stato bloccato dai balneari e consegnato alla polizia, portando solo un tramezzino avariato e pochi effetti personali. Non possedeva un telefono cellulare e, nonostante la mancanza di prove che suggeriscano complici, non si esclude la possibilità che possa essere stato istigato a compiere gli atti vandalici. La mancanza di un movente credibile si fa evidente, rendendo complesso comprendere le ragioni dietro a sette incendi nel periodo di liberalizzazione delle concessioni, un contesto che potrebbe influenzare nuovi investimenti nel settore.