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Un motociclista con la targa coperta viene fermato dopo un inseguimento.

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Un motociclista con la targa coperta viene fermato dopo un inseguimento.

Un motociclista trentasettenne è stato denunciato dopo aver tentato di coprire la targa della sua moto per sfuggire ai controlli della polizia locale di Roma Capitale. L’episodio si è concluso con un inseguimento che ha preso avvio quando l’uomo non si è fermato all’alt imposto dagli agenti.

Dettagli dell’inseguimento

Il fatto è avvenuto nella periferia di Roma, precisamente a Pietralata, mentre gli agenti del IV Gruppo Tiburtino erano impegnati in controlli con l’autovelox. Il motociclista aveva deciso di nascondere la targa per evitare una multa. Solo pochi giorni dopo, è stato individuato in via Filippo Fiorentini, dove ha accelerato cercando di fuggire dagli agenti.

Violazioni del Codice della Strada

I poliziotti hanno seguito il motociclista, il quale ha messo in atto manovre pericolose per ostacolare il fermo. La fuga è terminata in piazza Santa Maria del Soccorso. Dopo averlo bloccato e identificato, i vigili urbani hanno redatto vari verbali per violazioni al Codice della Strada, tra cui ‘circolazione contromano’, ‘passaggio con il rosso’ e ‘guida pericolosa’, insieme alla ‘sospensione immediata della patente di guida’. È stata anche formalizzata una denuncia per ‘resistenza a pubblico ufficiale’.

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La mamma del bimbo di 2 anni morto al Bambino Gesù esprime fiducia nella giustizia

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La mamma del bimbo di 2 anni morto al Bambino Gesù esprime fiducia nella giustizia

Laura, la madre del bimbo di due anni morto per un problema cardiaco all’ospedale Bambino Gesù di Roma, ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio per cinque medici. Il suo bambino è deceduto il 3 gennaio 2019 e i medici sono accusati di omicidio colposo per negligenza, impudenza e imperizia.

La dichiarazione della madre

Laura ha dichiarato di essere “contenta della richiesta di rinvio a giudizio per i cinque medici” e ha espresso fiducia nel lavoro della magistratura per ottenere giustizia per la morte di suo figlio. Secondo gli inquirenti, i medici avrebbero “intervenuto con macroscopico ritardo” e avrebbero erroneamente posizionato le cannule arteriosa e venosa, contribuendo così al decesso del bambino. La madre ha aggiunto: “Oggi abbiamo una nuova perizia con tanto di prove e articoli scientifici, che dimostra la gravità di quanto è accaduto a nostro figlio”. Una nuova udienza è fissata per mercoledì 26 marzo.

Il percorso legale

Laura ha descritto la difficoltà di affrontare il caso legale, rivelando che la prima perizia era stata archiviata e che trovare un medico per una controperizia si è rivelato complicato. Insieme ai suoi avvocati, Jacopo Macrì e Domenico Naccari, hanno denunciato per falso i periti della prima perizia, portando a una successiva verifica della loro correttezza. I nuovi periti nominati dal Tribunale hanno trovato delle irregolarità, allegando prove ed articoli scientifici alla relazione.

Critiche all’operato dell’ospedale

Laura ha anche criticato l’operato della dottoressa Albanese, assente durante il trasferimento di emergenza del bambino il 31 dicembre 2018, e ha sottolineato che il figlio necessitava di un intervento immediato. “Come genitori vorremmo ringraziare i nostri avvocati, che non hanno smesso di credere al caso ed in questi sei anni non hanno mai mollato”, ha concluso, evidenziando l’importanza della loro costante presenza.

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Il dossier Orlandi sulla scomparsa di Emanuela è sparito dall’Archivio di Stato: l’ipotesi su dove si trovi

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Il dossier Orlandi sulla scomparsa di Emanuela è sparito dall’Archivio di Stato: l’ipotesi su dove si trovi

Recenti sviluppi sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi hanno rivelato che un dossier trovato vuoto all’Archivio di Stato potrebbe essere stato trasferito al Dcpp, Direzione centrale di Polizia di prevenzione del ministero dell’Interno. La commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Orlandi e Mirella Gregori sta indagando su questa ipotesi.

Dossier scomparso

Il Messaggero ha riportato che non è ancora chiaro chi abbia spostato il materiale del fascicolo. Tuttavia, sarebbero stati proprio i rappresentanti dell’Archivio centrale dello Stato a fornire questa informazione ai commissari. Sebbene si stia chiarendo la situazione riguardante il fascicolo, il mistero della sua sparizione rimane irrisolto.

Contenuti mancanti

I documenti richiesti nei giorni scorsi sarebbero stati consegnati, ma la busta 369 Roma sott. 8 ‘Scomparsa di Emanuela Orlandi’ non risulta mai versata all’Archivio centrale. Questo apre nuovi interrogativi sulla ragione della sua presenza in archivio.

La scoperta del fascicolo vuoto è avvenuta alla fine di febbraio, quando il giornalista Gian Paolo Pelizzaro, consulente della Commissione, lo ha trovato durante ricerche non correlate. Il presidente della commissione, il senatore Andrea De Priamo, è stato subito informato.

“Vedendo il sommario, sembra che il dossier contenesse materiale interessante. Ma non escludo che si tratti di un caso di desecretazione formale”, ha commentato De Priamo riguardo alla sparizione dei fogli. Il dossier, sebbene privo di contenuti, presenta un sommario che elenca documenti di possibile valore per le indagini.

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