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Cronaca

«Un racconto di paura: tentativo di adescamento»

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«Un racconto di paura: tentativo di adescamento»

La segnalazione di Tommaso, un ragazzo di 16 anni, evidenzia una preoccupante situazione di sicurezza. “Se ho paura? Decisamente sì: hanno una mia foto e sanno quale scuola frequento. Non mi sento al sicuro”. Il giovane è stato avvicinato martedì 11 marzo da una coppia che ha tentato di adescare un quindicenne con la scusa di offrirgli un passaggio in macchina.

Il racconto di Tommaso

La vicenda si è svolta davanti al liceo scientifico “Pasteur” a Monte Mario, quando, per motivi medici, Tommaso è uscito anticipatamente da scuola. Mentre attendeva sua madre seduto sul gradino del marciapiede, ha notato una donna “difficile da non notare” che si comportava in modo sospetto. “Parlava al telefono, a bassa voce. Un avvoltoio! Non faceva altro che girarmi intorno… Era una situazione veramente strana.”

Un incontro inquietante

Improvvisamente, la donna ha chiuso la chiamata e si è avvicinata, scattandogli una foto. “Sono rimasto pietrificato. Tutto mi aspettavo, tranne che mi scattasse una fotografia.” Solo dopo aver visto un suv nero arrivare, Tommaso ha riconosciuto la situazione: “La sera prima, mi ero imbattuto in un articolo di giornale” che descriveva una coppia coinvolta in simili tentativi di adescamento.

La richiesta di attenzione

Dopo l’episodio, Tommaso ha immediatamente segnalato l’accaduto ai carabinieri, esprimendo la sua preoccupazione: “Ho paura che tutto questo possa riaccadere, magari ai danni di un ragazzo più giovane, ignaro della situazione.” Il ragazzo sottolinea l’importanza di diffondere la notizia: “Credo che sia rilevante spargere la notizia: la conoscenza è un’arma che, in queste circostanze, può essere salvifica.”

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Cronaca

L’Arco Sport Roma: crescita degli iscritti e atleti olimpici

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L’Arco Sport Roma: crescita degli iscritti e atleti olimpici

Il quartiere di Tor Tre Teste si conferma un polo di eccellenza per il tiro con l’arco, come dimostrato dai numeri della storica Arco Sport Roma. Nel 2025, la federazione del Coni ha premiato la società con la Stella di rubino per il maggior numero di tesserati in Italia: ben 300, suddivisi tra 170 master, 100 seniores e 30 iuniores.

Record di Successi e Formazione

Questi numeri si accompagnano a una storia di successi che risale a oltre quarant’anni fa. L’Arco Sport Roma ha conquistato 51 titoli italiani e ha fornito alla nazionale 15 atleti, molti dei quali hanno partecipato alle Olimpiadi. Sante Spigarelli, presidente della società e olimpionico plurimedagliato, ricorda come la loro avventura sia iniziata nel 1981: “Nel 1982 alla nostra neocostituita associazione sportiva venne data in concessione un’area che, oltre ad essere allora in aperta campagna, era la discarica dei cantieri del costruendo quartiere di Tor Tre Teste.”

Un Centro di Eccellenza

L’impianto di Tor Tre Teste, frutto di un lungo processo di recupero, è diventato un centro di riferimento non solo per il tiro olimpico, ma anche per altre discipline come il tiro storico e il Kyudo. Spigarelli sottolinea: “Il nostro impianto in 43 anni è divenuto per il Comune e per il Municipio un valido esempio di recupero ambientale.” La struttura offre anche attività accessibili a tutti, incluso il lancio dei coltelli e delle asce.

Inclusione e Accessibilità

Particolare attenzione è dedicata all’inclusione attraverso lo sport. Spigarelli afferma: “Il tiro con l’arco è uno sport per tutti e praticabile a tutte le età, da non vedenti e disabili sia fisici che mentali.” Inoltre, il nostro impianto è stato classificato come di interesse nazionale specialmente attrezzato per atleti disabili. Tuttavia, la sua collocazione rende difficile l’accesso con i mezzi pubblici, limitando la partecipazione dei giovani, ma l’associazione offre corsi aperti a tutti, facilitando l’accesso alla disciplina del tiro con l’arco.

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Antonio Micarelli, il vigilante arrestato dopo aver ucciso un ladro a Roma: “Stavo osservando l’auto, non il bandito”

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Antonio Micarelli, il vigilante arrestato dopo aver ucciso un ladro a Roma: “Stavo osservando l’auto, non il bandito”

Emergono nuovi dettagli dalla linea difensiva durante l’interrogatorio di garanzia del soggetto coinvolto. L’imputato ha dichiarato: “Non ho mirato al ragazzo ma al cofano di una macchina parcheggiata”.

Le dichiarazioni, riprese dalla documentazione del caso, pongono l’accento sulla ricostruzione dei fatti iniziali che hanno portato all’inchiesta. La difesa sostiene la tesi che non ci sia stata intenzione di colpire il giovane coinvolto nell’incidente.

Le indagini proseguono, con gli inquirenti che valutano attentamente le circostanze e le testimonianze raccolte. Gli sviluppi della vicenda continueranno a essere monitorati per chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti.

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