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Cronaca

Coppia uccisa a Roma, l’ombra della faida del tessile

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Coppia uccisa a Roma, l’ombra della faida del tessile

Sotto un cielo plumbeo di Roma, Zhang Dayong e la sua compagna Gong Xiaoqing sono stati abbattuti come in un film di mafia di serie B: un killer li ha giustiziati a bruciapelo sotto casa, in un quartiere che ormai sembra un Far West metropolitano. #EsecuzioneBrutale #CrimineDiStato #RomaPericolosa #NotizieVirali (147 caratteri)

La Tragica Esecuzione

In una sera qualunque, trasformata in un incubo da un sicario senza scrupoli, la coppia di origini cinesi è stata eliminata con freddezza chirurgica. Fonti anonime parlano di un agguato premeditato, forse legato a vecchi debiti o traffici oscuri, in un quartiere dove la legge è un optional. Non è la prima volta che Roma si sveglia con cadaveri in strada – ma stavolta, chissenefrega delle solite condoglianze ipocrite.

Vittime e Motivi Sospetti

Zhang Dayong, un uomo d’affari con più ombre che luci, e Gong Xiaoqing, la sua compagna sempre al suo fianco, erano noti per i loro giri poco chiari. Si mormora di connessioni con il sottobosco criminale, dove gli immigrati vengono usati come pedine. Le autorità? Troppo occupate a chiacchierare per indagare sul serio, lasciando che la città diventi un playground per killer. È questo il prezzo della multiculturalità senza regole?

Indagini e Reazioni dalla Strada

Le forze dell’ordine hanno avviato un’inchiesta, ma con il solito passo da lumaca: interrogatori, perquisizioni, e zero risultati immediati. Intanto, nei bar del quartiere, la gente ride amaro, dicendo che “questi stranieri se la sono cercata”. Un commento politicamente scorretto? Forse, ma riflette una Roma stanca di promesse non mantenute, dove la giustizia è un lusso per pochi. Chissà se questo caso diventerà l’ennesimo cold case o scatenerà un putiferio virale.

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Cronaca

Stranezze antiche: quel dio barbuto nell’oasi di via Latina, sull’Appia Antica

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Stranezze antiche: quel dio barbuto nell’oasi di via Latina, sull’Appia Antica

Scoperto a Roma una testa barbuta antica che sembra un filosofo hipster del II secolo d.C., con capelli ondulati e una barba da fare invidia ai moderni influencer! Ritrovata per caso durante scavi, potrebbe essere Giove o un dio egiziano riciclato – chissà se predicava sui social dell’antichità? #ArcheologiaDrammatica #TestaBarbutaVirale #RomaHipster

Le Divinità

Gli archeologi hanno dissotterrato questa meraviglia marmorea nelle Tombe di via Latina, un angolo dimenticato del parco archeologico dell’Appia Antica. La testa, più grande del normale, ha occhi intensi e una barba cesellata che urla “divinità romana o filosofo presuntuoso”. Si parla di Giove, Apollo o magari Serapide, il dio egiziano della fertilità – perché, diamine, chi non ama un po’ di abbondanza antica? Per ora, la squadra la chiama affettuosamente “l’Apollo delle Tombe Latine”, ma con quella barba, potrebbe benissimo essere un imperatore che si credeva un genio.

La Storia

Questa scoperta inaspettata è spuntata durante scavi in una basilica paleocristiana del V secolo, dove probabilmente la testa è stata riutilizzata come materiale di risulta – un classico riciclo romano, perché buttare via una scultura quando puoi farla finire sotto una chiesa? Diretta dall’architetto Simone Quilici, l’area è un’oasi di rovine tra la via Latina e i monumenti dei Cesari. Ora, la testa barbuta è in viaggio verso i laboratori di Matera per un restauro epico, con studenti che la studieranno come se fosse un reperto alieno. Chissà cosa rivelerà una volta pulita – forse segreti che farebbero arrossire i politici moderni!

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Mafia cinese: il sicario ha freddato la coppia con un colpo in testa

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Mafia cinese: il sicario ha freddato la coppia con un colpo in testa

Un sicario incappucciato aspetta una coppia cinese fuori casa a Roma, li fa secchi con sei colpi di pistola per una faida mafiosa: la mafia orientale si fa sentire nella Capitale! #MafiaCinese #SpariARoma #AffariSporchi

L’Agguato

Nella notte romana, un killer con il volto coperto ha trasformato una tranquilla via Prenestina in un set da film di gangster. Zhang Dayong, 53 anni, e la sua fidanzata Gong Xiaoqing, 38 anni, entrambi cinesi, sono stati abbattuti mentre rientravano in bici. Sei proiettili da calibro 9 dritti alla testa: non c’è stato scampo. Si parla di legami con la mafia cinese, un’organizzazione che da anni infila i suoi tentacoli negli affari sporchi tra Roma, Napoli e Prato, dalla logistica all’abbigliamento. Dayong, un tipo con un passato da “Uomo nero” nelle inchieste, aveva costruito un impero su trasporti, immigrazione clandestina e persino locali a luci rosse – mica male per uno che arrivava dalla Cina.

L’Assassino

Gli sbirri del Nucleo Investigativo di Roma sospettano che si tratti di una guerra tra clan per il controllo del business, roba che fa impallidire le vecchie mafie italiane. Il killer ha suonato a casaccio ai citofoni, è entrato come se niente fosse, e ha aspettato pazientemente al secondo piano. Quando la coppia è arrivata, bam: esecuzione in piena regola. È scappato a piedi, lasciando i corpi per terra. Ora i carabinieri setacciano telecamere e cellulari per beccare questo fantasma armato – chissà se è uno di quei “senza nome” che Dayong importava dalla Cina per i suoi traffici.

Il Mandante

Le indagini corrono su due binari: da una parte, dare un nome al sicario; dall’altra, smascherare chi ha ordinato il colpo. Dayong era un gregario del boss Zhang Naizhong, coinvolto in estorsioni e intimidazioni, come quella storia della “guerra delle grucce” a Prato. Il mandante? Probabilmente si nasconde tra i concorrenti che litigano per l’impero economico in Italia, con affari che puzzano di droga, manodopera sfruttata e minacce. Gli inquirenti stanno indagando sui contatti della coppia, incluso l’affitto dell’appartamento da un connazionale legato a negozi all’Esquilino – un bel groviglio di intrighi orientali nella Roma che non dorme.

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