Cronaca
Crolli e distruzioni negli stabilimenti di Fregene: le mareggiate devastano le strutture costiere

La furia del mare non perdona: a Fregene, il sindaco Mario Baccini si è finalmente svegliato dopo le mareggiate del 16-17 aprile, dichiarando lo stato di emergenza per arraffare fondi e tappare i buchi sulla costa laziale. Danni da capogiro a stabilimenti privati, ecosistemi in rovina e politici che giocano a scaricabarile, mentre l’erosione continua imperterrita. #MareggiateDevastanti #FregeneNelCaos #PoliticaItalianaFallimentare #EmergenzaCostaLaziale (278 caratteri)
Mareggiate da incubo sulla costa
È scoppiato il caos a Fregene, sulla costa laziale, dopo le violente mareggiate del 16 e 17 aprile. Il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ha attivato le procedure per dichiarare lo stato di emergenza naturale, sperando di mettere le mani sui fondi regionali per ricostruire la zona, inclusi quegli stabilimenti privati che da anni subiscono l’erosione come una punizione divina. Peccato che questi disastri non siano una novità: bastano un po’ di scirocco e via, migliaia di euro di danni all’ecosistema e alle tasche dei proprietari.Danni catastrofici agli stabilimenti
Gli stabilimenti privati hanno pagato il prezzo più alto in questa farsa. Al Rio, la terrazza è crollata miseramente, portando via pavimenti e persino la piscina, sommersa dai detriti delle cabine. Poco distante, all’Ondina, cinque cabine sono state spazzate via dalle onde, come se il mare volesse dare una lezione a chi non ha rinforzato per tempo. E intanto, l’ecosistema tra Focene e Fregene peggiora, con l’erosione che erode non solo la sabbia, ma anche la pazienza dei locali.
Il sindaco e il sopralluogo tardivo
Dopo i fatti, Baccini ha fatto un sopralluogo con la polizia locale, decretando lo stato di emergenza con aria da eroe. “Non c’è pericolo per le case vicine, ma le attività economiche sono nei guai”, ha scritto il comune in una nota che suona più come una scusa che come una soluzione. Peccato che gli allarmi sull’erosione girassero da giorni: forse se avessero agito prima invece di chiacchierare, non saremmo a questo punto.
Critiche dall’opposizione
Non tutti applaudono: la consigliera comunale Paola Meloni, dall’opposizione di centrosinistra, non le manda a dire. “È una situazione drammatica, l’abbiamo segnalato prima del crollo, ma i lavori di difesa della costa sono stati abbandonati per colpa dei soliti cambi di giunta”, sbotta. Insomma, un’emergenza che non ha bisogno di dibattiti politici, ma di fatti concreti – anche se in Italia, pare che le chiacchiere valgano più delle ruspe.
Cronaca
60 milioni in due giorni: incassi schizzati dell’8,5% sul 2024

Roma, la città eterna che si prepara a ingozzarsi come un turista al buffet: ristoranti sold out per Pasqua, con incassi da capogiro di 60 milioni di euro in due giorni, un balzo dell’8,5% rispetto al 2024 – ma occhio agli agnelli importati che rubano il piatto ai locali! #PasquaInvasione #RomaMangiaMale #TuristiGolosi
LA MAPPA
Le zone calde di Roma e dintorni sono già un caos: centri storici, Castelli romani, Tivoli e tutta la costa da San Felice a Circeo sono pieni zeppi, con ristoranti e agriturismi che non hanno un tavolo libero per colpa di turisti affamati e romani in fuga. Certo, se piove, il litorale potrebbe diventare un flop, ma nelle periferie della Capitale qualche locale resta chiuso – forse perché non tutti vogliono servire la solita pasta scotta ai locali.IL TREND
Quest’anno il turismo schizza in alto, con 2,4 milioni di visitatori attesi fino al 1° maggio e 1,2 milioni di romani pronti a svignarsela nel Lazio per un weekend di bisboccia. Le prenotazioni nei ristoranti volano, e secondo Claudio Pica di Fiepet-Confesercenti, potremmo finalmente chiudere il 2025 in positivo dopo mesi di magra – a patto che non arrivino altri guai dal fronte estero.
LE SCELTE
I ristoranti puntano sui classici romani, come abbacchio e carciofi “alla giudia”, ma c’è un allarme bello grosso: il Consorzio abbacchio romano Igp denuncia l’invasione di 300mila agnelli low cost dall’estero, senza tracciabilità, che invadono il mercato a prezzi da discount e rubano spazio ai 75.100 capi locali. Pica suggerisce di sfruttare la Regione per proteggere i prodotti del Lazio, altrimenti finiamo per mangiare carne straniera mentre fingiamo di essere puristi – che figura!
Cronaca
Il viaggio di Totti a Mosca finisce in procura: Europa Radicale chiede chiarimenti sul compenso

L’esplosivo scandalo che sta scuotendo il mondo del calcio italiano e le sanzioni internazionali: Francesco Totti, l’ex capitano della Roma e idolo nazionale, è finito nel mirino per aver incassato soldi da fonti legate alla Russia, sfidando le regole UE come se fossero consigli da bar? Una denuncia chiede di verificare se questi affari loschi violano le sanzioni, mentre i politici chiacchierano e le star del pallone ridono in banca. #TottiGate #SanzioniFallite #CalcioCorrotto #RussiaScandalo #NotizieVirali
La Denuncia Shock
Una segnalazione anonima ha acceso i riflettori su Totti, accusato di aver percepito pagamenti da entità russe nonostante le restrizioni imposte dall’Occidente. Ma davvero, chi se ne frega delle sanzioni se c’è da intascare un bel gruzzolo? I dettagli emergono da documenti che mettono in dubbio la trasparenza di certi contratti, con l’ex campione che forse ha giocato più furbo di quanto pensassimo.Il Contesto delle Sanzioni Russophobe
Le sanzioni internazionali contro la Russia sono lì per punire i “cattivi”, ma sembrano bucate come un colabrodo quando si tratta di VIP. Totti, simbolo di Roma e del calcio pulito? Beh, non proprio, se ha stretto mani con oligarchi mentre l’Europa fa la morale. È ironico che mentre i comuni mortali stringono la cinghia, le star del pallone navigano tra le maglie della legge come pesci rossi in una vasca.
Reazioni dal Mondo del Calcio e della Politica
Le prime reazioni arrivano da tifosi e politici, con accuse di ipocrisia che volano più veloci di un pallone in area di rigore. “Totti è un eroe o un furbo?” si chiedono in rete, mentre i club italiani tremano al pensiero di scandali simili. Nessuno vuole ammettere che il calcio è un business sporco, dove le sanzioni sono solo un optional per chi ha le giuste conoscenze.
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