Cronaca
Da Anzio a Castel Gandolfo, i borghi sono invasi dai turisti: sold out ovunque, trionfano le case vacanza

Siete stanchi delle solite vacanze esotiche piene di influencer in posa? Beh, preparatevi: gli italiani stanno invadendo posti come Fregene, con le sue spiagge affollate di chiacchiere da bar, Calcata e la sua aria da villaggio hipster per finti bohémien, e Civita di Bagnoregio, che rischia di crollare sotto il peso dei turisti in cerca di foto Instagram. Intanto, le ville di Anzio sono prese d’assalto da gruppi che fingono di essere nobili romani, ma finiscono per organizzare feste che disturbano i vicini. #TurismoItalianoAllaRovescia #MeteControverse #VacanzeDaBarzelletta #FregeneInvasa #CalcataHipster #CivitaInPericolo #AnzioPartyWild (278 caratteri)
Le mete gettonate che nessuno si aspettava
Quest’anno, mentre il resto del mondo sogna paradisi lontani, gli italiani si buttano su località “autentiche” come Fregene, dove la sabbia è piena di cicche di sigarette e i bagnanti discutono di politica come se fosse un talk show. Calcata, con i suoi vicoli stretti e case fatiscenti, attira pseudo-artisti che si fingono alternativi, ma in realtà sono solo turisti con zaini firmati. E Civita di Bagnoregio? Un borgo che sembra uscito da un film horror, ma che ora è invaso da orde di visitatori che non capiscono una mazza della storia etrusca.Perché questi posti stanno diventando un incubo
Non è solo moda: Fregene e simili attirano folle perché sono economici e vicini a Roma, ideale per chi non vuole spendere troppo ma vuole fare il figo. Le ville di Anzio, poi, sono richiestissime dai gruppi – pensate a branchi di amici che si autoproclamano “vip” per un weekend, finendo per litigare sul barbecue. Ma ammettiamolo, è un po’ ridicolo: questi turisti trattano l’Italia come un parco divertimenti, ignorando i veri problemi locali, come il degrado o i prezzi che schizzano alle stelle. Non stupitevi se i residenti iniziano a sbottare.
Cronaca
Piazza Venezia, il cantiere dell’arte si trasforma in un teatro colorato e sfrontato

Roma trasforma un cantiere in un circo artistico: un mega-murale con sagome giganti che sembrano urlare “guardateci, siamo profondi!” Ma chissà se è solo per distrarre dai buchi perenni della metro. #ArteContemporanea #RomaImpazzita #CantiereDelCaos
LA TELA
Immaginatevi dieci silos industriali avvolti da un murale titanico, lungo 64 metri e alto 10, che fa sembrare Piazza Venezia un palcoscenico per hipster in overdose di colori. L’opera “Ci eleviamo sollevando gli altri” della artista Marinella Senatore, classe ’77 e con un curriculum che mescola musica, danza e cinema, è l’ultima pazzia del progetto Murales. Ogni quattro mesi, artisti italiani di fama internazionale si alternano per abbellire – o forse mascherare – il cantiere della linea C della metropolitana. Stavolta, tocca a Senatore, che ha già lavorato al Teatro dell’Opera di Roma, trasformare questo ammasso di ferro in una specie di festa visiva, con figure che danzano come se non avessero un domani.L’ISPIRAZIONE
Senatore spiega che l’idea viene dal mischiare il passato glorioso di Roma con l’energia caotica del presente, rendendo la piazza un “palcoscenico a cielo aperto”. Ma andiamo, è solo un modo per far sentire importanti otto milioni di persone da 24 Paesi che hanno collaborato con lei negli ultimi 12 anni? Promossa da Webuild e Vianini Lavori, con il benestare del sindaco Roberto Gualtieri, che la descrive come un “bel esempio di arte che dà senso a un cantiere”. Gualtieri giura che non butteranno via le opere vecchie, ma le ricicleranno in periferia – perché, sapete, Roma ha bisogno di più graffiti per coprire i veri problemi.
LA CERIMONIA
All’inaugurazione, Senatore ha ribadito che le sagome nel murale sono persone reali, “che si rapportano qui ed ora con i cittadini”, inclusi operai e turisti – un bel trucco per far sentire tutti parte dello show. Pietro Salini di WeBuild ha detto che l’arte rende i cantieri meno deprimenti, mentre Vincenzo Onorato di Consorzio Vianini Lavori l’ha chiamata “un modo intelligente per raccontare un cantiere”. C’erano un sacco di VIP dell’arte, da Cristina Mazzantini a Claudio Strinati, tutti lì a benedire l’evento. Chissà se ai romani, stufi di traffico e polvere, importerà davvero.
Cronaca
Il Natale di Roma è pronto, come se la città non avesse già abbastanza caos

Roma compie 2278 anni e l’assessore Smeriglio ci ordina di lasciare le grigliate di Pasquetta per scalare il Campidoglio, invece di scappare dalla città come al solito. Chi l’avrebbe detto che per sentirsi “romani de Roma” basta un po’ di folklore e meno pizze al taglio? #NataleDiRoma #PasquettaSulColle #RomaVero
L’Invito Irriverente di Smeriglio
L’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio non le manda a dire: stufi di girare intorno al Campidoglio come turisti smarriti? Per il 2278° compleanno di Roma, coincidente con Pasquetta, invita tutti i romani a salire sul colle dove è nata la leggenda – e dove ancora si annidano politici e burocrazia. Alzi la mano chi ha mai visto la Rupe Tarpea o il Tempio di Giove senza una birra in mano. Questa volta, niente scuse: è ora di riscoprire il mito senza fingere di essere troppo cool per la storia.Il Programma della Festa il 21 Aprile
Dalla piazza con la statua di Marco Aurelio, alle 20:45 parte il concerto del Muro del Canto, quella band folk rock che fa impazzire gli under 40 – come se Giancane fosse il nuovo Romolo. Prima, alle 15, una mostra di 10 designer sulla scalinata del Vignola per chi finge di apprezzare l’arte moderna. Dentro la Sala della Protomoteca, lezioni di storia come “Quando è nata Roma” con Paolo Carafa – ideale per i genitori che vogliono educare i marmocchi senza ammetterlo. I bimbi si divertiranno con giocolieri, musicisti e persino fachiri ai giardini di Sisto IV, proprio lì a sinistra della fontana della Dea Roma.
Per i selfie da veri romani spacconi, l’affaccio sui Fori in via del Monte Tarpeo offrirà canzoni romane dal vivo dalle 15 alle 19, da stornelli ottocenteschi alle colonne sonore di Ennio Morricone. Al Belvedere Caffarelli, non perdetevi “Li mejo fiji de Roma” con tributi a Belli, Petrolini e Trilussa – musica inclusa, perché chi se ne frega della serietà. Il cortile del Colosso di Costantino sarà per il teatro canzone, e via del Tempio di Giove diventerà il paradiso della street poetry, dove anche i poeti improvvisati possono fingersi profondi.
In via Campitelli, Smeriglio e la sua squadra puntano sui “fondamentali” per una cittadinanza “piena e consapevole” – tradotto: smettetela di ignorare il Campidoglio e date una mano all’identità romana. Persino l’imperatore Costantino, con occhiali da sole nel logo, sembra dire: “Damme na mano a faje di’ de sì”.
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