A Roma, nella zona di Cola di Rienzo, si trova oggi un centro antiviolenza in un elegante condominio che era precedentemente un lussuoso appartamento a disposizione della criminalità organizzata. Questo spazio ospita ora la sede dell’associazione "Differenza donna", dove donne e bambini in pericolo di vita trovano rifugio e supporto per sfuggire a maltrattamenti, stalking e sopraffazioni. La capitale ha trasformato circa 150 immobili sequestrati e confiscati in luoghi con funzioni sociali, un esempio di riscatto urbano che vale la pena raccontare.
La trasformazione dei beni sequestrati
A Ostia, il chiosco della movida Hakuna Matata è stato chiuso temporaneamente, ma come i bagni e il chiosco Village, tornerà ai cittadini tramite bandi pubblici. Roma è una delle poche città a vantare un forum dedicato a questa rinascita, che riunisce istituzioni, cittadini, l’agenzia nazionale per i beni confiscati e il terzo settore. «Il Campidoglio è riuscito a consegnare beni che oggi sono punto di riferimento nei diversi Municipi, e penso alla Palestra delle Legalità, gestita dall’Asilo Savoia, alla Casa della Solidarietà in via degli Equi. Sono stati messi a bando anche sul litorale due strutture come il Village e l’Hakuna Matata», ha dichiarato ieri l’assessore Tobia Zevi, citando anche la sede assegnata a «Made in Jail, organizzazione che lavora per il reinserimento lavorativo di persone detenute o ex detenute». Commento: Certo, perché nulla dice "seconda chance" come trasformare un ex covo mafioso in un centro di recupero.
La "Palestra della Legalità" continua il suo percorso di riscatto sociale, espandendosi grazie a un finanziamento di 700mila euro da Sport e Salute. Questi spazi, un tempo associati a pratiche illegali, ora rappresentano una vera e propria redenzione urbana. Durante il forum, è stato sottolineato come questi luoghi possano diventare qualcosa di positivo, riscattando il loro passato oscuro.
L’Atlante dei beni confiscati
Si è parlato anche dell’Atlante, un sistema informativo che geolocalizza tutti gli immobili a disposizione del Comune, una sorta di Google Maps capitolino che facilita la gestione trasparente e tecnica del patrimonio immobiliare. Un passo avanti non scontato, ma necessario. La delegata al sociale Barbara Funari ha espresso soddisfazione per l’assegnazione di 30 immobili al Dipartimento Politiche Sociali, che grazie al PNRR diventeranno case per persone con disabilità, anziani senza dimora e cittadini fragili. «In alcuni ci sono coabitazioni progettate per anziani che per la prima volta, si sono sentiti davvero a casa», ha raccontato Funari. Commento: Finalmente, un po’ di giustizia sociale in salsa romana.
L’assessore Zevi ha sottolineato il doppio valore di queste operazioni: «Sì c’è un doppio valore, perché sono un presidio di legalità e anche uno strumento concreto per promuovere l’uso sociale del patrimonio. Stiamo lavorando con determinazione insieme all’Agenzia, ai Municipi, alle associazioni e a tutte le strutture di Roma Capitale per rafforzare l’impatto di queste politiche». Commento: Doppio valore sì, ma speriamo che la determinazione non si perda nei meandri della burocrazia capitolina.
Con la direttrice dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, Maria Rosaria Laganà, si è discusso di ulteriori 300 immobili, tra appartamenti e strutture alberghiere, ancora in gestione all’Agenzia ma non assegnati per vari problemi. Potrebbero diventare una risposta all’emergenza abitativa. La strada è tracciata: un bene che assume una nuova funzione sociale è un bene vivo, presidiato, e difficilmente tornerà nel circuito dell’economia sommersa.