Cronaca
Gli studenti romani modificano i nomi delle vie della Capitale dedicandole ai caduti sul lavoro.

Hai mai sentito parlare di strade rinominate di notte per denunciare le morti sul lavoro? #RomaRibelle #MortiSulLavoro #ProtestaGiovani
La denuncia creativa degli studenti romani
Una notte insolita ha trasformato le vie della Capitale in un simbolo di protesta: un gruppo di studenti ha deciso di ribattezzare alcune strade iconiche per accendere i riflettori su un problema che fa riflettere. “Abbiamo rotto il silenzio per un motivo preciso”, spiegano con passione i membri della Rete degli Studenti Medi del Lazio, che hanno dedicato queste vie alle vittime rimaste uccise nei luoghi di lavoro. Si tratta di un gesto audace che ti lascia con il fiato sospeso, facendoti chiederti: quanto è sicura la nostra routine quotidiana?
Le strade che ora portano i nomi delle vittime
Immagina passeggiare per Roma e imbatterti in nomi che raccontano tragedie reali: Via di Trastevere, vicino al Ministero dell’Istruzione, è diventata il viale di Lorenzo Parelli, il diciottenne scomparso durante un alternanza scuola-lavoro a Udine. Oppure Piazza Vittorio Emanuele, ora dedicata a Satnam Singh, il bracciante di 31 anni abbandonato a se stesso a Latina. E ancora, Piazza dell’Immacolata onora Luana D’Orazio, strappata via a 22 anni da un macchinario a Prato, mentre Via di Santa Croce in Gerusalemme è stata ribattezzata via Peter Isiwele, per il lavoratore precipitato da 10 metri durante il suo turno. Infine, Piazza della Repubblica ricorda Massimo Mirabelli, deceduto a 76 anni perché la pensione non bastava più. Queste storie nascoste dietro i nomi delle strade potrebbero cambiarti prospettiva per sempre.L’appello per un futuro più sicuro
Secondo i giovani attivisti, in Italia sono morte oltre 25.000 persone sul posto di lavoro dal 2005 a oggi – un dato che fa rabbrividire e che non può essere ignorato in uno Stato democratico. “Dobbiamo rivoluzionare il mondo del lavoro, che oggi sfrutta, precarizza e toglie vite”, dichiarano gli studenti con un’urgenza che cattura l’attenzione. Aggiungono: “Possiamo agire votando per i cinque sì l’8 e il 9 giugno, per garantire un lavoro sicuro e un futuro degno”. Un’iniziativa che ti spinge a riflettere: e se fosse il momento di fare la differenza?
Cronaca
Un cane uccide e decapita un cucciolo: era senza guinzaglio. La rabbia dei residenti.

Sconvolgente aggressione a Viterbo: un pitbull feroce scappa e decapita un cagnolino indifeso, lasciando il quartiere in preda al panico! #PitbullPericoloso #MisteroCanino #ViterboShock
L’attacco fulminante
Un pitbull lasciato libero senza guinzaglio ha scatenato il caos nel quartiere di San Faustino a Viterbo, attaccando e uccidendo in modo brutale un piccolo cane. L’episodio, avvenuto di domenica sera, ha lasciato tutti senza fiato: l’animale si è avventato sulla vittima con una rapidità impressionante, mordendola ripetutamente al muso e al collo fino a provocarne la morte. I residenti sono rimasti scioccati, chiedendosi come un fatto del genere possa accadere così vicino a casa.Intervento delle autorità
Sul posto sono intervenuti tempestivamente i veterinari della Asl e i carabinieri, che hanno ricostruito i dettagli dell’accaduto. Dopo aver rintracciato il proprietario del pitbull, le autorità gli hanno imposto di sottoporre l’animale a tutti gli accertamenti sanitari e comportamentali previsti dalla legge. Ma cosa nasconde questo cane apparentemente incontrollabile? Potrebbe essere l’inizio di una storia ancora più inquietante.
Precedenti preoccupanti
Non si tratta di un episodio isolato: pochi mesi fa, sempre a San Faustino, lo stesso pitbull era stato protagonista di un’altra aggressione in piazza del Sacrario, nel luglio 2014. Allora, la polizia intervenne, ma non ci furono provvedimenti definitivi. Cosa succederà questa volta? I residenti si interrogano su come un pericolo del genere possa continuare a circolare liberamente nel quartiere.
Rabbia sui social media
Sui social network, l’incredulità e la rabbia stanno montando: “È un cane recidivo, eppure nessuno fa nulla ai proprietari”, ha scritto un’utente di nome Rosangela. Un’altra, Irene Temperini, ha aggiunto: “Tutti sanno e tutti vedono, ma nessuno interviene”. Queste voci stanno alimentando un dibattito acceso online, con migliaia di persone che si chiedono se ci sia davvero un pericolo nascosto dietro questi attacchi. Quali altre storie emergeranno?
Cronaca
35enne romano aggredisce e imprigiona la compagna: arresto in flagranza

Hai idea di cosa può succedere quando la droga trasforma un litigio in un incubo domestico? #DrogaEscandescenzeDomestiche
Un arresto choc in piena notte
Immagina una serata che inizia con un semplice rimprovero e finisce con urla, aggressioni e porte sbarrate: è quanto accaduto a Frascati, in provincia di Roma, dove i carabinieri del Radiomobile hanno arrestato in flagranza un 35enne romano. L’uomo, sotto l’effetto di droga, ha perso completamente il controllo, aggredendo la compagna e impedendole di lasciare casa. Le accuse? Maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, lesioni personali e persino resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Un caso che lascia tutti a chiedersi: fino a che punto può spingere una sostanza illecita?La chiamata al 112 che ha svelato l’orrore
La situazione è esplosa quando la donna, terrorizzata, ha composto il numero di emergenza urlando: “Mio marito mi tiene prigioniera in casa!”. I carabinieri sono accorsi immediatamente all’appartamento in via XX Settembre, dove hanno trovato la vittima in preda al panico. Lei ha raccontato i dettagli agghiaccianti: aveva sorpreso il compagno drogarsi per l’ennesima volta e, nel tentativo di allontanarsi, lui l’ha bloccata con forza. Le urla echeggiavano dalla strada, attirando l’attenzione dei vicini – un dettaglio che fa rabbrividire e ci fa pensare: quante storie come questa sfuggono al nostro sguardo?
L’intervento audace dei militari
Non perdere l’occasione di sapere come si è svolta la scena: i carabinieri hanno dovuto forzare l’ingresso dall’unica via possibile, una finestra, mentre la lite infuriava all’interno. L’uomo, in uno stato di follia, ha opposto resistenza calciando e colpendo gli agenti, ma è stato rapidamente immobilizzato. L’arresto è stato convalidato da un giudice, che ha ordinato la custodia cautelare in carcere in attesa di ulteriori sviluppi. Un episodio che solleva interrogativi scioccanti: cosa nasconde davvero la porta di una casa apparentemente normale?
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