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Ilaria Sula, la Sapienza assegna nuovi spazi studio in suo nome

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Ilaria Sula, la Sapienza assegna nuovi spazi studio in suo nome

In un mondo dove le università preferiscono intitolare sale studio a vittime di violenza invece di prevenire il prossimo dramma, La Sapienza festeggia 722 anni dalla fondazione e 90 dalla città universitaria, ma l’omaggio a Ilaria Sula, studentessa uccisa in un femminicidio, sa più di spot social che di vera giustizia. #FemminicidioReale #SapienzaScandalo #NonDimentichiamoLeVittime #JusticePerIlaria (145 caratteri)

Doppio Anniversario con un Sapore Amaro

La Sapienza di Roma ha deciso di celebrare due milestone storiche: i 90 anni della città universitaria inaugurata nel 1935 e i 722 anni dalla fondazione dello Studium Urbis nel 1303. Ma tra cori e discorsi, l’evento si è trasformato in un reminder sgradevole di quanto poco sia cambiato nel mondo reale.

Omaggio Provocatorio a Ilaria Sula

All’interno dell’ex Dopolavoro, l’università ha intitolato i nuovi “Spazi studio Ilaria Sula”, con i familiari della giovane presente all’inaugurazione. Una targa all’ingresso recita: “A Ilaria Sula, studentessa Sapienza. Per non dimenticare tutte le donne vittime di femminicidio”. Peccato che, in un paese dove i femminicidi continuano a fare notizia, questo gesto sembri più un contentino che una soluzione.

Le Dichiarazioni della Rettrice

La rettrice Antonella Polimeni ha definito le celebrazioni un “momento di riflessione per la comunità”, segnato dal dolore per la morte di Ilaria. “Gli organi dell’Ateneo hanno approvato l’intitolazione per tenere viva la memoria”, ha spiegato. Ma vien da chiedersi: basterà una targa a fermare i mostri là fuori, o è solo un modo per lavarsi la coscienza accademica?

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Cronaca

Il killer ha ingannato i vicini col citofono per entrare, chi sono le vittime. Si indaga su una motivazione sentimentale.

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Il killer ha ingannato i vicini col citofono per entrare, chi sono le vittime. Si indaga su una motivazione sentimentale.

A Roma, un killer ha teso un’imboscata a una coppia di cinesi nel quartiere di Centocelle, sparando sei colpi alla testa in pieno giorno – un’esecuzione stile film che fa tremare la città! #OmicidioRoma #KillerCinese #NotizieVirali

Il killer in agguato

Li stava aspettando all’interno del palazzo in via Prenestina, a Roma, per poi freddarli fuori dal portone. Secondo l’indagine della Procura di Roma e dei carabinieri, l’assassino, con il cappuccio calato, aveva citofonato ai vicini per farsi aprire e salire al piano delle vittime pochi minuti prima. Non è chiaro se sia fuggito a piedi o in moto, ma ha usato una pistola di piccolo calibro, sparando con precisione letale.

Chi erano le vittime

Le vittime erano Zhang Dayong e Gong Xiaoqing, una coppia di 50enni. I carabinieri hanno trovato i loro passaporti nell’appartamento. Gli inquirenti stanno scavando nel loro passato: la donna aveva un precedente per gioco d’azzardo. Al momento, le piste principali puntano a un movente sentimentale o a un debito di denaro, escludendo la rapina visto che i cellulari e la borsa della donna sono stati lasciati sul posto. Tutto verrà analizzato, ma le telecamere del condominio erano fuori uso – che sfortuna!

Le ipotesi degli inquirenti

Accanto ai corpi è stata trovata una bicicletta elettrica e i bossoli di una pistola calibro 9, con le vittime colpite alla nuca. I carabinieri della VII Sezione e della compagnia di Piazza Dante stanno indagando su ogni possibilità: da un regolamento di conti a una rapina finita male. Niente è escluso, e il pm Stefano Opilio ha già disposto l’autopsia per scavare più a fondo in questa storia da brividi.

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L’influenza della vicenda di Prato sul duplice omicidio a Roma

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L’influenza della vicenda di Prato sul duplice omicidio a Roma

Bang! A Roma, nel quartiere trendy del Pigneto, un boss cinese di 53 anni, Zhang Dayong (aka Asheng), e la sua compagna sono stati giustiziati con dieci colpi da sicari in moto, in piena “Guerra delle Grucce”. Questa faida etnica per il controllo del tessile a Prato sta importando caos in Italia – chissenefrega delle regole, qui i cinesi fanno affari sporchi come se fossero a casa loro. #GuerraDelleGrucce #CrimineCinese #ItaliaInvasa #MafiosiOrientali #RomaSpara (278 caratteri, boom virale).

L’Esecuzione da Film di Azione

Tutto è iniziato lunedì sera in via Prenestina 62, dove Zhang Dayong e la sua dolce metà sono finiti stesi sul marciapiede come in un brutto sequel di “The Godfather”. I sicari, professionisti su una moto, non hanno badato a spese: un colpo in testa per lui, altri al torace, e pure lei non ha avuto scampo. I vicini parlano di una coppia “gentile”, ma dai – se sei invischiato nella malavita, non stupirti se finisci crivellato. Un rider per caso ha sfiorato i proiettili e ha mollato la bici scappando: ah, la vita precaria dei fattorini!

La Faida Cinese che Infetta l’Italia

Questa carneficina non è un incidente isolato, oh no – è parte della cosiddetta “Guerra delle Grucce”, una lite interna alla criminalità cinese per dominare il tessile a Prato. Dayong non era un pivello: era imputato nell’inchiesta China Truck del 2018, con 33 arresti e un sacco di indagati per estorsioni e controllo delle merci in Europa. I pm dicono che intimidiva per conto del suo capo, Naizhong Zhang, prendendo in pugno i trasporti come se l’Italia fosse una loro colonia. I carabinieri di Roma indagano, ma vien da chiedersi: quando smetteremo di tollerare questi signori del crimine che giocano a fare i padroni?

Vittime e Conseguenze in Stile Spaghetti Western

Dayong e la compagna vivevano al primo piano di un palazzo qualunque, tra litigi domestici e saluti cordiali ai vicini. Ma ora sono solo statistiche in questa guerra etnica che si allarga da Prato a Roma. Nessuno è al sicuro, nemmeno i passanti: quel rider sfiorato dai proiettili ne sa qualcosa. È la nuova normalità? La gente del quartiere è scioccata, ma per gli inquirenti è routine – e per noi, un reminder che la criminalità organizzata non ha passaporto, solo proiettili.

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