La sera del femminicidio di Ilaria Sula, Mark Samson è uscito con amici, nascondendo il suo crimine. "La sera siamo andati in un locale al Pantheon, Mark aveva la mano gonfia: ci ha detto che la sera prima aveva fatto a botte in strada contro due uomini sotto casa di Ilaria Sula. Sembrava scosso, pensavo fosse dovuto al fatto che si era lasciato, poi è tornato il solito Mark, scherzava come sempre. Abbiamo rimorchiato due turiste e siamo stati con loro fino alle tre del mattino, ci hanno invitati anche a casa, ma è finita lì: credevo gli servisse una serata di sesso. Invece è un mostro, non sapevo che Ilaria fosse già morta". #femminicidio #cronaca #Roma
A parlare è Maher, 23 anni, un ragazzo italiano nato a Roma da madre filippina e padre arabo: è uno dei due amici di Mark Samson che hanno trascorso la serata con il killer la sera dopo il femminicidio di Ilaria Sula. Maher si guadagna da vivere come barista, è stato già sentito dalla polizia per capire se abbia aiutato Mark a depistare le indagini.
“Ero al lavoro – risponde lui a Il Messaggero – non ho nulla da nascondere, quando non ero al bar dormivo. Mark è un mostro ha usato me e altri amici per depistare tutti”.
I due si incontrano il 26 sera, l’indagato ha la mano rossa, gonfia, ma “lui mi ha detto che aveva fatto a botte con due uomini sotto casa di Ilaria: è venuto con la sua macchina, mi auguro che dentro non ci fosse il cadavere di Ilaria”.
Mark e Maher trascorrono la serata insieme, alle tre del mattino vengono fermati da una pattuglia per un controllo. È tutto in regola, vengono lasciati andare. “Mark era a disagio, quando siamo andati via continuava a guardarsi indietro, ha detto ‘Ho paura della polizia’".
Poco prima infatti, salutate le due ragazze Mark e Maher vanno a “mangiare un kebab all’arco di Travertino. Quando ho proposto a Mark di lasciare la macchina lì e di venire con me, perché tanto avrebbe dovuto venire a dormire a casa mia, si è opposto. Non voleva lasciare la macchina incustodita. Sembrava terrorizzato all’idea di dover lasciare la macchina lì in strada”.
L’amico di Mark tratteggia anche i contorni del rapporto tra il ragazzo e la vittima. “Erano una coppia come tante, sembravano innamorati, ma litigavano tanto. Lei aveva deciso di chiudere e Mark non accettava la fine. L/ha seguita più volte mentre lei usciva con le amiche, io cercavo di calmarlo di digli che cosi si faceva solo del male, ma lui era ossessionato. Mark non era un ragazzo aggressivo non avrei mai immaginato tanta crudeltà”.
Infine il ragazzo ricostruisce anche l’ultimo incontro in questura tra Mark e i genitori di Ilaria Sula. Il 31 marzo Mark non ha la macchina, Maher lo va prendere a casa e passano la giornata a Trastevere. “Era strano, silenzioso – aggiunge Maher – mi ha raccontato della denuncia di scomparsa fatta con i genitori di Ilaria, il padre gli ha tirato uno schiaffo chiedendogli se sapeva dove fosse sua figlia. La madre piangeva, gli ha domandato: “Dimmi che non sai nulla, che non sei stato tu”. L’amico gli chiede se sappia qualcosa. “Ha detto che magari era scappata con qualcuno conosciuto in chat. Era una recita, perché al mattino, quando eravamo a casa mia si è chiuso in bagno e in quel momento è apparsa una nuova storia sul profilo di Ilaria, sto bene e ringrazio tutti”.