Cronaca
La petizione contro la struttura in via Sapri: i timori dei residenti sul centro cittadino

RomaSottoAssedio: I residenti di Castro Pretorio si ribellano a un centro per senzatetto, scopri le tensioni nascoste che stanno scuotendo il quartiere!
La Mobilitazione Inaspettata
Da martedì 22 aprile, i residenti di Castro Pretorio, insieme a alberghi e ristoranti locali, hanno lanciato una petizione contro l’apertura di un centro di accoglienza per persone senza fissa dimora in via Sapri. Ma cosa sta davvero spingendo questa iniziativa? I comitati del quartiere, supportati da associazioni come quella dell’Esquilino, sono in prima linea, con il responsabile Marco Massaro che guida la carica. È una mossa che fa sorgere domande: è solo preoccupazione o c’è qualcosa di più profondo?
Le Paure Nascoste dei Vicini
I timori dei residenti non sono da sottovalutare – potrebbero questo centro diventare un nuovo punto di ritrovo per persone in difficoltà, attirando figure “pericolose” e creando disordini, proprio come accade vicino ad altri servizi simili? Immagina rifiuti sparsi per le strade e tensioni quotidiane: è questo il quadro che dipingono gli abitanti, che parlano di sporcizia accumulata e problemi di sicurezza. Eppure, dicono di non essere contro l’aiuto ai bisognosi, ma stanchi di anni di inerzia da parte delle istituzioni, con storie di dipendenze e marginalità che affollano le vie. Cosa succederà se non intervengono? Le ferite del passato sono ancora aperte, e questa petizione potrebbe essere solo l’inizio di una battaglia più grande.Dove Unirsi alla Causa
Se sei curioso di scoprire come partecipare, i punti per firmare la petizione sono sparsi nel quartiere: dalla Farmacia di San Martino della Battaglia al Conad di piazza Indipendenza, passando per il Bar Casina delle Terme, i Tabacchi di Enrico Bruni in via Milazzo 31 e il Caffè Fondi in via Milazzo 16. È un’opportunità per chi vuole approfondire e magari unirsi – chissà quali sorprese emergeranno da questa mossa audace?
Cronaca
Femminicidio a Sula: Ritrovato il cellulare di Ilaria in casa di Mark Samson, che dichiara di averlo dato a sua madre.

SvoltaChocNelCaso: Il killer cambia versione sul telefono della vittima, e la verità è più inquietante di quanto si pensi!
La confessione inaspettata
In un colpo di scena che sta accendendo i riflettori sulle indagini, il killer ha rivelato ai pubblici ministeri di aver passato il telefono della giovane vittima a sua madre, Nors Manlapaz. Questa ammissione ha lasciato tutti a chiedersi cosa altro potrebbe emergere da questa intricata storia di inganni e misteri.
La storia che si sgretola
Prima di questa rivelazione, l’uomo aveva sostenuto di aver gettato il dispositivo in un tombino, una narrazione che ora è stata smascherata come falsa. Gli inquirenti sono in fibrillazione, e i dettagli di questo voltafaccia stanno alimentando speculazioni su possibili nuovi indizi nascosti.Cronaca
L’ex fidanzato e il segreto della valigia misteriosa

MisteroUccisioneARoma Scopri i dettagli scioccanti sul cellulare ritrovato della studentessa uccisa, che potrebbe svelare segreti inimmaginabili! #Roma #Femminicidio #IndaginiSegrete
Il Ritrovamento Scioccante
È stato finalmente ritrovato il cellulare di Ilaria Sula, la giovane studentessa tragicamente uccisa con tre coltellate al collo dal suo ex fidanzato Mark Samson. L’apparecchio, ora sotto sequestro, è stato scoperto a casa di Samson, il reo confesso che ha abbandonato il corpo della vittima in un dirupo nella zona di Capranica Prenestina. Ma cosa potrebbe nascondere questo telefono? Gli inquirenti sono già al lavoro per analizzarlo, alimentando la curiosità su possibili messaggi o prove nascoste che potrebbero cambiare tutto.
Le Indagini in Corso
Intanto, le autorità stanno approfondendo gli esami disposti dalla Procura di Roma sul tablet e sul computer di Ilaria, oltre al cellulare di Samson. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano a Samson l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere. È incredibile pensare a quante tracce digitali potrebbero emergere, rivelando lati oscuri di questa storia che tiene tutti con il fiato sospeso.Il Racconto Drammatico della Madre
«Sembrava un demonio, ho avuto paura che mi facesse del male». Sono queste le parole agghiaccianti di Nors Man Lapaz, la madre di Mark Samson, durante un interrogatorio in Questura. La donna, ora indagata per concorso in occultamento di cadavere, ha descritto le ore successive al femminicidio avvenuto nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano. Ha sentito i due discutere animatamente quella mattina, e quando ha bussato alla porta, ha trovato il figlio in uno stato terrificante. Tremava e farfugliava frasi confuse, come «se non lo facevo io, ammazzavano me», lasciando intendere un possibile scenario alternativo che gli inquirenti stanno verificando con attenzione. Ma è lei che potrebbe aver aiutato a ripulire la scena del crimine e a infilare il corpo in una valigia, un dettaglio che fa rabbrividire e solleva mille domande su cosa sia davvero accaduto.
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