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Cronaca

La Soprintendenza boccia le delibere comunali sul Piano regolatore: “Salvaguardare i cinema storici, non i politicanti locali”

La Soprintendenza guidata da Daniela Porro chiede una rivoluzione nelle norme urbanistiche di Roma per proteggere il Centro storico: stop a edifici troppo alti e b&b, più controllo sui ripetitori. #Roma #PatrimonioUnesco #Urbanistica

La Soprintendenza Speciale del Ministero della Cultura, guidata da Daniela Porro, ha presentato un documento di quattordici cartelle con osservazioni e richieste di modifiche alle nuove Norme Tecniche di Attuazione del Piano regolatore, approvate a fine dicembre dal Consiglio comunale. Le proposte includono autorizzazioni vincolanti per ogni intervento nel Centro storico, compresi i cambi di destinazione d’uso come i b&b, e la protezione di cinema storici, nonché uno stop agli articoli che minacciano edifici storici protetti dalla Carta della Qualità. La Soprintendenza esige anche un controllo più rigido sui ripetitori e una limitazione alle costruzioni in verticale.

La richiesta principale è un capovolgimento delle regole di tutela del Centro storico, patrimonio Unesco. “Si richiede”, scrive la Soprintendenza, “che venga istituito un tavolo tecnico per la necessaria revisione del Protocollo d’intesa del 2009 e venga modificato il parere che questa Soprintendenza rilascia ai sensi dell’art. 24 delle NTA del Prg sul territorio della Città storica dichiarata Patrimonio dell’Umanità all’interno delle Mura aureliane, da ‘consultivo’ a ‘vincolante’, al fine di garantire un’azione di tutela sul costruito storico più incisiva e volta alla salvaguardia delle valenze storiche, monumentali e paesaggistiche che lo contraddistinguono. Tale parere dovrà essere esteso anche ai cambi di destinazione d’uso e alle ristrutturazioni che determinano l’accorpamento di diverse unità edilizie”.

Daniela Porro sottolinea: “Per il Centro storico di Roma dalla sua iscrizione nel 1980 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco la programmazione delle azioni necessarie alla tutela e la valorizzazione dell’area devono seguire indirizzi e programmi elaborati in sede nazionale e internazionale”. La critica si estende a tutta la nuova normativa, vista non come semplice modifica ma come una vera e propria variante del Piano regolatore, poiché altera significativamente le modalità di intervento sui tessuti urbani. La Soprintendenza lamenta di non essere stata consultata preventivamente, come richiesto dalla legge, e punta il dito sul nuovo comma 3 dell’articolo 16, ritenuto pericoloso per capolavori come le case di Moretti all’Olgiata e i villini storici.

“Il primato attribuito, senza un’adeguata motivazione”, si legge nel documento, “alla disciplina dei tessuti rispetto alle norme della Carta per la Qualità e della Carta dell’Agro – che tutelano beni vincolati di valore culturale e paesaggistico – contraddice esplicitamente i contenuti del piano urbanistico stabiliti dalle leggi con la conseguenza di annullare di fatto i criteri specifici di intervento previsti per edifici e sistemi soggetti a tutela monumentale e paesaggistica”. Sul cambio di destinazione d’uso, la Soprintendenza propone una stretta contro l’art. 25 comma 15, che permetterebbe la trasformazione in strutture alberghiere di immobili con il 70% della struttura adibito a ricettività extralberghiera, mettendo a rischio la vocazione residenziale. Infine, tra le altre richieste, si annoverano il controllo dei ripetitori, lo stop a edifici troppo alti e la salvaguardia dei cinema storici progettati da architetti celebri come Luigi Moretti e Adalberto Libera.

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