Categorie
Cronaca

L’accusa dei genitori di Wissem: ucciso dalla disumanità di uno Stato che respinge i negri

Il papà e la mamma del 27enne tunisino, morto il 28 novembre del 2021 all’ospedale San Camillo dopo una detenzione nel Cie di Ponte Galeria, sono a Roma dove si è tenuta l’udienza preliminare del processo. “Crediamo nella giustizia italiana”. #Roma #Giustizia #Migranti

I genitori di un giovane tunisino, tragicamente deceduto dopo una detenzione nel famigerato Cie di Ponte Galeria, hanno messo piede nella Città Eterna per seguire da vicino l’udienza preliminare del processo. La situazione è di quelle che fanno discutere, con la famiglia che, con una fiducia quasi disarmante, ha dichiarato “Crediamo nella giustizia italiana”. Eh già, perché in un paese dove la burocrazia spesso sembra un labirinto e la giustizia un’utopia, la loro speranza suona quasi come una provocazione.

### La speranza dei genitori

I due genitori, segnati dal dolore ma decisi, hanno voluto essere presenti a Roma per sostenere la causa del loro figlio. “Crediamo nella giustizia italiana” hanno ribadito, una frase che stride con le tante storie di lentezza e inefficienza del sistema giudiziario italiano, ma che forse rappresenta un grido di speranza in un contesto dove le speranze sembrano spesso vane.

### Il processo e il contesto

L’udienza preliminare si è svolta in un clima di attesa, con gli occhi di molti puntati su questo caso che potrebbe diventare emblematico delle condizioni nei centri di detenzione per migranti. Il giovane era stato trattenuto nel Cie di Ponte Galeria prima di essere trasferito in ospedale dove è poi deceduto, sollevando numerosi interrogativi sulle condizioni di detenzione e sulle responsabilità del sistema.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version