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Cronaca

Nel 2013, il Papa ha piazzato il suo Museo Papale al Palazzo Pontificio.

#PapaFrancescoAddio: Il “Pontefice Ribelle” che ha lasciato i Castelli Romani in lutto, tra turisti e bandiere a mezz’asta! #CastelliRomani #PapaMorto

Il legame controverso con i Castelli Romani

Papa Francesco, l’argentino che ha sempre preferito le gite fuori porta ai lussi vaticani, ha legato il suo pontificato ai Castelli Romani fin dal primo giorno. Invece di starsene rinchiuso in Vaticano, Bergoglio si è presentato a Castel Gandolfo per celebrare messe e fare i suoi show, come quella volta nel 2013 quando è arrivato per l’Assunta solo sei mesi dopo la sua elezione. Il Palazzo Pontificio, un tempo il rifugio estivo dei Papi come Wojtyła e Ratzinger, è stato trasformato in un’attrazione turistica dei Musei Vaticani – una mossa che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, ma hey, almeno ora è aperto al pubblico!

Reazioni esagerate e un po’ ipocrite in paese

Oggi, con la notizia della sua morte, Castel Gandolfo è diventata un circo di pellegrini e turisti che si fermano a pregare davanti al Palazzo, come se fosse una rockstar defunta. Il sindaco Alberto De Angelis ha ordinato di mettere a lutto il Municipio, con bandiere a mezz’asta e tutto il resto – un gesto un po’ teatrale, ma fa sempre scena. Alcuni negozianti, forse per attirare clienti, hanno esposto foto di Francesco con la bandiera argentina, mentre in chiesa campeggiano gigantografie con dediche sdolcinate come “Grazie Papa Francesco, Riposa in Pace”. Chissà se Bergoglio avrebbe apprezzato tutta questa messa in scena.

Le visite che hanno fatto scalpore

Non che Francesco fosse un Papa da divano: è venuto diverse volte ai Castelli, come per i ritiri spirituali con il clero romano a Monte Gentile, o per una sorpresa al suo amico vescovo Marcello Semeraro nel 2017, dove ha fatto irruzione alla festa di compleanno dicendo che era “uno scherzo da Papa, non da prete” – roba da far ridere tutti, ma anche da far pensare che in Vaticano non tutto è così serio. E non dimentichiamo la sua visita al carcere di Velletri nel 2018, dove ha affrontato il sovraffollamento e le carenze, forse per ricordare che anche i Papi hanno un debole per le cause scomode. Poi c’è stato quell’incontro epico con Ratzinger nel 2013, un saluto mondiale dalla loggetta del Palazzo che ha attirato migliaia di curiosi – un momento storico che ora sembra solo un vecchio ricordo.

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