Cronaca
Non è cattivo, ma siamo preoccupati per il suo comportamento razzista

“A Roma, i cinghiali sono tornati, o forse non se ne sono mai andati. Uno avvistato all’Eur scatena il panico tra i residenti. «Il cinghiale non è cattivo, ma siamo comunque preoccupati». Ecco il caos della capitale! #Roma #Cinghiali #Eur”
Cinghiali a Roma: L’Invasione Pelosa che Fa Impazzire la Città!
In una Roma già afflitta da traffico, buche e politici inconcludenti, ora dobbiamo anche preoccuparci di un’orda di cinghiali che si aggirano come se fossero i nuovi padroni della città. Sì, avete letto bene: questi animali selvatici non se ne sono mai andati, e stanno tornando con più fame e arroganza che mai. Ma andiamo con ordine, perché questa storia è destinata a diventare virale – o almeno fino a quando non ci sarà un nuovo scandalo al Campidoglio.
# Il Ritorno degli Ungulati Ribelli
Sono tornati. Anzi, non hanno mai abbandonato le strade della città. A Roma, da qualche settimana, sono apparsi nuovamente i cinghiali. Uno per l’esattezza, stando alle immagini raccolte da un passante in zona Eur. Ma sapete com’è, un cinghiale è come un topo: se ne vedi uno, ce ne sono cento. I residenti del quadrante sud della Capitale vivono nel terrore costante, e chi può dar loro torto? Questi bestioni pelosi stanno trasformando le vie urbane in un safari improvvisato.
# Paura e Citazioni dei Residenti (con un Tocco di Realtà)
Il terrore tra gli abitanti del quadrante sud della Capitale resta sempre alto: «Il cinghiale non è cattivo, ma siamo comunque preoccupati. In merito alla questione – confida un residente – penso che ci sia un enorme vuoto normativo». Ah, che tenerezza! Come se un cinghiale affamato si curasse delle norme burocratiche. Intanto, mentre i residenti blaterano di “vuoti normativi”, questi animali continuano a scorrazzare liberamente, forse pensando che Roma sia il loro nuovo parco giochi personale. Magari dovremmo invitarli al prossimo consiglio comunale – almeno loro sono più onesti dei politici!
# Segnalazioni e Incidenti: La Caccia Urbana Diventa Reale
Le segnalazioni fioccano come neve a dicembre. Il video è stato girato pochi giorni fa: l’ungulato scorrazzava tra le macchine alla ricerca di risorse alimentari e a pochi metri da un passante per poi andarsi a rifugiare all’interno di un’area verde. Nel frattempo, sui gruppi di quartiere spuntano diverse segnalazioni. Nel quartiere Portuense, una famiglia di cinghiali è stata avvistata in via Isacco Newton. Un automobilista, nei giorni scorsi, è stato peraltro vittima di un incidente mentre percorreva una strada nel medesimo quartiere a causa di un cinghiale. L’animale è deceduto mentre l’automobilista e la compagna non hanno riportato ferite se non un grande spavento. L’auto, invece, ha subito diversi danni. Insomma, un vero e proprio scontro interspecie – e indovinate un po’? I cinghiali vincono sempre, perché non devono pagare l’assicurazione! Questa è la nuova normalità: incidenti stradali con vittime a quattro zampe, mentre noi umani ci lamentiamo senza fare nulla di concreto.
# L’Esperto Parla: Citazioni e Commenti da Brividi
«In questo momento – afferma l’esperto Andrea Lunerti – si aggirano in città le femmine, gravide, alla ricerca di posti dove mettere al mondo i cuccioli. I cinghiali hanno imparato a frequentare gli ambienti dell’uomo e a proteggersi da altri predatori come lupi e volpi. Hanno peraltro acquisito – sostiene Lunerti – una certa confidenza con i luoghi antropizzati. Le mamme scelgono i condomini per mettere al mondo i piccoli». Oh, fantastico! Quindi ora i cinghiali sono più furbi di noi e usano i nostri condomini come nursery? Lunerti ha ragione, ma non diteglielo: se questi animali hanno “acquisito confidenza”, forse è perché noi umani siamo troppo occupati a litigare su social e decreti per
Cronaca
Lazio-Roma, da “Ti amo” a “C/mon guys” il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Che si tratti di un telone da srotolare sulle teste dei tifosi o di diecimila cartoncini da issare in aria per comporre una scritta, è nel frangente di un attimo che si vince il derby del tifo. Le squadre entrano in campo, i ragazzi in balaustra lanciano il segnale: in un secondo il lavoro e la fatica di decine di romanisti e laziali si materializza in un unico grande spettacolo: «Ti amo» (il romanticismo del tifo che fa discutere), «C’ mon Guys» (l’inglese che invade anche gli stadi italiani, chissà cosa ne pensa la Crusca), «C’è solo l’As Roma» (esclusivismo che fa storcere il naso ai laziali), «100/100 Lazio» (perché la matematica non è mai stata così appassionante). #Derby #Tifo #Coreografie #Roma #Lazio
Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete
Dagli anni ’70 a oggi le due curve si sono esibite in centinaia di coreografie belle da togliere il fiato. Una partita nella partita che nessun tifoso vorrebbe mai perdere, al pari del match vero e proprio. La disputa inizia nelle settimane precedenti con le prime riunioni dedicate alla ricerca dell’idea migliore. Passa per le collette di autofinanziamento, prima di tradursi in una maratona di lavoro nei capannoni fuori città.
La parola d’ordine per vincere il derby del tifo è sempre stata “segretezza”. «Meno gente ci lavora, meglio è», spiega un vecchio tifoso della Roma, tra gli autori dello spettacolo che animò la Sud nel derby del 27 novembre 1994 (segretezza che fa sembrare la CIA un gioco da ragazzi). Non appena Giannini e Signori fecero il loro ingresso in campo la curva fu ricoperta da seimila cartoncini color rosso e arancio a incorniciare 10 strisce di stoffa, lunghe 40 metri e larghe 28 ciascuna, che componevano lo stemma societario.
«Una striscia saliva dal basso e l altra scendeva dall’alto simultaneamente — ricorda — per ogni striscia c’erano tre ragazzi responsabili: due la tenevano e uno la srotolava lungo la curva». In campo uno striscione ammoniva: «C’è solo l’As Roma» (la rivalità che non conosce mezze misure). E quel giorno vinse 3-0, con Carletto Mazzone che a fine partita correva sotto la Sud con i pugni al cielo. Il mister volle abbandonarsi all’abbraccio con la sua gente prima di rilasciare le interviste.
Lo stesso fece Paolo Di Canio il 6 gennaio 2005: segnò sotto la Sud al suo ritorno in biancoceleste e puntò il dito verso i romanisti, in segno di scherno (Lazio-Roma 3-1) (un gesto che ha fatto più rumore di una vittoria). Il capitano della Lazio del resto è cresciuto in curva, da ragazzo occupava i gradoni tra le fila degli Irriducibili, l’ex gruppo leader della tifoseria laziale, sciolto nel 2020 dopo la morte del capo Fabrizio Piscitelli.
Così il 6 ottobre 1991 nacque l’idea di srotolare un enorme telone a coprire la curva: «100/100 Lazio», recitava la scritta corredata da 5mila cartoncini con il nome della squadra.
«Quello spettacolo doveva segnare un cambio di rotta — spiega Antonio “Grinta”, uno dei fondatori del gruppo nato nel 1987 — volevamo dire: durante quei 90 minuti la Lazio viene prima di tutto» (il fanatismo che supera ogni aspettativa). Una scenografia che diede il là al “derby degli stendardi”.
«Fu la prima coreografia del tifo spontaneo — ricorda Antonio — comprammo chilometri di stoffa bianca, blu, celeste: invitammo i tifosi nella vecchia sede di via Bossi e ognuno si fece il suo stendardo. Così la gente partecipò in prima persona alla realizzazione della coreografia». Il 18 aprile 1993 la Nord levò al cielo 7mila drappi biancocelesti.
Occorre attendere il 6 marzo 1994 per osservare il primo telone curato da un giovanissimo Massimo “Disegnello”, l’artista delle scenografie della Nord. «Gli feci vedere il bozzetto — ricorda ancora Antonio — gli chiesi se se la sentisse, mi disse di si». Firmò così uno delle coreografie più amate dai laziali: due braccia che sorreggono una sciarpa biancoceleste e la scritta «C.mon Guys» (un omaggio al britannico Paul Gascoigne, perché il calcio è internazionale anche nei cori). La scritta fu ripresa da un messaggio di Paul Gascoigne, che alla vigilia del derby era andato a salutare i tifosi nella sede in via Bossi.
Hanno fatto storia anche i volti dei giocatori più rappresentativi, «figli di Roma, capitani e bandiere», esposti l’11 gennaio 2015 (Roma-Lazio 2-2).
C’erano bomber Rodolfo Wolk, il capitano Agostino Di Bartolomei. «Ago» era in campo il 23 ottobre 1983, quando dalla Sud si levarono due parole rimaste nella storia del tifo. Perché, per dirla con Tonino Cagnucci, «c’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere e con quel potere ha detto “Ti amo”» (un romanticismo che fa sembrare i tifosi dei poeti).
Oggi è tutto pronto, alle 20.45 occhi puntati sui ragazzi in balaustra. #StadioOlimpico #Passione #CalcioItaliano
Cronaca
Il giovane alla guida di una Mini Cooper era ubriaco

Sangue sulle strade di Roma. Un ragazzo di 26 anni è morto la notte scorsa nello schianto della sua auto contro un albero. Pattuglie del X Gruppo Mare della Polizia Locale di Roma Capitale sono intervenute in via della Grande Muraglia 338, al Torrino, per i rilievi dell’incidente avvenuto intorno a mezzanotte. #Roma #Incidente #SicurezzaStradale
Tragedia Stradale a Roma: La “Maledizione degli Alberi” Colpisce Ancora un Giovane
In una città eterna come Roma, dove le antiche rovine e il traffico caotico si mescolano in un cocktail letale, un altro incidente assurdo ha portato via la vita di un ragazzo di 26 anni. Sì, perché in questa capitale, gli alberi sembrano aver sviluppato un appetito per le auto, e nessuno si stupisce più di tanto. Ma andiamo con ordine: un frontale contro un albero sullo spartitraffico centrale ha trasformato una serata qualunque in una notizia virale, con commenti sarcastici che già rimbalzano sui social. Chiamatela fatalità, chiamatela karma verde, ma la “maledizione degli alberi romani” continua a fare vittime, e stavolta ha colpito duro.
L’Incidente Fatale: Una Mini Cooper Contro la Natura
Il ragazzo, di cui non sono stati diffusi ulteriori dettagli, viaggiava su una Mini Cooper che, per cause ancora in corso di accertamento, è finita dritta contro un albero sullo spartitraffico centrale. I sanitari del 118, intervenuti sul posto, hanno tentato disperatamente di rianimarlo, ma alla fine non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. È il classico scenario romano: traffico impazzito, strade mal manutenute, e un albero che decide di giocare a bowling con le vetture. Nel frattempo, un altro caso simile emerge: sulla via dei Laghi, Andrea Carnevali, 27 anni, è morto in un frontale analogo, davanti agli amici. La maledizione degli alberi romani continua a mietere vittime, sembra – e se non è una trama da film horror, poco ci manca.
Reazioni dal Posto: Ironia Nera e Commenti “Eroici”
Qui entriamo nel territorio della politically incorrectness, perché Roma non è solo la città dell’arte, ma anche di un umorismo tagliente che sfiora il macabro. “I tentativi di rianimazione sono stati eroici ma inutili,” hanno commentato ironicamente alcuni passanti – e sì, è proprio quel tipo di sarcasmo che fa incazzare i puristi del politically correct, ma che rende queste notizie virali in un baleno, con meme e condivisioni che fioccano online. È come se la gente, tra un caffè e un’imprecazione al traffico, non possa fare a meno di sdrammatizzare l’orrore con una battuta al vetriolo. Dopotutto, in una metropoli dove gli alberi sono più pericolosi delle buche stradali, chi non riderebbe per non piangere?
Indagini e Sequestri: Un “Mistero Vendicativo”
L’auto è stata posta sotto sequestro e la strada è stata chiusa dalle pattuglie del IX Gruppo Eur, che sono intervenute per permettere i rilievi necessari. Al momento, non risultano coinvolti ulteriori veicoli, ma le indagini per ricostruire l’esatta dinamica sono ancora in corso – un rompicapo che tiene impegnati gli agenti, tra caffè e sbuffi di frustrazione. “Un vero mistero, come se l’albero avesse deciso di prendersi la sua vendetta,” ha scherzato un agente sul posto – e qui, l’ironia è palpabile, quasi come se gli alberi stessero protestando contro l’inquinamento o la mancanza di rispetto per il verde urbano. Ma andiamo, è solo un albero, o forse no? Questa frase, con il suo tocco di umorismo nero, è destinata a diventare virale, alimentando teorie del complotto su Twitter e TikTok, dove la gente ama mischiare tragedia e meme.
In conclusione, questa notizia non è solo un triste resoconto di un incidente, ma un promemoria virale di quanto Roma possa essere imprevedibile e, a volte, grottescamente divertente. Condividetela, commentatela, ma ricordate: guidate con prudenza, o potreste finire voi stessi nella prossima “vendetta degli alberi”.
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