Cronaca
Ostia, mamma denuncia il figlio ladro: ogni notte lo sento uscire di casa e so che sta andando a rubare. L’appello ai giudici: è reclutato dalle cosche

Ladro su commissione reclutato dalle bande criminali di Ostia mette a segno 5 colpi in un mese, ultimo un negozio di elettrodomestici. La madre denuncia: "Mio figlio è un ladro su commissione" e chiede aiuto per il figlio con problemi di salute mentale e droga #Ostia #Cronaca #Giustizia
Ladro su commissione, reclutato dalle bande criminali del quartiere. Lo scorso mese ha messo a segno cinque colpi. L’ultimo, la notte del 28 marzo, ha ripulito un negozio di elettrodomestici. La mattina seguente, davanti a una fila di aspirapolveri nel salotto di casa, è stata la mamma a chiamare la polizia e a contattare il titolare derubato per riconsegnare, almeno parte, della refurtiva. Commento: Una madre disperata che cerca di salvare suo figlio dalla strada.
Una storia difficile quella di Gianfranco, 40enne di Ostia, affetto da psicosi, con disturbo della personalità e negli ultimi anni anche dipendente dalla droga. «Mio figlio è un ladro su commissione. Ogni notte lo sento uscire di casa e so che sta andando a rubare. Stanno approfittando della sua dipendenza e della condizione. Ho paura per la sua vita, per salvarlo, l’unica possibilità è che venga accolto in una comunità di recupero, una Rems, cioè una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza» racconta Mara, la mamma di Gianfranco che ripercorre gli ultimi dieci anni trascorsi tra detenzioni in carcere, centri di disintossicazione e di recupero. Una spirale di cui non vede via d’uscita. Intanto, ai cinque furti messi a segno nell’ultimo mese si sommano altri sei commessi tutti sul litorale romano lo scorso anno. Le indagini sono state appena chiuse e a incastrare il 40enne è stato il Dna rilevato nelle attività derubate.
«Temo che mio figlio possa farsi del male o che peggio, possa essere aggredito. La sua è una condizione particolare ma è giusto che paghi per ciò che ha fatto, non chiedo certo che si sottragga alle sue responsabilità. Ma non può essere il carcere il posto per il mio Gianfranco». L’ultima detenzione, scontata a Rebibbia per un cumulo di pene relative anche in quel caso ad alcuni furti, è terminata nel 2018. Dopo un anno in cella le condizioni cliniche del 40enne sono precipitate: «Gianfranco ha bisogno di cure, necessita di una struttura specializzata in cui oltre a scontare la pena, venga anche supportato. Lo stesso percorso che era stato attivato cinque anni fa. E infatti dopo 24 mesi in una residenza, i miglioramenti erano evidenti. Il problema è che oggi le liste delle Rems non mi danno speranza. Non c’è posto, la lista d’attesa è lunghissima e a breve ci sarà un’altra sentenza. Sono una mamma disperata: non chiedo alcuno sconto per lui, ma un aiuto concreto per assicurarlo in un centro specializzato».
I COLPI IN SERIE
Nell’ultima serie di furti che gli investigatori hanno accertato c’è anche quello alla palestra della legalità in via dell’Idorscalo, bene comune confiscato nell’ambito delle inchieste su Mafia capitale. La notte del 3 febbraio il 40enne era riuscito a forzare la porta della palestra svuotando la macchinetta del caffè. I carabinieri di Ostia lo avevano rintracciato e fermato per furto aggravato. Una manciata di giorni dopo, il 13 febbraio, era stato arrestato di nuovo dopo un raid in un market di Ostia: «Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari in attesa del processo- spiega la mamma- ma continua a uscire nel cuore della notte e a delinquere. Voglio solo aiutare mio figlio ma non so più a chi appellarmi». Intanto, assistita dal legale, ha inoltrato sabato mattina una richiesta la Tribunale di sorveglianza sollecitando appunto, il ricovero in una Rems: «Una misura- conclude- la signora Mara – che lo scorso anno era stata anche disposta e poi inseguita. Spero solo che la situazione si sblocchi e che insieme alle istituzioni riusciremo a trovare una soluzione per mio figlio che sto cercando di salvare. Spero non sia troppo tardi».
Cronaca
Ilaria Sula, sequestrata la camera dell’auto usata da Samson per il trasporto del corpo della giovane donna.

ScopertaChoc: La dash cam nascosta e le tracce di caffè che potrebbero ribaltare l’omicidio di Ilaria Sula?
La prova nascosta nell’auto
Mentre gli investigatori hanno sequestrato la dash cam nella macchina di Mark Samson, un dettaglio sorprendente emerge: potrebbe rivelare tutti i suoi spostamenti e cambiare il corso delle indagini. Tracce di caffè nello stomaco di Ilaria Sula, la studentessa della Sapienza uccisa dal suo ex fidanzato, suggeriscono che Samson non ha mentito su tutto. Immaginatevi la scena: un indizio minuscolo che potrebbe smascherare una rete di bugie.
Le rettifiche e le scoperte inaspettate
Samson, il ventitreenne accusato, sta finalmente collaborando, aiutando a ritrovare il telefono della vittima sotto il materasso dei suoi genitori e la micro sim nell’appartamento dove è avvenuto il delitto. Ma cosa nasconde questa telecamera? Gli esperti la analizzeranno per scoprire immagini cruciali: quando è stato caricato il corpo sull’auto, se Samson era solo e quali segreti ha registrato. È come un puzzle che si sta componendo pezzo per pezzo, lasciando tutti a chiedersi cosa emergerà.Il ruolo delle tracce di caffè
Dalle analisi post-autopsia, emerge un fatto intrigante: lo stomaco di Ilaria era quasi vuoto, tranne per qualche residuo di caffè. Potreste non credere a quanto questo dettaglio sia decisivo! Amiche della vittima hanno confermato ai pm che non beveva caffè prima di dormire, indicando che l’omicidio è avvenuto la mattina del 26 marzo, proprio come dichiarato da Samson. Un indizio che fa sorgere mille domande: era davvero un gesto improvviso?
La confessione che lascia senza fiato
Nella sua ammissione, Samson ha raccontato di aver portato la colazione in camera a Ilaria, scoprendo messaggi di un altro ragazzo sul suo telefono. “L’ho uccisa con due coltellate”, ha detto, descrivendo un atto rapido e brutale con il coltello usato per la mortadella. Questo dettaglio non solo rafforza la sua versione, ma allontana i sospetti dal padre, che non era in casa al momento del fatto. Pensateci: un omicidio domestico con colpi di scena che coinvolgono l’intera famiglia.
Le bugie e i depistaggi svelati
Samson ha mentito su quasi tutto, dai messaggi alle modalità di occultamento del corpo in un trolley e poi in un dirupo. Ma ora, con queste nuove prove, emergono crepe nella sua storia. La madre è accusata di concorso nell’occultamento, mentre il padre sembra estraneo. È un intreccio di inganni che tiene tutti con il fiato sospeso: quante altre sorprese riserva questo caso?
Cronaca
L’intervista a Carl Brave: Il basket è la mia ossessione, dal canestro alla musica

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L’Ascesa nel Mondo del Calcio
Il nostro protagonista ha iniziato la sua avventura sportiva tra i campi di Montecatini, dove ha giocato in serie B, attirando l’attenzione per le sue prestazioni. Ma cosa nascondeva dietro quel pallone? Una passione che sembrava destinata a grandi successi, prima che un evento inaspettato lo fermasse.
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Dopo un lungo stop che ha messo in discussione tutto, il cantante ha sentito il bisogno di rivoluzionare la sua vita. “Vivere la strada” è diventato il suo mantra, un percorso di rinascita che ha trasformato le sue esperienze in storie da raccontare, lasciando tutti a chiedersi: cosa lo ha spinto a questo punto di svolta?Il Ritorno sul Campo con Nuove Rivelazioni
Oggi, sul campo del Celio, si apre un capitolo inedito. Il cantante decide di condividere la sua storia in prima persona, mescolando musica e sport in un mix che promette sorprese. Preparati a scoprire dettagli che potrebbero cambiare tutto ciò che sai su di lui!
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