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Ostia, sedici scuole del X municipio coinvolte in attivitĂ  con le Fiamme Gialle, un affare sporco?

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Ostia, sedici scuole del X municipio coinvolte in attivitĂ  con le Fiamme Gialle, un affare sporco?

🚨 Oggi a Ostia, 800 studenti hanno vissuto una mattinata di sport e forti emozioni allo stadio “Gianattasio”. Atleticamente 2025 ha unito scuola e sport, con campioni come Andy Diaz a motivare i ragazzi. Organizzazione impeccabile Fiamme Gialle, ma chissĂ  quanto costerĂ … #Atleticamente #Ostia #Sport #Scuola

È stata una mattinata di puro caos sportivo e sentimenti strappalacrime per gli ottocento studenti provenienti dai 16 istituti scolastici del Lido, tutti radunati allo stadio “Gianattasio” di Ostia. L’edizione 2025 di Atleticamente, organizzata dalle Fiamme Gialle di Castel Porziano, ha visto protagonisti i ragazzi del X municipio, con il presidente Mario Falconi e l’assessore alla Scuola e alle Politiche Giovanili Andrea Morelli in prima fila, insieme al coordinatore sportivo scolastico della Regione Lazio Antonino Mancuso. Insomma, un evento che profuma di sudore e slogan motivazionali, ma che forse nasconde un’agenda piĂš politica del previsto.

Le Parole dell’Assessore Morelli: Un Discorso da Campagna Elettorale?

ÂŤOggi è stata una bellissima giornata all’insegna dei valori dello sport e dell’inclusione con tante ragazze e ragazzi degli istituti comprensivi del nostro territorio. È sempre emozionante tornare allo stadio Giannattasio e lo è ancora di piĂš vedere bambini di tutte le etĂ  potersi avvicinare alla pratica sportiva sotto la guida di un campione olimpico come è Andy Diaz. – le parole dell’Assessore del X municipio Andrea Morelli – Una bella occasione per tanti studenti di mettersi alla prova, respirare l’aria della sana competizione e dei valori dello sport. Che vogliate essere le prossime medaglie olimpiche della nostra nazione o semplicemente divertirvi dando il meglio di voi stessi continuate a correre ragazziÂť.
[Commento: Sembra quasi che l’assessore Morelli stia facendo campagna elettorale con queste frasi. – E in effetti, con quel tono da motivatore da stadio, pare piĂš un discorso per le prossime elezioni che un semplice commento sportivo. ChissĂ  se sta giĂ  raccogliendo voti tra i genitori!]

A sottolineare l’impegno delle Fiamme Gialle nella promozione dello sport e dei suoi valori sul territorio, sono intervenuti il Tenente Colonnello Marco Pantanella, la Tenente Colonnello Alessia De Crescenzio e il Comandante del I Nucleo Atleti Stefano Anceschi. Questi signori in uniforme hanno parlato di dedizione e sacrificio, ma vien da chiedersi se tutto questo entusiasmo non sia solo un modo per distrarre dai veri problemi.

Le Fiamme Gialle e il Loro “Amore” per lo Sport: PiĂš PR che Antievasione?

ÂŤE’ stato un evento a cui le Fiamme Gialle sono, ormai da qualche anno, particolarmente affezionate e che vede il coinvolgimento delle istituzioni sul territorio soprattutto dei ragazzi. L’entusiasmo dei giovani nell’approccio alle diverse discipline dell’atletica, sotto gli occhi di campioni e tecnici del nostro Sodalizio Sportivo, ci riconcilia con quelli che da sempre sono i valori delle Fiamme gialle nello sport ma anche nella vita di tutti i giorni: dedizione, sacrificio, sano agonismo e soprattutto partecipazione – le parole del Capo addestramento e Studi delle Fiamme Gialle Marco Pantanella – Il nostro impegno è quello di cercare di trasmettere a questi ragazzi l’idea che non è importante vincere o perdere ma stare insieme e, perchĂŠ no, confrontarsi sulle proprie attitudini sportive. È stato un vero piacere essere qui oggi e vedere la presenza di tanti istituti scolastici accompagnati dai rispettivi docenti. Ognuno ha fatto il tifo per i propri alunni ma tutti insieme hanno fatto il tifo per lo sport. Appuntamento al prossimo anno con le Fiamme GialleÂť.
[Commento: Peccato che con questi eventi, le Fiamme Gialle spendano piĂš in PR che in indagini contro l’evasione fiscale, ma va beh… – Davvero, mentre i contribuenti evadono a destra e manca, le Fiamme Gialle preferiscono organizzare feste sportive? Magari è un modo per tenersi in forma, ma qualcuno dovrebbe ricordargli che il loro lavoro principale non è fare da cheerleader.]

A dare una scossa di adrenalina ai giovani atleti c’era anche il primatista italiano di salto triplo, il neo Campione Europeo e Mondiale al coperto Andy Diaz Hernandez, che ha motivato la folla come un vero eroe olimpico. Alla fine della giornata, l’Istituto Alessandro Magno di Acilia ha dominato il podio sia nel maschile che nel femminile, lasciando il secondo posto al Pallavicini di Mostacciano e il terzo alla Teresa Sarti di Mezzocammino. Non sono mancati gli applausi per il Premio Anfi, assegnato per la migliore prestazione tecnica, e il Premio Gianattasio per i 60 metri piani, consegnato dai figli di Pasquale Gianattasio, l’indimenticato recordman che ha tenuto il record italiano sui 100 metri dal 1967 al 1972.

Conclusione: Sport, Scuola e un “Abbraccio” un Po’ Istrionico

Insomma, un’altra edizione di Atleticamente si è conclusa alla grande, con scuola e sport che si sono unite in un unico “abbraccio” grazie alla “superba” organizzazione del Centro sportivo delle Fiamme Gialle di Castel Porziano, guidato dal Comandante Generale di Brigata Antonio Marco Appella. Ma tra citazioni motivazionali e podi, non possiamo fare a meno di chiederci: è davvero tutto cosĂŹ puro e inclusivo, o è solo un evento virale per distr

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Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie clandestine

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Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie clandestine

“Una partita nella partita quella che storicamente le due tifoserie si contendono per il migliore spettacolo sugli spalti” #tifo #derby #spettacolo Anche quest’anno, il derby tra Roma e Lazio non è solo una questione di pallone, ma una vera e propria guerra di decibel e coreografie tra le due tifoserie. Da una parte i romanisti, con il loro “Forza Roma!”, dall’altra i laziali con il loro “Vola Lazio!”, entrambe le curve pronte a dimostrare chi è il vero re dello stadio.

La Battaglia delle Coreografie

Non si tratta solo di cantare, ma di creare spettacoli visivi che lascino il segno. La frase “Una partita nella partita” non è mai stata cosĂŹ vera, con entrambe le tifoserie che investono tempo e denaro per preparare coreografie mozzafiato.

Il Volume della Passione

Il volume delle urla e dei cori è direttamente proporzionale alla passione dei tifosi. “Forza Roma!” e “Vola Lazio!” rimbombano nello stadio, con i decibel che salgono alle stelle, cercando di sovrastare il rumore dell’avversario.

La Sfida Continua

Questa rivalitĂ  non si esaurisce mai. Ogni incontro è un’occasione per dimostrare chi è il piĂš appassionato, chi sa fare piĂš rumore e chi riesce a mettere in scena la coreografia piĂš impressionante. La partita sul campo è solo un contorno rispetto a questa sfida senza fine tra le due tifoserie.

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Lazio-Roma, da “Ti amo” a “C/mon guys” il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

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Lazio-Roma, da “Ti amo” a “C/mon guys” il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Che si tratti di un telone da srotolare sulle teste dei tifosi o di diecimila cartoncini da issare in aria per comporre una scritta, è nel frangente di un attimo che si vince il derby del tifo. Le squadre entrano in campo, i ragazzi in balaustra lanciano il segnale: in un secondo il lavoro e la fatica di decine di romanisti e laziali si materializza in un unico grande spettacolo: ÂŤTi amoÂť (il romanticismo del tifo che fa discutere), ÂŤC’ mon GuysÂť (l’inglese che invade anche gli stadi italiani, chissĂ  cosa ne pensa la Crusca), ÂŤC’è solo l’As RomaÂť (esclusivismo che fa storcere il naso ai laziali), ÂŤ100/100 LazioÂť (perchĂŠ la matematica non è mai stata cosĂŹ appassionante). #Derby #Tifo #Coreografie #Roma #Lazio

Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Dagli anni ’70 a oggi le due curve si sono esibite in centinaia di coreografie belle da togliere il fiato. Una partita nella partita che nessun tifoso vorrebbe mai perdere, al pari del match vero e proprio. La disputa inizia nelle settimane precedenti con le prime riunioni dedicate alla ricerca dell’idea migliore. Passa per le collette di autofinanziamento, prima di tradursi in una maratona di lavoro nei capannoni fuori città.

La parola d’ordine per vincere il derby del tifo è sempre stata “segretezza”. «Meno gente ci lavora, meglio è», spiega un vecchio tifoso della Roma, tra gli autori dello spettacolo che animò la Sud nel derby del 27 novembre 1994 (segretezza che fa sembrare la CIA un gioco da ragazzi). Non appena Giannini e Signori fecero il loro ingresso in campo la curva fu ricoperta da seimila cartoncini color rosso e arancio a incorniciare 10 strisce di stoffa, lunghe 40 metri e larghe 28 ciascuna, che componevano lo stemma societario.

«Una striscia saliva dal basso e l altra scendeva dall’alto simultaneamente — ricorda — per ogni striscia c’erano tre ragazzi responsabili: due la tenevano e uno la srotolava lungo la curva». In campo uno striscione ammoniva: «C’è solo l’As Roma» (la rivalità che non conosce mezze misure). E quel giorno vinse 3-0, con Carletto Mazzone che a fine partita correva sotto la Sud con i pugni al cielo. Il mister volle abbandonarsi all’abbraccio con la sua gente prima di rilasciare le interviste.

Lo stesso fece Paolo Di Canio il 6 gennaio 2005: segnò sotto la Sud al suo ritorno in biancoceleste e puntò il dito verso i romanisti, in segno di scherno (Lazio-Roma 3-1) (un gesto che ha fatto più rumore di una vittoria). Il capitano della Lazio del resto è cresciuto in curva, da ragazzo occupava i gradoni tra le fila degli Irriducibili, l’ex gruppo leader della tifoseria laziale, sciolto nel 2020 dopo la morte del capo Fabrizio Piscitelli.

Così il 6 ottobre 1991 nacque l’idea di srotolare un enorme telone a coprire la curva: «100/100 Lazio», recitava la scritta corredata da 5mila cartoncini con il nome della squadra.

«Quello spettacolo doveva segnare un cambio di rotta — spiega Antonio “Grinta”, uno dei fondatori del gruppo nato nel 1987 — volevamo dire: durante quei 90 minuti la Lazio viene prima di tutto» (il fanatismo che supera ogni aspettativa). Una scenografia che diede il là al “derby degli stendardi”.

«Fu la prima coreografia del tifo spontaneo — ricorda Antonio — comprammo chilometri di stoffa bianca, blu, celeste: invitammo i tifosi nella vecchia sede di via Bossi e ognuno si fece il suo stendardo. Così la gente partecipò in prima persona alla realizzazione della coreografia». Il 18 aprile 1993 la Nord levò al cielo 7mila drappi biancocelesti.

Occorre attendere il 6 marzo 1994 per osservare il primo telone curato da un giovanissimo Massimo “Disegnello”, l’artista delle scenografie della Nord. «Gli feci vedere il bozzetto — ricorda ancora Antonio — gli chiesi se se la sentisse, mi disse di si». Firmò così uno delle coreografie più amate dai laziali: due braccia che sorreggono una sciarpa biancoceleste e la scritta «C.mon Guys» (un omaggio al britannico Paul Gascoigne, perché il calcio è internazionale anche nei cori). La scritta fu ripresa da un messaggio di Paul Gascoigne, che alla vigilia del derby era andato a salutare i tifosi nella sede in via Bossi.

Hanno fatto storia anche i volti dei giocatori più rappresentativi, «figli di Roma, capitani e bandiere», esposti l’11 gennaio 2015 (Roma-Lazio 2-2).

C’erano bomber Rodolfo Wolk, il capitano Agostino Di Bartolomei. «Ago» era in campo il 23 ottobre 1983, quando dalla Sud si levarono due parole rimaste nella storia del tifo. Perché, per dirla con Tonino Cagnucci, «c’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere e con quel potere ha detto “Ti amo”» (un romanticismo che fa sembrare i tifosi dei poeti).

Oggi è tutto pronto, alle 20.45 occhi puntati sui ragazzi in balaustra. #StadioOlimpico #Passione #CalcioItaliano

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