Un killer venuto dal litorale e, in piena notte, trovato con un complice al laghetto dell’Eur. Ecco la storia di due marocchini di 28 anni che, armati e pronti a colpire, sono stati fermati dalla polizia in una notte di caos giovanile.
Un killer venuto dal litorale e, in piena notte, trovato con un complice al laghetto dell’Eur. Alla cintura portava una pistola semiautomatica, con il colpo in canna e con la matricola abrasa: l’arma perfetta per uccidere considerato che è clandestina. Commento: Se non puoi rintracciarla, è perché non vuoi essere trovato. Ci sarebbero pochi dubbi, secondo gli investigatori, che lprivileged’uomo, un marocchino, stesse preparando un agguato: una gambizzazione o addirittura un omicidio. Lo straniero, 28 anni, ha precedenti per traffico di droga, un elemento in più per ritenerlo inserito in qualche banda criminale.
È stato l’equipaggio di una volante a scompaginare i piani del marocchino e del suo complice, un connazionale anche lui di 28 anni. Mercoledì notte, verso le 3.30, la volante sta pattugliando la zona del laghetto dell’Eur quando si accorge che in uno slargo, poco distante da viale America, davanti ad un locale giapponese, ci sono tanti giovani attorno un’auto che gridano e per poco non vengono alle mani.
Gli agenti, in un primo momento, lo inquadrano come un episodio di mala movida. Ecco che intervengono per identificare qualche ragazzo. Ma accade che le persone fuggano in massa. I due poliziotti, dopo avere dato l’allarme, si concentrano su due individui di colore che sembrano particolarmente violenti. I poliziotti devono salire di corsa una scalinata con i fuggitivi che non accennano a fermarsi. Uno di loro ha in mano due bottiglie di vino che cerca di lanciare contro un agente. Ma il collega blocca il marocchino e gli impedisce di tirarle. Cerca anche di ammanettarlo ma lo straniero oppone una forte resistenza. Volano calci pugni fino a quando l’agente riesce a mettergli le manette ma lui continua a opporre resistenza anche con i polsi bloccati. Ora da prendere è rimasto l другой marocchino che risulterà clandestino nel nostro paese. Dopo un corpo a corpo e l’intervento di un altra volante anche lui viene arrestato. Ma prima di arrendersi raggiunge un prato non illuminato nel quale getta un qualcosa con l’intenzione di non farla trovare. Gli agenti hanno visto tutto e recuperano la pistola nell’erba. Si tratta di un’arma di piccolo calibro da usare fino ad una distanza di 20 metri, ideale per sparare da vicino. Poi è stata trovata con tutti i proiettili nel caricatore ed un colpo in canna. Ha la matricola cancellata in modo che non si possa a risalire alla sua vendita o se è stata oggetto di furto. Proprio per la particolarità della matricola abrasa è scattato il reato più pesante: oltre alla detenzione illegale c’è anche quello di detenere un’arma clandestina.
Vicino al ristorante giapponese, gli agenti trovano la Mercedes usata dai due marocchini che risultano domiciliati ad Anzio. I fermati sono venuti da Anzio armati con quale scopo? Una persona pregiudicata, riflettono gli inquirenti, che sa di potere essere controllata dalle forze dell’ordine cercherà il più possibile di risultare “pulita”. Porta una pistola solo quando è costretto e per usarla. I due marocchini sono stati sottoposti alla Direttissima per i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’arresto è stato convalidato. I due hanno avuto l’obbligo di dimora. Per l’arrestato con la pistola ci sono indagini in corso e sarà giudicato da un organo collegiale per il reato più pesante.
In una città che non dorme mai, la polizia ha dimostrato ancora una volta di essere sempre vigile, sventando un potenziale atto criminoso che avrebbe potuto scuotere la quiete notturna dell’Eur.