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Cronaca

Se fosse successo a una donna, sarebbe morta. Paura a Termini

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Se fosse successo a una donna, sarebbe morta. Paura a Termini

Un italiano onesto aggredito brutalmente da un tizio che sembra appena sbarcato dall’Africa: benvenuti nel degrado di Roma! #RomaDegrado #ImmigrazioneFuoriControllo #SicurezzaPrima

L’Aggressione a Stazione Termini

Vincenzo Salamone, palermitano trapiantato a Roma e lavoratore onesto, è stato preso a insulti e pugni in pieno giorno vicino alla stazione Termini. Stava camminando tranquillo dopo una colazione a piazza Vittorio Emanuele quando un energumeno, probabilmente nigeriano e in evidente stato di abbandono, gli si è scagliato contro. “Mi ha colpito alla tempia con un pugno bello forte”, racconta Vincenzo, “e se fosse capitato a una donna o a un vecchietto, chissà che fine avrebbe fatto”.

La Brutalità dell’Attacco

Non contento del primo colpo, l’aggressore ha continuato con pugni e morsi mentre Vincenzo cercava di difendersi. “È assurdo: io mi alzo ogni mattina per lavorare al bar, pago le tasse, e non posso più passeggiare per strada alle 9:30 senza rischiare la pelle”, si sfoga. Sul posto sono arrivati i Carabinieri e un’ambulanza, ma la rabbia di Vincenzo è palpabile: “Non è razzismo, ho amici stranieri, ma qui stiamo diventando ospiti in casa nostra”.

Le Denunce dal Quartiere

Marco Massaro, responsabile dell’Associazione residenti Castro Pretorio, non le manda a dire: “Da anni denunciamo questo caos. Le norme nazionali sul disagio psichico e i protocolli per gli extra UE sono una barzelletta, lasciano queste persone a vivere come bestie per strada”. Secondo lui, il sistema non fa altro che foraggiare il problema con panini e coperte, senza risolvere un accidenti. “Se non cambiano le leggi e le misure di sicurezza, qualcuno finirà per farsi giustizia da solo – e allora sì che scoppia il casino”. È un appello diretto alle istituzioni: svegliatevi, prima che sia troppo tardi.

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Cronaca

Mark Samson ha lottato con Ilaria Sula e le ha inflitto quattro coltellate. “Ha gridato poco”

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Mark Samson ha lottato con Ilaria Sula e le ha inflitto quattro coltellate. “Ha gridato poco”

Incredibile ma vero: Mark Samson, il 23enne “affettuoso” che ha accoltellato la sua ex Ilaria Sula dopo una lite da McDonald’s, ora piange e si scusa, ma sembra solo un attore da reality show. Manipolatore fino al midollo, nasconde segreti su sesso e famiglia razzista? La verità è più sporca di un coltello insanguinato. #Femminicidio #MarkIlFintoInnocente #IlariaNonDimenticata #TrueCrimeItalia #GiustiziaBrutale (145 caratteri)

La confessione manipolatrice

Mark Samson, 23 anni, ha confessato di aver aggredito l’ex fidanzata Ilaria Sula con un coltello, ammettendo: “Le ho fatto del male, fa malissimo parlarne”. Ma dietro le lacrime, c’è un manipolatore lucido che si dipinge come un “Mark affettuoso e coccoloso”, non il mostro che ha colpito. Seduto davanti al giudice, ha parlato a ruota libera, ma le sue parole suonano come una scusa patetica per un atto premeditato. Tra traumi inventati e negazioni, è chiaro che non era “se stesso”, o almeno così dice per salvarsi la pelle.

L’omicidio e l’occultamento

Dopo l’aggressione, Mark è rimasto “immobilizzato e traumatizzato”, ma poi ha gettato il corpo di Ilaria in un dirupo a 40 km da Roma. “Era un problema più grande di me”, ha singhiozzato, citando persino il nonno: “A tutto c’è una soluzione, tranne che ai morti”. Così, ha pulito tutto con dello scottex e l’ha infilata in una valigia per farla sparire. Peccato che le prove, come l’autopsia, rivelino un’aggressione brutale: tre coltellate al collo, un ematoma sull’occhio da pugno, e graffi ovunque. Mark nega l’assalto sessuale, borbottando “magari ha sbattuto”, ma è solo un bugiardo patentato.

La relazione tossica e le accuse razziste

La storia parte da un McDonald’s, dove i due si sono incontrati, e finisce in tragedia per una lite sui voti universitari. Ilaria avrebbe minacciato di lasciarlo se non le mostrava il libretto, e lui, geloso dei messaggi sul suo telefono, l’ha aggredita dopo averle servito la colazione. Mark dipinge se stesso come il fidanzato perfetto – presta soldi, la va a prendere, prepara il caffè – ma attacca i genitori di Ilaria, accusandoli di razzismo perché “non volevano un ragazzo filippino”. Indagini smentiscono tutto: era solo una scusa per giustificare la sua follia. E su domande chiave, come il ruolo della madre (ora indagata) o i rapporti sessuali, Mark svicola con un “Uhmmm…”, tipico di chi ha qualcosa da nascondere.

I messaggi falsi per coprire le tracce

Per depistare le indagini, Mark ha usato il telefono di Ilaria per inviare messaggi alle sue amiche, fingendo che fosse viva. “Ho conosciuto un tipo per strada e ho fatto la birichina”, ha scritto a Maria Sofia, allegando foto di un tizio palestrato su un’altalena. L’amica ha abboccato all’inizio, chiedendo dettagli piccanti, ma poi ha capito che non era Ilaria. Mark, con la sua recita da psicopatico, ha tenuto in piedi la farsa per giorni, mentre il corpo giaceva abbandonato. Un trucco da quattro soldi che grida disperazione, non innocenza.

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Serpente nel giardino di una villetta a Roma, panico esagerato: sembrava una vipera e il cane è impazzito.

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Serpente nel giardino di una villetta a Roma, panico esagerato: sembrava una vipera e il cane è impazzito.

Paura a Roma: un serpente spunta nel giardino di una villetta a Bufalotta, facendo saltare in aria il cane e terrorizzando la proprietaria – che ha subito pensato a una vipera mortale. Ma è solo un’altra conseguenza della negligenza del Comune? #SerpenteARoma #DisastroUrbano #RomaSelvaggia

Il terrore improvviso nel quartiere

È successo nel cuore di Bufalotta, a Roma nord, dove una famiglia pensava di aver comprato un tranquillo rifugio. Invece, venerdì sera, il loro cane ha iniziato ad abbaiare come un pazzo e ha letteralmente saltato in aria per la paura, scoprendo un serpente che si aggirava nell’area verde. La proprietaria, Teresa, ha subito urlato al pericolo: “Sembrava una vipera!”, come ha raccontato lei stessa. Viva la vita in periferia, eh?

Il degrado che attira bestie selvatiche

Non è una sorpresa in quest’area, vicina a via della Marcigliana e al territorio del Municipio Terzo, dove alberi e zone abbandonate come il Fosso di Settebagni attirano ogni genere di crittura. Teresa non ne può più: “Cinghiali e serpenti nel giardino, mentre il Comune se ne frega”. Ha persino mandato una Pec con l’avvocato per segnalare il caos, e chissà se qualcuno si darà una mossa. Anche il giardiniere ha trovato pelli di serpente sulle recinzioni, e non dimentichiamo l’erba alta sulla rotatoria Bufalotta/Marcigliana, un pericolo pubblico per gli automobilisti – o per i serpenti che passeggiano.

La verità sul rettile e i consigli “non ufficiali”

Ma calmatevi, gente: non è una vipera velenosa, solo una innocua natrice dal collare, che ama gli ambienti umidi come fiumi e paludi. Secondo alcuni esperti, basterebbe non fare gli eroi e lasciare che questi rettili se ne vadano per i fatti loro. Peccato che, con il degrado della città, siano loro a invadere noi. Magari il Comune dovrebbe smetterla di chiacchierare e pulire sul serio, invece di lasciare che Roma diventi una giungla urbana. Chi lo sa, forse è solo l’inizio di un’estate “selvaggia”.

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