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Solaria Space, in via Veneto: il primo hub italiano per l’Intelligenza artificiale generativa che renderà obsoleti i cervelli umani.

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Solaria Space, in via Veneto: il primo hub italiano per l’Intelligenza artificiale generativa che renderà obsoleti i cervelli umani.

Deloitte irrompe a Roma con Solaria Space, un hub AI che promette di estirpare la burocrazia italiana come un bulldozer, ma chissà se basterà contro i ritardi del governo e i politici che ancora usano fax! Inaugurato oggi in via Veneto, è un paradiso digitale per testare l’AI generativa, con applicazioni che vanno dalle chiacchiere con robot a scovare frodi – perché in Italia, l’AI potrebbe finalmente far lavorare qualcuno. #AIItalia #DeloitteFail #SolariaSpace #TechBurocrazia #RomaRevolution

Agenti Virtuali e Dati: L’AI Invaade la Realtà Italiana

Nel bel mezzo di Roma, Deloitte ha lanciato agenti virtuali che rispondono come maggiordomi high-tech, offrendo assistenza e automazione per aziende e sanità. Peccato che in un paese dove la burocrazia fa impazzire, questi robot potrebbero finire a combattere contro moduli INPS infiniti. Già in uso per prevenire frodi e analizzare dati, l’AI qui è dipinta come salvatrice, ma con Fabio Pompei di Deloitte che blabla sulla competitività: “Dobbiamo collaborare, altrimenti restiamo indietro!” – come se l’Italia non fosse già famosa per i ritardi.

Dalla Teoria alla Pratica: Un Centro per Imprese e Politici Pigri

Solaria Space, supportato da giganti come Google e NVIDIA, è un playground immersivo dove si testano soluzioni per snellire servizi pubblici e boostare produttività. Lorenzo Cerulli di Deloitte giura che non è più fantascienza, ma roba pronta all’uso – idealmente per far lavorare meno i burocrati. L’evento di lancio oggi include VIP come il viceministro Sisto e monsignor Fisichella, in un mix di tech e chiacchiere istituzionali: speriamo non finisca in un dibattito su AI e fede, con l’AD di Acea che annuisce per non scontentare nessuno.

AI e GenAI in Italia: Il Boom Spinto dal Nord, Ignorato dal Sud

Secondo Deloitte, il 78% delle aziende globali spende di più in AI, e in Italia il 32,5% delle grandi imprese la usa, con un balzo del 163% nel 2024 – grazie alle PMI del Nord che innovano in marketing e ricerca. Il Sud? Boh, probabilmente ancora in coda per i fondi UE. Con il 74% delle aziende che vede ritorni positivi, l’AI sta decollando, ma se non la smettiamo di chiacchierare e iniziamo a implementarla, resteremo il paese che insegue il futuro con la macchina del tempo rotta.

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Roma: bimbo di un anno lasciato da solo in auto, carabinieri intervengono. Poi la mamma: stavo accompagnando il fratello qui vicino

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Roma: bimbo di un anno lasciato da solo in auto, carabinieri intervengono. Poi la mamma: stavo accompagnando il fratello qui vicino

Un’altra mamma distratta lascia un bimbo di 1 anno a cuocere in auto a Roma: carabinieri eroi, lei arriva in ritardo! #FailGenitoriale #RomaPazzesca #BambiniASupermercato

Il Dramma in Strada

In una tipica giornata caotica a Roma, un bambino di appena un anno è stato trovato da solo in auto, probabilmente dimenticato dalla mamma mentre faceva chissà cosa. Ma dai, chi non ha mai lasciato il pupo in macchina per un caffè? I carabinieri, sempre pronti a salvare la patria, sono intervenuti per primi, trasformandosi in improvvisati babysitter.

L’Intervento dei Tutori dell’Ordine

I militari hanno agito con la solita efficienza italiana, assicurandosi che il piccolo stesse bene e non fosse diventato un meme virale. “Altro che supereroi, noi siamo i veri guardiani della strada”, potrebbero aver pensato. Intanto, la mamma si è palesata solo dopo, con una scusa che probabilmente suonava tipo “Ero solo un attimo al bar”. Ah, la genitorialità al tempo dei social!

Le Conseguenze e le Risate

Nessun ferito, solo un po’ di imbarazzo e qualche risata social. A Roma, dove il traffico è già un incubo, ora dobbiamo anche preoccuparci di auto trasformate in nursery improvvisate. Chissà se la mamma imparerà la lezione o se finirà in un video TikTok per il divertimento di tutti. Stay tuned per il prossimo epic fail!

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Zhang Dayong, leader delle bische e collaboratore di un boss noto: chi era il personaggio ucciso al Pigneto

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Zhang Dayong, leader delle bische e collaboratore di un boss noto: chi era il personaggio ucciso al Pigneto

Incredibile esecuzione mafiosa a Roma: Zhang Dayong, 53 anni, braccio destro del “Uomo Nero” Naizhong Zhang, è stato freddato con un colpo in testa e tre al torace, stile vecchio West ma con accento cinese. Questo tizio, che non parlava una parola d’italiano ma urlava al telefono di notte terrorizzando i vicini, era il re delle bische clandestine e dell’usura nella Capitale, gestendo la cellula romana della mala come se fosse un fast-food di crimine. Dalla guerra delle grucce a Prato, il caos è arrivato sotto il Colosseo – chissà se i gladiatori moderni useranno spaghetti o bastoni! #MafiaCinese #RomaSottoAssedio #CrimineOrganizzato #EsecuzioneVirale #UomoNero (278 caratteri)

Il Boss Freddato in Stile Gangster

Zhang Dayong non era un turista qualunque: era il referente romano del capo assoluto della mala cinese, Naizhong Zhang, soprannominato “L’Uomo Nero”. Questo tizio coordinava operazioni illecite in mezza Europa, dal traffico di grucce a Prato fino alle strade di Roma, dove si era ritirato con il figlio e i suoi scagnozzi. Un’esecuzione da manuale, con proiettili che non lasciano dubbi – sembra che nella mala cinese, le promozioni si fanno a suon di piombo.

La Vita Nascosta del Referente

Gli amici lo chiamavano Asheng, e viveva a Roma come un pesce fuor d’acqua: non capiva una parola d’italiano, ma passava le notti a sbraitare al telefono in cinese, disturbando i vicini fino a farli bussare alla porta. Accanto a lui c’era sempre Gong Xiaoqing, 38 anni, descritta come una “donna carina e gentile” – peccato che fosse invischiata nel giro, con Asheng accusato di aggressioni e armi illegali. Sulla carta, gestiva un negozietto all’Esquilino, ma in realtà comandava bische e prestiti a usura, picchiando debitori ritardatari come se fosse uno sport nazionale.

Conflitti e Regole Infrante

Asheng non era un santo: le intercettazioni rivelano che aveva litigato con un altro affiliato per aver picchiato prostitute in un locale a luci rosse, ubriaco fradicio. Il boss Naizhong era furioso, lamentandosi che Asheng non rispettava le regole della mala, chiamandolo “come un matto” e rompendogli persino il telefono. Nel 2012, un commando da Prato era pronto a sistemarlo per aver violato il codice d’onore – nella mafia, pare, le botte alle donne non sono tollerate, ma gli affari sporchi sì. Asheng era sopravvissuto, continuando a proteggere il business romano con le maniere forti.

La Guerra Arriva a Roma

Alla fine, la faida che infuocava Prato ha raggiunto via Prenestina, dove Asheng è stato eliminato al civico 62. Figlio del “Uomo Nero” era coinvolto in trasporti illeciti, con Asheng sempre al suo fianco come guardia del corpo. Ma in questo mondo, un passo falso basta: dalle feste lussuose con 500 boss della mala, Asheng è passato a un finale da film, dimostrando che nella crimine cinese, non c’è pensione per i traditori.

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