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Cronaca

Una malattia dai ghiacciai: la veggente di Trevignano predice eruzioni e terremoti.

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Una malattia dai ghiacciai: la veggente di Trevignano predice eruzioni e terremoti.

È arrivato il delirio mistico-digitale: una santona accusata di truffa riemerge con un nuovo “messaggio della Vergine Maria” che attacca preti fedifraghi e giovani ridotti a robot dall’IA. Ma davvero crediamo a queste visioni da baraccone? #SantonaTruffaldina #IADistruggeGiovani #MessaggiMisticiFinti (278 caratteri)

La Santona Ritorna in Scena

Dopo essere finita nel mirino della giustizia per una truffa che puzza di incenso e banconote false, questa autoproclamata veggente non resiste e torna a far parlare di sé. Stavolta, il suo presunto canale con l’aldilà non si limita a criticare il clero: lancia strali contro l’intelligenza artificiale, dipingendola come il diavolo moderno che “travia” i ragazzi. Un mix di misticismo e tecnologia che fa sbellicare dalle risate – o preoccupare, a seconda di quanto siate suggestionabili.

Attacchi ai Sacerdoti Infedeli

Nel suo ultimo proclama, la santona non le manda a dire: i preti che tradiscono i voti sono finiti nel mirino divino, descritti come ipocriti in tonaca. “La Madonna è furiosa”, giura lei, con un tono che sembra uscito da un reality show. Ma vien da chiedersi: se la Vergine ha tempo per l’etica clericale, perché non si occupa di scandali veri? Questo mix di religione e pettegolezzo è il pane per i social, dove tutti fingono shock ma condividono a raffica.

I Giovani e il “Pericolo” dell’IA

Passando ai giovani, la santona li bollina come “traviati dall’intelligenza artificiale”, accusandola di trasformare teste pensanti in schermi zombie. Peccato che, in un’era di TikTok e algoritmi, forse ha ragione – ma detta da una che vende visioni per soldi, suona più comica che convincente. L’IA come nuovo capro espiatorio? Benvenuti nel circo mediatico, dove la tecnologia è il nuovo demonio e i guru fai-da-te fanno audience. Chiunque con un po’ di senno sa che l’unico pericolo qui è la creduloneria al potere.

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Cronaca

Se fosse successo a una donna, sarebbe morta. Paura a Termini

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Se fosse successo a una donna, sarebbe morta. Paura a Termini

Un italiano onesto aggredito brutalmente da un tizio che sembra appena sbarcato dall’Africa: benvenuti nel degrado di Roma! #RomaDegrado #ImmigrazioneFuoriControllo #SicurezzaPrima

L’Aggressione a Stazione Termini

Vincenzo Salamone, palermitano trapiantato a Roma e lavoratore onesto, è stato preso a insulti e pugni in pieno giorno vicino alla stazione Termini. Stava camminando tranquillo dopo una colazione a piazza Vittorio Emanuele quando un energumeno, probabilmente nigeriano e in evidente stato di abbandono, gli si è scagliato contro. “Mi ha colpito alla tempia con un pugno bello forte”, racconta Vincenzo, “e se fosse capitato a una donna o a un vecchietto, chissà che fine avrebbe fatto”.

La Brutalità dell’Attacco

Non contento del primo colpo, l’aggressore ha continuato con pugni e morsi mentre Vincenzo cercava di difendersi. “È assurdo: io mi alzo ogni mattina per lavorare al bar, pago le tasse, e non posso più passeggiare per strada alle 9:30 senza rischiare la pelle”, si sfoga. Sul posto sono arrivati i Carabinieri e un’ambulanza, ma la rabbia di Vincenzo è palpabile: “Non è razzismo, ho amici stranieri, ma qui stiamo diventando ospiti in casa nostra”.

Le Denunce dal Quartiere

Marco Massaro, responsabile dell’Associazione residenti Castro Pretorio, non le manda a dire: “Da anni denunciamo questo caos. Le norme nazionali sul disagio psichico e i protocolli per gli extra UE sono una barzelletta, lasciano queste persone a vivere come bestie per strada”. Secondo lui, il sistema non fa altro che foraggiare il problema con panini e coperte, senza risolvere un accidenti. “Se non cambiano le leggi e le misure di sicurezza, qualcuno finirà per farsi giustizia da solo – e allora sì che scoppia il casino”. È un appello diretto alle istituzioni: svegliatevi, prima che sia troppo tardi.

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Mark Samson ha lottato con Ilaria Sula e le ha inflitto quattro coltellate. “Ha gridato poco”

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Mark Samson ha lottato con Ilaria Sula e le ha inflitto quattro coltellate. “Ha gridato poco”

Incredibile ma vero: Mark Samson, il 23enne “affettuoso” che ha accoltellato la sua ex Ilaria Sula dopo una lite da McDonald’s, ora piange e si scusa, ma sembra solo un attore da reality show. Manipolatore fino al midollo, nasconde segreti su sesso e famiglia razzista? La verità è più sporca di un coltello insanguinato. #Femminicidio #MarkIlFintoInnocente #IlariaNonDimenticata #TrueCrimeItalia #GiustiziaBrutale (145 caratteri)

La confessione manipolatrice

Mark Samson, 23 anni, ha confessato di aver aggredito l’ex fidanzata Ilaria Sula con un coltello, ammettendo: “Le ho fatto del male, fa malissimo parlarne”. Ma dietro le lacrime, c’è un manipolatore lucido che si dipinge come un “Mark affettuoso e coccoloso”, non il mostro che ha colpito. Seduto davanti al giudice, ha parlato a ruota libera, ma le sue parole suonano come una scusa patetica per un atto premeditato. Tra traumi inventati e negazioni, è chiaro che non era “se stesso”, o almeno così dice per salvarsi la pelle.

L’omicidio e l’occultamento

Dopo l’aggressione, Mark è rimasto “immobilizzato e traumatizzato”, ma poi ha gettato il corpo di Ilaria in un dirupo a 40 km da Roma. “Era un problema più grande di me”, ha singhiozzato, citando persino il nonno: “A tutto c’è una soluzione, tranne che ai morti”. Così, ha pulito tutto con dello scottex e l’ha infilata in una valigia per farla sparire. Peccato che le prove, come l’autopsia, rivelino un’aggressione brutale: tre coltellate al collo, un ematoma sull’occhio da pugno, e graffi ovunque. Mark nega l’assalto sessuale, borbottando “magari ha sbattuto”, ma è solo un bugiardo patentato.

La relazione tossica e le accuse razziste

La storia parte da un McDonald’s, dove i due si sono incontrati, e finisce in tragedia per una lite sui voti universitari. Ilaria avrebbe minacciato di lasciarlo se non le mostrava il libretto, e lui, geloso dei messaggi sul suo telefono, l’ha aggredita dopo averle servito la colazione. Mark dipinge se stesso come il fidanzato perfetto – presta soldi, la va a prendere, prepara il caffè – ma attacca i genitori di Ilaria, accusandoli di razzismo perché “non volevano un ragazzo filippino”. Indagini smentiscono tutto: era solo una scusa per giustificare la sua follia. E su domande chiave, come il ruolo della madre (ora indagata) o i rapporti sessuali, Mark svicola con un “Uhmmm…”, tipico di chi ha qualcosa da nascondere.

I messaggi falsi per coprire le tracce

Per depistare le indagini, Mark ha usato il telefono di Ilaria per inviare messaggi alle sue amiche, fingendo che fosse viva. “Ho conosciuto un tipo per strada e ho fatto la birichina”, ha scritto a Maria Sofia, allegando foto di un tizio palestrato su un’altalena. L’amica ha abboccato all’inizio, chiedendo dettagli piccanti, ma poi ha capito che non era Ilaria. Mark, con la sua recita da psicopatico, ha tenuto in piedi la farsa per giorni, mentre il corpo giaceva abbandonato. Un trucco da quattro soldi che grida disperazione, non innocenza.

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