Cronaca
ROMA PORTO Tre tifosi ospiti arrestati per scontri durante la gara

ROMA PORTO Tre tifosi ospiti arrestati per scontri durante la gara.
ROMA PORTO Tre tifosi ospiti arrestati per scontri durante la gara. Valida per l’andata degli ottavi di Champions League e in programma ieri sera alle 21 allo stadio Olimpico, vi hanno assistito 54.604 spettatori.
Uno di essi, tifoso giallorosso presente in Curva Sud, alle ore 19.40, è stato sanzionato dopo essere stato trovato in possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente. Alle 22.30, invece, le due tifoserie hanno dato luogo ad accesi scontri verbali. Nel corso di essi, un gruppo di supporters ospiti, che stazionavano in Curva Nord, ha provato a superare la barriera fissa che divide il settore da quello occupato dai rivali. Fortunatamente, il cordone degli steward posto a protezione ha fatto naufragare l’iniziativa.
Nella circostanza, gli agenti di polizia intervenuti e uno steward sono stati aggrediti a calci e pugni da tre tifosi del Porto. Due dei quali sono stati subito bloccati e arrestati, dagli agenti del commissariato Prati, per lesione e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il terzo, invece, si è dato alla fuga, ma l’attenta visione delle immagini delle telecamere presenti all’interno dello Stadio ha permesso agli stessi agenti di identificarlo, rintracciarlo e arrestarlo, per i medesimi reati. I tre sono stati inoltre sottoposti a provvedimento di DASPO.
Si è registrato anche il danneggiamento di alcune vetture dell’Atac destinate al trasporto dei tifosi portoghesi.
Cronaca
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ConcertoDaBrividi Hai mai visto un evento così magico e inaspettato? Scopri i segreti della prima data romana che ha lasciato tutti senza fiato!
La Serata Piena di Sorprese
Immagina una notte romana illuminata da fiori colorati e visual spettacolari, con una scaletta di classici che ha fatto cantare e ballare il pubblico per ore. Questa è stata solo la prima delle dodici date previste, e già si parla di un’atmosfera elettrica che ha conquistato tutti. Ma cosa ha reso questa serata così indimenticabile? Gli indizi sono nei dettagli che hanno trasformato un concerto in un vero e proprio spettacolo da non perdere.
Il Duetto Che Nessuno Si Aspettava
E poi, il colpo di scena: un fuoriprogramma che ha fatto impazzire i fan! L’artista ha condiviso il palco con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per un duetto su “Se lo senti lo sai”, un momento di pura emozione che ha creato scintille inaspettate. Chissà quali altre sorprese ci riserveranno le date successive? Non vorrai perdertelo!
Cronaca
La vendetta che non posso ignorare

Rivelazioni choc in aula: i messaggi WhatsApp che svelano l’oscura ossessione di un omicidio! #OmicidioPetrangeli #DelittoRivelato
I messaggi
Immaginate di scoprire messaggi che anticipano un tragico destino: Gianluca Molinaro, accusato dell’omicidio di Manuela Petrangeli, inviava audio WhatsApp carichi di rabbia e minacce. Frasi come “Mi sta portando all’estremo” e “maledetta, gliela devo fare pagare” emergono dalle indagini, lasciando tutti a chiedersi cosa si nascondeva dietro quelle parole. Dagli esami del suo telefono, si scopre anche un’accusa di manipolazione verso l’ex compagna, con lei che ribatteva: “Mi stai portando all’esasperazione”. Sarà vero? Questi dettagli stanno accendendo la curiosità sul processo in corso.
L’omicidio
E se un delitto fosse stato pianificato sotto gli occhi di tutti? Molinaro è imputato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking e detenzione abusiva di un fucile a canne mozze. Gli inquirenti hanno rintracciato SMS scambiati con un amico, dove si leggeva “oggi forse prendo due piccioni con una fava” prima del fatto, e dopo l’uccisione della 51enne fisioterapista: “gli ho sparato du botti”. Non potete non domandarmi: cosa ha spinto un uomo a compiere un gesto così estremo, per poi costituirsi in caserma con l’arma in mano?Le testimonianze
Cosa accade quando le testimonianze in aula rivelano dettagli agghiaccianti? I carabinieri hanno descritto la scena del crimine, con il corpo di Manuela vicino alla sua auto, mentre i colleghi tentavano disperatamente di rianimarla. Altri militari hanno raccontato la confessione di Molinaro in caserma, dove, al telefono con la madre, ha ammesso: “sono in caserma, quello che ho detto ho fatto”. Le indagini sui dispositivi sequestrati hanno confermato un pattern di stalking e premeditazione, come sottolineato dai legali della famiglia. Queste storie fanno sorgere una domanda: quanto profondo era il risentimento che ha condotto a questo dramma?
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