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Cronaca

ROMA MAGLIANA Scoperto autosalone abusivo e con targhe prova false: la sanzione

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ROMA MAGLIANA Scoperto autosalone abusivo e con targhe prova false: la sanzione

ROMA MAGLIANA Scoperto autosalone abusivo e con targhe prova false: la sanzione.

ROMA MAGLIANA Scoperto autosalone abusivo e con targhe prova false. Gli agenti della polizia di Stato lo hanno rinvenuto durante alcuni controlli amministrativi nella zona di competenza del commissariato San Paolo, diretto da Massimiliano Maset.

Gravi le mancanze evidenziate, a partire dalla mancanza di autorizzazione dell’attività, specializzata nella vendita di auto di grossa cilindrata, del valore di svariate migliaia di euro. Alcune autovetture presenti all’interno erano inoltre prive di targa e il gestore non ha saputo documentarne la provenienza. Per questo motivo, i veicoli sono stati sequestrati e saranno sottoposti ad ulteriori indagini.

Che riguarderanno inoltre alcune targhe ‘prova’, risultate essere verosimilmente falsificate. I risultati dell’indagine sono stati girati alla divisione della polizia amministrativa della Questura, che ha predisposto il decreto con cui il Questore di Roma ha ordinato la cessazione immediata dell’attività, notificato dagli agenti del commissariato.

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Jovanotti a Roma applaude il Papa: un prete dalla periferia del mondo

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Jovanotti a Roma applaude il Papa: un prete dalla periferia del mondo

#ConcertoDaBrividi Hai mai visto un evento così magico e inaspettato? Scopri i segreti della prima data romana che ha lasciato tutti senza fiato!

La Serata Piena di Sorprese

Immagina una notte romana illuminata da fiori colorati e visual spettacolari, con una scaletta di classici che ha fatto cantare e ballare il pubblico per ore. Questa è stata solo la prima delle dodici date previste, e già si parla di un’atmosfera elettrica che ha conquistato tutti. Ma cosa ha reso questa serata così indimenticabile? Gli indizi sono nei dettagli che hanno trasformato un concerto in un vero e proprio spettacolo da non perdere.

Il Duetto Che Nessuno Si Aspettava

E poi, il colpo di scena: un fuoriprogramma che ha fatto impazzire i fan! L’artista ha condiviso il palco con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per un duetto su “Se lo senti lo sai”, un momento di pura emozione che ha creato scintille inaspettate. Chissà quali altre sorprese ci riserveranno le date successive? Non vorrai perdertelo!

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La vendetta che non posso ignorare

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La vendetta che non posso ignorare

#Rivelazioni choc in aula: i messaggi WhatsApp che svelano l’oscura ossessione di un omicidio! #OmicidioPetrangeli #DelittoRivelato

I messaggi

Immaginate di scoprire messaggi che anticipano un tragico destino: Gianluca Molinaro, accusato dell’omicidio di Manuela Petrangeli, inviava audio WhatsApp carichi di rabbia e minacce. Frasi come “Mi sta portando all’estremo” e “maledetta, gliela devo fare pagare” emergono dalle indagini, lasciando tutti a chiedersi cosa si nascondeva dietro quelle parole. Dagli esami del suo telefono, si scopre anche un’accusa di manipolazione verso l’ex compagna, con lei che ribatteva: “Mi stai portando all’esasperazione”. Sarà vero? Questi dettagli stanno accendendo la curiosità sul processo in corso.

L’omicidio

E se un delitto fosse stato pianificato sotto gli occhi di tutti? Molinaro è imputato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking e detenzione abusiva di un fucile a canne mozze. Gli inquirenti hanno rintracciato SMS scambiati con un amico, dove si leggeva “oggi forse prendo due piccioni con una fava” prima del fatto, e dopo l’uccisione della 51enne fisioterapista: “gli ho sparato du botti”. Non potete non domandarmi: cosa ha spinto un uomo a compiere un gesto così estremo, per poi costituirsi in caserma con l’arma in mano?

Le testimonianze

Cosa accade quando le testimonianze in aula rivelano dettagli agghiaccianti? I carabinieri hanno descritto la scena del crimine, con il corpo di Manuela vicino alla sua auto, mentre i colleghi tentavano disperatamente di rianimarla. Altri militari hanno raccontato la confessione di Molinaro in caserma, dove, al telefono con la madre, ha ammesso: “sono in caserma, quello che ho detto ho fatto”. Le indagini sui dispositivi sequestrati hanno confermato un pattern di stalking e premeditazione, come sottolineato dai legali della famiglia. Queste storie fanno sorgere una domanda: quanto profondo era il risentimento che ha condotto a questo dramma?

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