Cronaca
ROMA Militare alla sbarra per pedofilia

ROMA Militare alla sbarra per pedofilia.
ROMA Militare alla sbarra per pedofilia. A raccontare il suo calvario la stessa vittima, a 14 anni, dopo un lunghissimo silenzio. Tutto è contenuto in una lettera finita nelle mani di suor Pia, la religiosa della casa famiglia che la ospitava: «Papà ha tentato di violentarmi, anche in caserma, avevo 9 anni». Parole che sono bastate per distruggere una famiglia all’apparenza modello: marito e moglie, militari dell’Esercito, tre figli, tra cui la bambina di nove. I piccoli erano già stati allontanati dalla famiglia perché trascurati, non adeguatamente accuditi e in balia delle liti tra i genitori separandi. Adesso si è aggiunto il dramma della violenza.
L’orco sarebbe proprio il papà, maresciallo, ora a processo accusato di aver abusato più volte della figlioletta, da quando aveva otto anni. Le violenze avvenivano anche in caserma, sul litorale, in un bagno annesso alloggio di servizio. L’uomo, un trentottenne, si difende, parlando di «fantasie», di una vendetta della figlia per un rimprovero mentre «provava ad accendere una sigaretta». Una versione che però non ha convinto gli psicologi dell’infanzia e i magistrati inquirenti, che a febbraio hanno emesso per l’uomo un mandato di cattura in carcere. Sia lui che la moglie sono stati sospesi dall’Esercito.
«Prima di raccontare il dramma vissuto la bambina viveva di camuffamenti», ha raccontato lo psicoterapeuta della struttura. «Sosteneva che non voleva stare dal padre perché in caserma la lasciava troppe ore davanti alla tv. Perché si annoiava». «In quel periodo, essendo all’oscuro di tutto», ha ammesso lo specialista, «l’ho anche spronata ad avvicinarsi al padre, per ricucire il rapporto». Pochi giorni prima dell’arresto è arrivata la lettera. Scritta proprio su sollecitazione di suor Pia. Allora la ragazzina ha scritto degli abusi, la stessa sera rivelati su whatsapp anche alla madre.
Dal giorno dopo, altri messaggi sono giunti tramite dei disegni. Nel primo la minore si è rappresentata come una mongolfiera, che volava in cielo. Nell’auto del padre, al momento dell’arresto, sono state trovate un paio di mutandine da bambina sigillate in una busta e due dvd. Uno era un cartone animato dai contenuti pedopornografici, ‘Il parco delle sevizie’. L’altro era un filmato dal titolo «Violenza paterna». «Video ampiamente sintomatici della devianza dell’indagato», hanno scritto i giudici del Riesame motivando il no alla scarcerazione.
Cronaca
Le figure della Resistenza: Laika ravviva la memoria partigiana alla Garbatella

#Un poster misterioso affisso a Roma sta scuotendo le coscienze e accendendo dibattiti infuocati! #StreetArt #Resistenza #LaikaArt
Due donne, due epoche, un’unica lotta
Immaginate due figure potenti che emergono dall’ombra, unendo passato e presente in un simbolo di ribellione che vi farà riflettere: una partigiana del 1945, armata e determinata, e una del 2025, con il volto coperto da un fazzoletto rosa. Questo poster di 2×3 metri, apparso nel quartiere Garbatella tra il Ponte delle Colonne d’Ercole e piazza Damiano Sauli, è un vero colpo al cuore. Alle loro spalle, stelle rosse e una frase che intriga: “Nella notte ci guidano le stelle”. Ma cosa significa davvero? È un richiamo alla lotta eterna contro il fascismo di ieri e le minacce di oggi, come censura, patriarcato e precarietà che continuano a tormentare la società.
L’azione notturna e il messaggio politico
E se vi dicessimo che questa opera non è solo arte, ma un atto audace che potrebbe far tremare i palazzi del potere? Affissa di notte con torce e fumogeni rossi, è il risultato di una collaborazione tra la street artist Laika, il movimento Join the Resistance e il collettivo Artivismo. Non si tratta di un semplice poster, ma di un’accusa diretta contro il DL Sicurezza, il silenziamento delle voci critiche e una cultura patriarcale che, secondo Laika, sta tornando in modo allarmantemente sistematico. Preparatevi a scoprire come un gesto notturno stia diventando il simbolo di una nuova resistenza che nessuno può ignorare.
“Siamo di nuovo in piena notte”
Cosa succederebbe se la Liberazione del 1945 non fosse solo un ricordo, ma un avvertimento per il presente? Laika lo grida forte: “Ottant’anni fa ci siamo liberati da una dittatura feroce. Oggi tocca di nuovo resistere”. I temi sono scottanti e attuali – dalla giustizia climatica al diritto alla casa, dalla libertà d’espressione al massacro a Gaza – e tornano come stelle nella notte, guidando chi osa sfidare lo status quo. È un invito che potrebbe ispirare chiunque a unirsi alla lotta, lasciando tutti a chiedersi: siete pronti a seguire la luce?
Cronaca
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L’incubo che è finito
La vita della nota conduttrice televisiva è stata segnata da una lotta estenuante, ma ora tutto potrebbe cambiare. Immagina di affrontare anni di tensioni e battaglie per proteggere la tua famiglia: è proprio ciò che è accaduto a lei, e la recente sentenza del tribunale ha finalmente portato un raggio di speranza. Ma cosa l’ha spinta a combattere fino in fondo? Le sue parole rivelano una storia che cattura l’attenzione di tutti.
Le parole commoventi della conduttrice
In un momento di grande emozione, la conduttrice ha espresso il suo sollievo con una dichiarazione toccante: “Mi auguro che questa sentenza serva a dare un papà degno a mia figlia”. Queste parole, cariche di speranza e determinazione, fanno riflettere su quanto possa essere complessa la vita dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Sarà questa la svolta che tutti aspettavamo? Non perdere i prossimi aggiornamenti su questa vicenda che sta facendo discutere.
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