Cronaca
AS Roma Donne Furto nello spogliatoio: ingente il bottino

AS Roma Donne Furto nello spogliatoio: ingente il bottino.
AS Roma Donne Furto nello spogliatoio. Ignoti ladri hanno portato via cellulari, carte di credito, portafogli e chiavi delle auto delle calciatrici. Che in quel momento si trovavano in campo per allenarsi e disputare un torneo “academy”. Al rientro negli spogliatoi del centro di preparazione Giulio Onesti, all’Acqua Acetosa, hanno trovato gli armadietti e le borse aperte. Un colpo che i malviventi sono riusciti a mettere a segno senza intoppi: gli spogliatoi 1 e 2, non distanti dal campo numero 9, erano stati infatti lasciati aperti e incustoditi. Ciò nonostante all’ingresso del Giulio Onesti ci sia un sistema di controllo. Ma ieri, intorno alle 12.20, in tanti stavano assistendo al torneo. Sul caso sono ora al lavoro gli agenti di polizia del commissariato Villa Glori.
E’ il primo episodio di cui è vittima la compagine femminile giallorossa, che da circa 2 anni si allena nell’impianto a nord della Capitale. La brutta sorpresa è arrivata intorno all’ora di pranzo: tornate negli spogliatoi per cambiarsi, molte delle atlete non hanno più trovato gli effetti personali, tra cui portafogli, carte di credito, cellulari. Ad alcune sono state sottratte anche le chiavi delle automobili, il che ha spinto il gruppo a precipitarsi fuori dal Centro per verificare se anche le macchine fossero state rubate.
Circostanza fortunatamente non avvenuta: le auto erano infatti parcheggiate negli stessi punti dove erano state lasciate qualche ora prima. Avvisato il numero unico per le emergenze, sono intervenute alcune Volanti, che hanno poi trasmesso gli atti al vicino commissariato di Villa Glori. Dai primi riscontri, sulle porte non ci sarebbero segni di infrazione, mentre alcuni lucchetti sarebbero stati divelti per aprire gli armadietti.
Le calciatrici erano in campo e dopo l’allenamento stavano partecipando a un torneo nei campi limitrofi al 9. Per questo il Giulio Onesti ieri era pieno di spettatori. Probabilmente i malviventi, entrati camuffandosi tra le altre persone, durante il torneo si sarebbero intrufolati negli spogliatoi svaligiando armadietti e borse. Ad ‘aiutarli’ il tifo e gli schiamazzi, che avrebbe impedito a chiunque di accorgersi anche del più forte rumore.
Basite le giocatrici, cui, nonostante si rechino costantemente all’impianto, nessuno aveva mai sottratto effetti personali. La polizia ora sta interrogando i coinvolti, acquisendo altresì anche i filmati della videosorveglianza del centro e delle attività limitrofe. Da esse sperano di ricavare dettagli utili sul furto, che ha regalato ai malviventi un discreto bottino.
INTANTO TRAGICO INCIDENTE NELLA NOTTE: PESANTISSIMO IL BILANCIO
Cronaca
La tragedia di Francesca Ianni a Roma: un albero caduto e i ritardi sui pioppi pericolosi

#Sconvolgente: A quattro mesi dalla morte di Francesca Ianni sotto un albero fatale, Roma abbatte altri giganti verdi – ma cosa nasconde questa mossa improvvisa? #TragediaNelParco #MisteroAlberi
L’Intervento Inatteso del Comune
A Roma, nel quartiere di Colli Aniene, il Comune ha deciso di abbattere gli alberi dello stesso filare che ha causato la tragica morte di Francesca Ianni, la quarantacinquenne schiacciata da un pioppo crollato nel parco Livio Labor lo scorso 23 dicembre. Amici e familiari sono rimasti sbalorditi da questa azione, che arriva solo ora, lasciando aperte domande inquietanti su come e perché quell’albero sia crollato così facilmente. Fabio Ianni, il fratello della vittima, ha espresso la sua rabbia, chiedendosi se qualcuno avesse ignorato i segnali di pericolo, trasformando una giornata di festa in un incubo perenne.
Le Domande Senza Risposta
Mentre la famiglia attende risposte dall’inchiesta della Procura, le ferite emotive restano aperte. Fabio Ianni si è sfogato, evidenziando come notizie del genere rendano le feste ancora più dolorose, con i nipoti che dovranno convivere per sempre con quelle immagini terrificanti. “È assurdo che il Comune abbia aspettato tanto per agire, quando una semplice ispezione avrebbe potuto salvare vite”, ha dichiarato, puntando il dito su possibili negligenze che hanno stravolto la vita di Francesca e della sua amica Alessia, sopravvissuta per miracolo ma con lesioni permanenti. Eppure, dal Comune non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale, alimentando il sospetto che ci sia molto di più da scoprire.
Gli Sviluppi dell’Inchiesta
I familiari di Francesca, assistiti dal loro legale, hanno già mosso i primi passi concreti: una richiesta di risarcimento danni e la nomina di un perito per analizzare lo stato dell’albero crollato. Dal Dipartimento Tutela Ambientale, intanto, spiegano che i tre alberi abbattuti presentavano condizioni simili, giustificando l’intervento per motivi di sicurezza pubblica. Ma queste precisazioni non placano i dubbi della famiglia, determinata a svelare la verità su cosa abbia davvero causato quella tragedia. Francesca, una donna coraggiosa e legata alla sua Roma, meritava di più, e ora tutti si chiedono se altre vite siano a rischio in quel parco dimenticato.
Cronaca
Le bombe sociali: la mappa dell’emergenza

#RomaInFiamme La Città Eterna sta diventando una vera polveriera con occupazioni abusive e incendi che terrorizzano i residenti onesti!
Le occupazioni abusive dilagano
Roma è un campo minato di edifici occupati e insediamenti abusivi, nonostante gli sgomberi quotidiani ordinati dalla Prefettura e la linea dura del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Queste “bombe sociali” non accennano a sparire, con attenzione costante su occupazioni storiche e accampamenti improvvisati. Entro fine anno, il Comune chiuderà gli acquisti di tre immobili per provare a risolvere il caos, ma chissà se basterà a fermare questo circo.
I siti a rischio incendio
Dopo il mega-incendio che ha devastato Monte Mario l’estate scorsa, partito da una favela abusiva, ogni quartiere ha dovuto elencare le zone più pericolose. Luoghi come San Lorenzo, Ponte Mammolo e via Newton sono stati sgomberati, ma i problemi riaffiorano come erbacce. A via Newton, per esempio, gli abusivi sono tornati sotto i viadotti, bruciando di tutto – ferro, rame, pneumatici – rendendo l’aria irrespirabile. È come rivivere l’incendio del 2021 al Ponte di Ferro, che ha messo ko la struttura per anni. Questi accampamenti non sono solo un fastidio, sono una minaccia pubblica che nessuno sembra voler estirpare del tutto.
Gli spostamenti e le lamentele dei residenti
Prendete l’ex Hotel Cinecittà: sgomberato con gran dispiegamento di forze, ma i sudamericani si sono spostati in altri alberghi abbandonati, per poi tornare e occupare le case vicine. Ora, il quartiere è un inferno di liti, schiamazzi e minacce, con residenti esasperati che parlano di veri e propri clan stile Casamonica. Come dice una residente, “Siamo in una polveriera”, e il nuovo decreto sicurezza potrebbe aiutare, ma solo se qualcuno vigila sul serio. Altrimenti, è solo un gioco dell’oca per questi occupanti seriali.
I clan dietro le occupazioni
Non è un caso che gli inquirenti stiano indagando sui gruppi sudamericani che gestiscono il racket delle occupazioni, forse al posto dei soliti clan romani. Luoghi come l’ex scuola 8 Marzo, occupata dal 2001, sono ridotti a ruderi fatiscenti con oltre 400 “inquilini” abusivi. E non finisce qui: i clan hanno messo le mani su centinaia di appartamenti in zone come Magliana, Don Bosco e San Basilio. È un business sporco che sta cambiando la faccia della città, e i romani pagano il prezzo.
La crisi abitativa esplode
Intanto, la carenza di alloggi a Roma è fuori controllo, con 18.608 nuclei familiari in lista d’attesa a giugno 2024. Invece di occupazioni illegali, si parla di soluzioni “innovative”, come acquistare immobili in via Prenestina, via Lucio Calpurnio Bibulo e via Gian Maria Volontè per l’emergenza abitativa. Ma con trattative in corso, chissà se arriveranno in tempo per evitare che la situazione degeneri ulteriormente. Roma non può permettersi di essere ostaggio di questi parassiti urbani.
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