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IRAN Il Pentagono teme attacchi con i droni

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IRAN Il Pentagono teme attacchi con i droni

Fino a qualche giorno fa l’allarme era per un’azione cyber ora invece è sui rischi di un attacco con velivoli senza pilota. In attesa della rappresaglia iraniana continuano le indiscrezioni su possibili minacce. L’ultima, rilanciata da CNN, sostiene che il Pentagono teme attacchi con i droni.

Le basi e le installazioni statunitensi nella regione avrebbero ricevuto indicazioni in tal senso e dunque il Pentagono temendo attacchi con i droni avrebbe adottato altre contromisure. L’intelligence avrebbe rilevato movimenti anche nelle basi missilistiche dell’Iran ma potrebbe trattarsi di attività in chiave offensiva o difensiva in un quadro di mobilitazione generale. Gli ayatollah vogliono rispondere all’ uccisione di Soleimani però devono stare attenti alle mosse statunitensi.

Gli Usa hanno inviato sei bombardieri B 52 nella base di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, nel caso sia necessario un intervento massiccio e hanno continuato a mandare truppe e materiale nella regione. L’ipotesi droni può essere legata a tre aspetti. Il primo è quello di segnalazioni raccolte dalle fonti sul campo. Il secondo si riferisce a quanto avvenuto a settembre quando colpirono i siti petroliferi in Arabia Saudita: bombardamento con missili e velivoli senza pilota. Atto di guerra rivendicato dai guerriglieri yemeniti Houti ma per il quale sono sospettati gli iraniani.

Il terzo potrebbe riguardare l’aspetto tattico. Il generale è stato eliminato da un drone, Teheran potrebbe usare lo stesso metodo per circoscrivere il confronto. Magari prendendo di mira un alto ufficiale. Le fonti iraniane hanno specificato che la loro ritorsione sarà di tipo militare contro target militari. Il New York Times ha aggiunto che il leader Khamenei avrebbe ordinato un’azione condotta da forze iraniane e non milizie amiche. Questo per ragioni simboliche e di prestigio. Quanto ai tempi gli analisti si dividono tra quanti si attendono un colpo entro un paio di giorni e chi invece propende per un’azione più ponderata.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

#RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

Fonte Verificata

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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