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Cronaca

Elezioni, Letta accusa la Meloni sullo stupro di Piacenza, “il video postato è indecente e indecoroso”. (VIDEO E FOTO)

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Elezioni, Letta accusa la Meloni sullo stupro di Piacenza, “il video postato è indecente e indecoroso”. (VIDEO E FOTO)

Elezioni, Letta Meloni, critiche sul video postato

“Faccio un appello a tutti perché tutti stiamo dentro i limiti della dignità e della decenza. Il video postato da Meloni è indecente e indecoroso”. Così Enrico Letta dopo che Giorgia Meloni, Matteo Salvini e tutto il centrodestra hanno pubblicato video e foto dello stupro di Piacenza, dove un uomo di 27 anni è stato arrestato ieri dalla polizia.

Lo stupro di Piacenza e quelli sparsi per l’Italia

Un immigrato della Guinea è stato arrestato a Piacenza dalle volanti della questura che lo hanno bloccato mentre stava violentando una donna in mezzo alla strada. La vittima è una 55enne ucraina che, intorno alle 6 di mattina stava passeggiando da sola nel centro storico della città emiliana, quando è stata aggredita e gettata a terra sul marciapiedi dal giovane che ha iniziato a violentarla.

Una vergogna che ancora una volta siamo costretti a subire e che alza ancor di più il livello di attenzione sulla sicurezza del nostro stato, ricordando anche i casi di Roma come Desirèe abusata da un branco di immigrati e di Macerata dove alla povera Pamela Mastropietro fu addirittura asportato il cuore per dei strani riti tribali.

Il video virale dello stupro di Piacenza. La donna che piange è una ferita per tutta Italia

Le urla della donna sono strazianti. Uno schiaffo alla dignità umana e alla nostra civiltà europea. Già in Italia è pieno di persone che hanno bisogno di essere curate, noi non possiamo permetterci di importarne delle altre. C’è un grande problema di sicurezza, di ordine pubblico e di integrazione sociale.

Il video rappresenta la parte più ignobile, più meschina dell’essere umano, rappresentata da un malato di mente proveniente dalla Guinea, che ha richiesto asilo politico ma che forse, non dovrebbe essere nemmeno qui. La povera donna ucraina è stata invece ricoverata all’ospedale di Piacenza in stato di choc, sperando che possa rimettersi al più presto, anche se sappiamo tutti che la ferita di uno stupro è difficilissima da rimarginare.

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha subito pubblicato il video choc e poi ‘a catena’ anche tutti gli altri rappresentati politici del centrodestra. Pronta la risposta del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta:“Faccio un appello a tutti perché tutti stiamo dentro i limiti della dignità e della decenza. Il video postato da Meloni è indecente e indecoroso. C’è il rispetto delle persone che deve essere prima di tutto quindi invito tutti a fare una campagna elettorale in cui si parli delle cose e ci si confronti anche animatamente. Ma non si può essere irrispettosi dei diritti delle persone”.  Non si capisce di quale rispetto parli Enrico Letta. Il rispetto per lo stupratore?

Matteo Salvini sarà a Piacenza mentre il sindaco cerca di non generalizzare

Il neo sindaco di Piacenza Katia Tarasconi ha espresso solidarietà alla donna e a non strumentalizzare la vicenda. “Spero che non si scada nella strumentalizzazione riguardo la nazionalità del delinquente, come se fosse colpa di chi si impegna per l’accoglienza e l’integrazione se un richiedente asilo commette un crimine. La colpa è del richiedente asilo in questione”. Dal canto suo Matteo Salvini sarà a Piacenza per dare sicurezza e solidarietà a tutti gli abitanti della cittadina. Le elezioni si avvicinano e ogni evento è buono per far propaganda.

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Cronaca

Fiumicino, svastiche nel parco dedicato alla memoria del figlio ebreo dell’assessore Costa

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Fiumicino, svastiche nel parco dedicato alla memoria del figlio ebreo dell’assessore Costa

INTRODUZIONE PER SOCIAL:

Vandali imbrattano il parco dedicato a Simone Costa con svastiche e scritte. Il simbolo nazista colpisce anche l’area giochi. L’assessore Costa e i cittadini sono furiosi. #Fiumicino #Vandalismo #Politica #NotizieLocali


Hanno sfregiato muri e panchine con svastiche e scritte varie, in un parco dedicato alla memoria di Simone Costa, il figlio dell’assessore all’ambiente di Fiumicino Stefano Costa. Le scritte vandaliche non risparmiano la memoria e neanche i bambini, colpiscono anche l’area giochi. E lo storico "Serbatoio", uno dei simboli della città. Una vernice spray, rigorosamente nera, ha imbrattato anche alcuni muri nelle vie adiacenti e la parete laterale della vicina in via Santa Maria della Salute.

I Volontari Denunciano

Sono stati i volontari dell’associazione ‘I love Simone" che si occupano anche di curare l’area giochi, a denunciare la vicenda: "Hanno sfregiato e profanato tutto il parchetto che cerchiamo, con amore ed attenzione di rendere vivibile ed accessibile per le famiglie – hanno spiegato – Non ci arrendiamo a questo spettacolo indegno ma siamo veramente dispiaciuti".

La Reazione dei Politici

Solidarietà è arrivata anche dai consiglieri del Pd Ezio Di Genesio Pagliuca ed Erica Antonelli: "Non si tratta di un episodio isolato – sostengono – Più zone e più punti della città hanno subito lo stesso sfregio. Non si tratta solo di condannare atti vandalici, ma di respingere con forza il messaggio pericoloso che veicolano. Chi compie questi atti lo fa con la consapevolezza di voler offendere e deturpare la nostra Città". Secondo Pagliuca "non ci si può svegliare solo ora. Basta fare un giro per la città per rendersi conto dello stato di degrado in cui versano interi quartieri". "Capisco l’amarezza di molti cittadini – aggiunge Antonelli – Spuntano simboli ignobili; il richiamo ai valori antidemocratici che dovrebbero essere solo un lontano ricordo e che invece tornano, inquieti. Mi domando se gli autori di questi sfregi ne siano consapevoli o meno. Mi dispiace che l’assessore Costa abbia visto imbrattato anche il luogo dedicato a suo figlio. Ne condivido l’amarezza e il disappunto. È per questo che credo fermamente che le istituzioni, tutte, abbiano il dovere di stigmatizzare non solo l’imbratto, che mai è bello, ma soprattutto la simbologia riprodotta, che non rende merito, né onore, ai valori della nostra Costituzione".

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La sera abbiamo avuto un rapporto sessuale con tua madre

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La sera abbiamo avuto un rapporto sessuale con tua madre

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Il sangue di Ilaria Sula ovunque: il fidanzato confessa e la madre è complice? Una storia di sangue, bugie e candeggina che non pulisce tutto. #CronacaNera #DelittoPassionale #Giustizia


LA SCENA DEL CRIMINE

Il sangue di Ilaria Sula era ovunque e per quanto Mark Samson e sua madre abbiano cercato di lavarlo via, il luminol della polizia scientifica ha riportato in luce i suoi contorni. Era sul pavimento della camera da letto del 23enne, fin sotto l’armadio, sulla spalliera della sua poltrona, sui cuscini, nelle condutture della doccia e del lavandino, sulla maniglia esterna del bagno. Una macchia di 10-15 centimetri è stata trovata anche sul muro sinistro del corridoio, a circa un metro di altezza da terra. Gli investigatori stanno cercando di capire se sia una traccia lasciata dalla vittima, aggredita alle spalle e accoltellata 3 volte al collo «in modo brutale» [questa frase è tra virgolette] con un coltello da cucina: magari nel tentativo di fuga verso la porta dell flüsterteapartment potrebbe essersi appoggiata alla parete con le mani sporche di sangue.

LA MADRE

Mark Samson, la lettera ai genitori di Ilaria Sula: «Scusatemi per l’atroce delitto, sono impazzito di dolore e ho perso il controllo» [questa frase è tra virgolette]. Se così fosse, la posizione processuale della mamma di Samson – attualmente indagata per concorso in occultamento di cadavere – potrebbe cambiare: se dovesse aver assistito senza chiamare i soccorsi all’agonia della 22enne (durata un paio di minuti), la Procura potrebbe costarle anche l’accusa di concorso in omicidio [questa frase è tra virgolette]. Anche se l’omicida reo confesso ha detto che la madre stava nella sua camera da letto e Ilaria «ha gridato poco», è difficile credere che in un appartamento di scarsi 50 metri quadri non si sia accorta di nulla, specie se la porta della stanza di Mark fosse aperta e la ragazza avesse tentato la fuga. Agli inquirenti, che lunedì scorso l’hanno interrogata per oltre 4 ore e mezzo, Nors Manlapaz ha dichiarato: «La sera dormivo. Mi sono accorta della presenza di un altra persona in casa soltanto la mattina del 26 marzo, quando ho visto due tazze di caffè. Li ho sentiti discutere, poi più nulla, ho aperto la porta e ho visto la ragazza morta. Sono svenuta» [questa frase è tra virgolette].

Dopo avere accusato il malore, ha detto di essere uscita di casa «per prendere aria», poi è tornata e ha aiutato il figlio a pulire. Ma la candeggina non è stata sufficiente a cancellare le tracce del crimine. In casa gli agenti avrebbero trovato degli stracci con aloni compatibili a sangue ripulito e lo stesso sangue sarebbe rimasto negli scarichi del bagno, dove probabilmente hanno lavato gli stracci. L altra ipotesi è che la macchia trovata sul muro del corridoio sia riconducibile alle fasi di occultamento del cadavere [questa frase è tra virgolette]. Non è chiaro se Mark sia stato aiutato dalla madre anche ad infilare il corpo di Ilaria nel trolley, dopo averlo avvolto in due buste. Fatto sta che quella valigia l ha presa proprio dalla camera dei genitori.

I VESTITI

Il 23enne di origini filippine durante l’interrogatorio di garanzia, a una specifica domanda del gip, ha risposto di avere avuto un rapporto sessuale con Ilaria la sera del 25 marzo [questa frase è tra virgolette], dopo che lei era andata a casa sua per ridargli i suoi vestiti, visto che lo aveva lasciato già da due settimane. Tra i quesiti posti dai pm al medico legale c è quello di verificare tale circostanza in sede di esame autoptico. Mark potrebbe avere mentito anche in questo caso, considerato che al gip aveva detto di avere sostenuto diversi esami in Architettura all’università La Sapienza, invece gli investigatori hanno appurato ne aveva fatto solo uno. L altro punto nodale per capire l’eventuale coinvolgimento del padre, al momento non indagato, è capire l’orario in cui ha ucciso la sua ex. Lui ha detto di aver commesso l’omicidio intorno alle 11 di mattino del 26 marzo, mentre le aveva portato la colazione in camera, quando il padre era al lavoro nei pressi del Vaticano. Ma Ilaria non era in pigiama. Si era già rivestita con gli abiti da giorno o è stata accoltellata a morte la sera prima, dopo essere arrivata in via Homs? La polizia sta verificando anche l’alibi dello zio di Mark, che abita nello stesso palazzo e ha detto che quella mattina era al lavoro in un negozio sulla Nomentana, a 500 metri da lì.

CronacaNera #DelittoPassionale #Giustizia

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