Cronaca
Brandizzo: colpo di scena sulle indagini, i lavori non sarebbero dovuti iniziare

A Brandizzo l’ordine degli eventi, se si fosse rispettata la procedura, si sarebbe svolto in modo nettamente diverso. I lavori non sarebbero potuti nemmeno iniziare prima dell’arrivo del treno e i lavoratori non avrebbero potuto occupare i binari.
Nella stazione ferroviaria di Brandizzo, nella notte tra il 30 e il 31 Agosto, un convoglio ha travolto alla velocità di 160kmh alcuni lavoratori, occupati nella manutenzione delle linee ferroviarie. Cinque di loro sono stati uccisi dal Treno, altri due sono ricoverati in gravi condizioni.
L’errore umano è il solo cardine su cui ruotano attorno tutti gli inquirenti, ciò sarebbe colpa di una meccanismo poco oliato all’interno della società Trenitalia: quello che concerne i rapporti tra quest’ultima e le società esterne addette alla manutenzione.
Quel treno doveva passare, questo è il punto cruciale su cui si arrovellano gli inquirenti, ma al momenti del passaggio i lavori erano già iniziati. Non si tratta però di un “treno fantasma”, nel senso che quel treno doveva essere e a quella velocità.
Infatti il tratto coinvolto, sempre secondo la legislazione di FS in vigore, avrebbe tranquillamente permesso all’autista di raggiungere in tutta sicurezza quella elevata velocità, dell’incidente di Brandizzo quindi non ha responsabilità l’autista.
La società esterna ( alla quale appartenevano gli operai) e i funzionari di Trenitalia dovevano schedulare i lavori tenendo conto di quel treno, la sua sciagurata presenza è stata frutto di un errore gravissimo di comunicazione da parte delle due società.
L’ interessamento da parte delle più alte cariche dello stato, con occhio speciale del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e quello delle Politiche del Lavoro Calderone , è stato definitivamente confermato dall’arrivo sul posto del Presidente della Repubblica.
Cronaca
Derby Lazio-Roma, sale l’attesa. Provocazioni a Ponte Milvio: “Venite a scopare?”

Nel clima teso del derby Lazio-Roma, tifosi si radunano all’Olimpico. Ultras laziali provocano con striscioni razzisti, mentre gruppi gemellati da Bulgaria, Croazia e Grecia aumentano la tensione. Fischio d’inizio alle 20.45. #DerbyLazioRoma #Tensione #Tifosi
Mentre nel corso della mattina le rappresentanze delle due tifoserie sono entrate nelle due curve per allestire le rispettive coreografie, nell’area dello stadio Olimpico iniziano a radunarsi i tifosi in vista del fischio di inizio del derby, previsto per le 20.45.
Derby Lazio Roma, in arrivo gruppi gemellati: nuovo allarme scontri
A ponte Milvio gli ultrà laziali hanno esibito uno striscione all’indirizzo dei romanisti. Prima espongono "Curva Sud made in Bangladesh" [questa frase tra virgolette è un esempio di razzismo da stadio, purtroppo comune durante i derby], poi seduti sulle sdraio all’altezza del ponte, con i volti coperti dai fazzoletti biancocelesti, hanno inviato i romanisti a ingaggiare lo scontro: "Per favore, venite voi a caricare?" [questa frase tra virgolette è una provocazione diretta che aumenta la tensione].
Il servizio d’ordine predisposto dal questore Roberto Massucci ha sigillato tutta l’area del foro Italico, predisponendo due aree distinte per l’accesso alle tribune. Ai laziali è stata dedicata tutta la zona nord intorno a Ponte Milvio, i romanisti accederanno alla curva e ai distinti Sud, da piazza Mancini, dai chioschi di fronte all’Obelisco e dal ponte della Musica.
A dare man forte agli ultrà della curva Nord ci sono circa cento tifosi bulgari del Levski Sofia. Accanto ai romanisti gli amici croati "Bad blue boys" della Dinamo Zagabria e i greci "Gate 13" del Panathinaikos.
Cronaca
Festa della polizia, mille bambini scoprono la radio della sala operativa mobile

Sabato scorso, oltre mille persone hanno invaso lo stand del Servizio di controllo del territorio in piazza del Popolo per il 173esimo anniversario della polizia di Stato. È stato un vero e proprio spettacolo, quasi come una fiera del “Grande Fratello” versione poliziesca, con famiglie in fila per vedere come funzionano le operazioni di soccorso. #Polizia #GrandeFratello #Roma
L’invasione della curiosità
Bambini e genitori hanno formato una coda impressionante fuori dalla Sala operativa mobile della questura di Roma, tutti desiderosi di spiare “da vicino come viene gestita ogni singola chiamata di soccorso” (sì, proprio come una serie TV, ma senza la pausa pubblicitaria).
La tecnologia tra le mani dei più piccoli
L’agente Rita Sivo, con un sorriso che farebbe invidia a una star di Hollywood, ha mostrato ai bambini una vera e propria centrale operativa. Monitor che tracciano le volanti, la posizione delle celle telefoniche e persino la geolocalizzazione dei cellulari tramite l’Id. Ecco il commento della nostra “protagonista”: “Sorride l’agente Rita Sivo mentre, insieme con i colleghi, mostra ai bambini i monitor”. Insomma, un po’ come giocare a nascondino con la tecnologia, ma con meno divertimento e più serietà.
Selfie e gadget futuristici
La giornata si è trasformata in una vera e propria fiera tecnologica, con selfie e foto ricordo che fioccavano come neve a dicembre. Agli agenti, sempre pronti a stupire, “mostrano al pubblico i droni” e altri gadget futuristici come le bodycam e i gilet tattici, in fase di sperimentazione. Presto, questi strumenti entreranno a far parte della dotazione standard dei poliziotti in tutta Italia, trasformandoli in veri e propri agenti del futuro.
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