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Giulio Regeni: la Consulta “benedice” le indagini e l’Egitto è nei guai

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Giulio Regeni: la Consulta “benedice” le indagini e l’Egitto è nei guai

Oggi si celebra la vittoria del Giudice preliminare per l’indagini nei confronti della stessa legge Italiana, le indagini su Giulio Regeni possono e devono essere continuate.

L’iniziale Impasse vedeva il Giudice bloccato dallo stesso ordinamento Italiano, ma la Corte Costituzionale ha dichiarato non valido l’articolo 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale.

Nelle Camere del Palazzo della Consulta i giudici si sono riuniti con il massimo riserbo per votare a favore o meno riguardo all’incostituzionalità dell’articolo che creava ingorgo.

Per la famiglia di Giulio, i suoi amici e la sua università la liberazione è grande, finalmente la magistratura Italiana potrà fare luce sulla verità riguardo questa terribile vicenda.

Il processo per il rapimento e l’uccisione del ricercatore, rapito e poi ritrovato senza vita a Il Cairo il 3 febbraio 2016, si è definitivamente sbloccato.

Il comma in questione, quello giudicato incostituzionale dalla maggioranza dei giudici riuniti prevedeva che il giudice non potesse procedere in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo.

Insomma il continuo ostracismo del governo Egiziano rischiava di creare un bruttissimo ingorgo delle indagini, questa tattica è stata scardinata dalla Corte Costituzionale.

La Consulta oltre a battersi per il Giudice per le indagini preliminari ha anche creato un nuovo spiraglio per nuove leggi sull’argomento.

La motivazione è chiara: impedire ad altri Italiani di fare la fine terribile che ha fatto il nostro Giulio Regeni.

Lazio Torino le probabili formazioni

Attualità

Cronaca Roma, il Gullace è salvo: riapertura entro gennaio 2026

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Cronaca Roma, il Gullace è salvo: riapertura entro gennaio 2026

Cronaca Roma – La città Metropolitana di Roma è riuscita a reperire i fondi necessari per rendere nuovamente agibile il Liceo Teresa Gullace, dopo gli incendi che l’hanno devastato pochi mesi fa.

Cronaca Roma, Nessun Aiuto dal Governo: i Ragazzi Torneranno dopo Natale

Come riporta l’ANSA, il consigliere di Città metropolitana delegato a Edilizia Scolastica, Impianti Sportivi e Politiche della Formazione, Daniele Parrucci, ha fatto sapere che, grazie al rendiconto che verrà approvato verso fine Aprile, sarà stanzionato il milione e mezzo necessario per ripristinare l’agibilità della succursale del Gullace.

Gli Studenti della Sede Centrale e i Danni dell’Incendio: No Aiuti dal PNRR

Nonostante l’incendio sia stato riconosciuto come un vero e proprio attacco ai danni delle istituzioni, incapaci di gestire la situazione dell’istituto, alle prese con dei lavori che limitavano le lezioni da inizio anno, e nonostante la situazione critica della scuola -con gli studenti costretti a seguire le lezioni dividendosi in due turni- il Gullace non è riuscito ad intervenire né con fondi propri né con risorse del PNRR. Questo malgrado anche l’appello diretto del sindaco Gualtieri al Governo per un intervento straordinario.

Cronaca Roma, la Riapertura della Sede

I danni sono stati stimati per circa 2 milioni di euro ma, fa sapere Parrucci, i ragazzi potranno tornare a svolgere regolarmente le lezioni nella succursale dal periodo successivo alle vacanze di Natale.

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“Tor Bella Monaca terzo carcere romano”. Il presidente Nicola Franco chiede rinforzi

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“Tor Bella Monaca terzo carcere romano”. Il presidente Nicola Franco chiede rinforzi
“A Tor Bella Monaca oltre 2100 le persone sottoposte a misure alternative al carcere, secondo uno studio condotto dall’agenzia Lapresse. In pratica, dopo Rebibbia e Regina Coeli, il Municipio VI delle Torri è la terza casa circondariale di Roma, pur essendo a cielo aperto.
Data l’elevata criminalità certificata da questi dati preoccupanti, il controllo del territorio non può essere affidato esclusivamente alle attuali Forze dell’Ordine locali che tanto fanno, nonostante le inadeguate disponibilità di risorse e mezzi. Per questo, come istituzione municipale chiediamo un maggior numero di presidi e uomini, proseguendo quel percorso avviato da due anni a questa parte insieme al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al Prefetto di Roma Lamberto Giannini e al Questore di Roma Roberto Massucci, al comandante provinciale della Guardia di Finanza Giancarlo Franzese e al comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Marco Pecci”.
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