Attualità
Scoperto giro di prostituzione in centro massaggi a Casal Bertone: due arrestate

Scoperta di un Giro d’Affari Legato alla Prostituzione
Scoperto un giro d’affari legato alla prostituzione in un centro massaggi del quartiere Casal Bertone: due donne sono state messe agli arresti domiciliari.
L’irruzione dei Carabinieri
L’irruzione dei carabinieri nel centro massaggi di Casal Bertone.
Dettagli dell’Arresto
Due donne di 40 e 45 anni sono state arrestate dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Roma piazza Dante con le accuse, a vario titolo, di istigazione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Gestivano un giro d’affari legato alle prestazioni di natura sessuale di una terza donna in un centro massaggi del quartiere di Casal Bertone nel Municipio IV della Capitale. Il locale in cui si svolgeva l’attività è stato posto sotto sequestro dalle autorità competenti.
Il Centro Massaggi a Casal Bertone
Intrattenevano i clienti a telefono, li accoglievano e li guidavano dalla donna che si prostituiva. La gestione era in mano alle due donne cinesi che sfruttavano la loro connazionale, mentre a frequentare il posto erano soprattutto cittadini italiani, che venivano a sapere dell’attività attraverso la promozione via web e su organi di stampa, con la pubblicazione di pubblicità che contenevano chiari riferimenti all’attività di prostituzione. Durante le indagini, iniziate l’estate scorsa e dirette dalla Procura della Repubblica di Roma, gli investigatori hanno scoperto in rete molte recensioni dei servizi presentati dal centro massaggi di Casal Bertone.
Il Giro di Prostituzione in Tre Centri Massaggi a Roma
Nel mese di febbraio del 2021 è stato scoperto un giro d’affari legato alla prostituzione in tre centri massaggi a Roma in via Ziani, via Fezzan e viale Tirreno amministrato da sei persone, tutte agli arresti domiciliari: cinque donne che si occupavano dell’attività e un uomo che si interessava soprattutto di pubblicizzare tramite internet i negozi. I clienti dopo il massaggio usavano la parola in codice "regalino" per far capire l’intenzione di consumare anche un rapporto sessuale. Con una media di seicento clienti al mese, il giro d’affari per il gruppo era pari a 20 mila euro mensili.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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