Tariffe shock del club Élité 2: costi da sessanta a trecento euro per servizi sessuali

Un dettagliato tariffario è emerso dall’inchiesta sul club Élité 2, con prezzi che variano da sessanta euro per dieci minuti di prestazione fino a trecento euro per un rapporto completo. Questa situazione ha destato preoccupazioni riguardanti lo sfruttamento della prostituzione all’interno del locale.

Le accuse rivolte a Alessandro Di Stefano

Alessandro Di Stefano, conosciuto per la sua vita notturna a Roma, è stato arrestato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Il suo nome è diventato familiare grazie al programma “ViviRoma” condotto da Massimo Marino, dove era noto con il soprannome di Alexstanco. Secondo le accuse, Di Stefano avrebbe spinto diverse donne a prostituirsi nel suo club, l’Élite 2, appropriandosi della maggior parte dei loro guadagni. All’interno del locale, la Polizia e i Carabinieri hanno rinvenuto un listino prezzi per le prestazioni nel privé: i clienti potevano pagare sessanta euro per dieci minuti, ottanta euro per quindici, fino a trecento euro per un rapporto sessuale.

Le indagini, iniziate a ottobre 2023 in seguito a un’operazione della Polizia Locale, hanno portato a delle rivelazioni. Una giovane dipendente di Di Stefano ha descritto la realtà del locale: non solo spettacoli e drink, ma anche rapporti intimi consumati in spazi privati. Le giovani donne ricevevano tra i trenta e i sessanta euro al giorno, insieme a una percentuale a seconda del tempo trascorso con i clienti.

Le modalità operative e le conseguenze legali

Di Stefano forniva istruzioni precise su come comportarsi in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, suggerendo di affermare che si trattava unicamente di esibizioni artistiche e che il denaro apparteneva esclusivamente alle ragazze. Questa strategia di scarico di responsabilità, però, è stata smentita dalle numerose intercettazioni e chat che non lasciano alcun margine di dubbio. L’uomo, di 56 anni, è stato arrestato e trasferito in carcere. Anche il cassiere del locale è stato incriminato con le stesse accuse e ha ricevuto l’obbligo di non rientrare a Roma come misura cautelare. Di conseguenza, il locale è stato sequestrato.

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