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Cronaca

Caccia ai ladri: due malviventi colti sul fatto mentre depredano l’Istituto Tecnico Bottardi di attrezzature audio!

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Caccia ai ladri: due malviventi colti sul fatto mentre depredano l’Istituto Tecnico Bottardi di attrezzature audio!

Furto in una Scuola di Roma: Arrestati Due Ladri

Un episodio inquietante si è registrato ieri sera a Roma, quando due individui sono stati arrestati mentre cercavano di rubare strumenti musicali da un istituto scolastico. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine è stato determinante per ristabilire la sicurezza dopo la segnalazione della preside.

Arrestati Due Sospetti

Il furto è culminato intorno alle 19:00 nella scuola tecnica “Livia Bottardi”, situata nel quartiere Collatino, in via Filiberto Petiti. Le forze di polizia, avvertite dalla dirigente scolastica, hanno bloccato i sospettati all’interno di un veicolo, dopo averli identificati attraverso un identikit che corrispondeva a quelli di autori di furti simili avvenuti in passato.

Le indagini svolte dal personale della scientifica hanno appurato che la porta d’ingresso della scuola era stata forzata. Inoltre, gli agenti hanno recuperato gli oggetti sottratti, un mixer e una cassa stereo, che sono stati prontamente riconsegnati all’istituto. I due ladri, un uomo egiziano di 40 anni e un ucraino di 20 anni, sono attualmente sotto sorveglianza per valutare il loro eventuale coinvolgimento in altre attività illecite.

Emergenza Furti nelle Scuole Romane

La situazione dei furti nelle scuole di Roma sta diventando sempre più critica, con un incremento di casi che ha allertato le autorità e le comunità locali. I Municipi 5 e 6 risultano particolarmente colpiti, con un allarmante numero di oltre quindici furti al mese. Questi atti non solo sottraggono beni preziosi, ma creano anche un clima di paura e insicurezza tra gli studenti e il personale scolastico.

Le forze dell’ordine si stanno impegnando a fondo per intensificare le operazioni di controllo e le indagini. Tuttavia, è necessario un approccio più coordinato e collaborativo tra istituzioni educative, autorità competenti e cittadini, affinché si possa fronteggiare questa preoccupante ondata di furti e vandalismi.

Cronaca

Kevin Bonifazi: “Cura tecnica, ritmi e disciplina un mix vincente che ho imparato a Tor Tre Teste”

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Kevin Bonifazi: “Cura tecnica, ritmi e disciplina un mix vincente che ho imparato a Tor Tre Teste”

Kevin Bonifazi, difensore classe ’96 oggi al Sassuolo, ha raccontato a Repubblica la sua gavetta dal quartiere popolare di Roma Est al calcio professionistico, tra sacrifici e una carriera frenata da infortuni. #Calcio #StorieDiSport #Sassuolo #Roma


La scoperta del calcio vero

«Alla Tor Tre Teste ho capito cos’è davvero il calcio». Kevin Bonifazi, difensore classe ’96, oggi al Sassuolo, è cresciuto tra i campi del Lazio. Oltre 170 presenze tra i professionisti, di cui 125 in Serie A. Ma prima di Torino, Spal, Udinese, Bologna, c’è stata Roma Est.

Quando ha iniziato a giocare?

«Da bambino, nel mio paese: Toffia, in provincia di Rieti. A dieci anni mio padre portò me e mio fratello al Tor di Quinto, poi passammo alla Tor Tre Teste. Lavorava su Roma e voleva che giocassimo in una società strutturata. Mio fratello era molto più bravo di me. Io ero normale, diciamo».

Perché anche tu?

«Mio padre chiese di prendere anche me, perché era troppo complicato gestirci in due posti diversi. Il presidente di allora scherzando disse: “Lascialo qua, è grosso, vediamo che sa fare”. Mi misero nella seconda squadra».

E com’è andata?

«All’inizio giocavo poco, a volte nemmeno mi convocavano. Ma l’anno dopo sono arrivato migliorato fisicamente e tecnicamente. In poco tempo sono diventato il capitano».

È stato il momento più bello?

«Più o meno. Giocammo la finale Giovanissimi Nazionali, vincendola 3-0. Ma fu annullata perché facemmo un cambio in più. Le lacrime si sono sprecate».

Poi il passaggio al Siena

«La Tor Tre Teste aveva un accordo che ogni anno prevedeva una prelazione su cinque giocatori. Io ero tra quelli. Ricordo il primo allenamento: eravamo timidi, ma in campo dominammo. Ci presero tutti e cinque».

Quanto ha inciso la Tor Tre Teste in quel salto?

«Tantissimo. Quando sono arrivato a Siena ho capito quanto mi avessero preparato bene. È una società dilettantistica ma lavora come un club professionistico. Ti formano, ti abitua a ritmi, disciplina, cura tecnica. Vai in un club pro e sei già pronto».

Il ricordo più bello?

«Fu una sgridata. Di ritorno da una trasferta, sul pullman intonammo un coro in previsione dell’arrivo all’Autogrill. Un dirigente ci zittì: “Se vi azzardate a prendere qualcosa senza pagare vi mandiamo via e vi denunciamo”. Eravamo ragazzi svegli, ma ci tenevano in riga. La società era molto attenta al comportamento».

Rieti-Roma tutti i giorni, difficile?

«Sì, ma non ci pesava. Io e mio fratello uscivamo di casa alle 8 con la borsa di scuola e quella del calcio. Un chilometro e mezzo a piedi fino alla stazione, 45 minuti di treno, 25 di metro, poi la navetta della società da Ponte Mammolo. Quattro volte a settimana. Tornavamo a casa alle otto di sera. Oggi non lo rifarei mai».

Oggi il Sassuolo, come va?

«Negli ultimi due anni ho subito tre operazioni allo stesso ginocchio e questo ha frenato la mia carriera. Ho scelto di ripartire da una categoria inferiore, ma in una società che lavora da Serie A in tutto. Ieri siamo stati promossi ma mi auguro di vincere il mandato. A livello personale questo per me è un nuovo inizio».

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Tor Tre Teste e il calcio in vetrina: quel che conta è farsi vendere

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Tor Tre Teste e il calcio in vetrina: quel che conta è farsi vendere

In un mondo dove il calcio giovanile sembra più una vetrina per trofei che una fucina di talenti, il presidente D’Adamo ribalta la prospettiva: "La vera vittoria è quanti ragazzi finiscono nei professionisti. Meno i titoli messi in bacheca". Ecco la rivoluzione silenziosa del calcio giovanile. #CalcioGiovanile #RivoluzioneSilenziosa #ProfessionistiDelFuturo


Un Modello Sostenibile

Un modello sostenibile fondato sul mercato e non sui trofei. Il presidente D’Adamo: "La vera vittoria è quanti ragazzi finiscono nei professionisti. Meno i titoli messi in bacheca"


La Rivoluzione del Calcio Giovanile

In un’epoca dove il calcio giovanile è spesso ridotto a una corsa sfrenata per accumulare trofei, il presidente D’Adamo propone una visione alternativa. "La vera vittoria è quanti ragazzi finiscono nei professionisti. Meno i titoli messi in bacheca" Ecco una rivoluzione che potrebbe cambiare il volto del calcio giovanile italiano, puntando sulla crescita dei giovani piuttosto che sulla collezione di medaglie. #CalcioGiovanile #RivoluzioneSilenziosa #ProfessionistiDelFuturo

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